Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Diritto di critica | November 27, 2024

Scroll to top

Top

Oggi la fiducia, tutti i numeri di maggioranza e opposizione - Diritto di critica

Oggi la fiducia, tutti i numeri di maggioranza e opposizione

La fiducia di oggi è sul filo del rasoio. Per fare i conti si parte dal precedente della mozione di sfiducia al ministro Romano, respinta con 315 voti (a 294) il 28 settembre scorso. La situazione attuale, però, sulla carta è più rosea di quella vista in occasione del voto sul ministro dell’Agricoltura e il Governo – se tutti fanno i compiti e nessuno marinerà l’entrata a scuola – oggi non dovrebbe correre rischi.

La maggioranza di centrodestra, infatti, può contare su 319 voti: i 217 del Pdl (Pietro Franzoso è ricoverato in ospedale), i 59 della Lega, i 29 di Popolo e territorio, i 9 di Forza Sud, oltre a Luca Barbareschi, Aurelio Misiti, Mario Pepe, Andrea Ronchi, Adolfo Urso.

Il centrosinistra, invece, si attesta sui 306 voti: 206 del Pd, 35 dell’Udc, 26 di Fli, 22 di Idv, 5 di Api, 4 dell’Mpa, 3 dei Liberaldemocratici, 3 delle minoranze linguistiche, a cui si aggiunge Giuseppe Giulietti. C’è poi Santo Versace che ha annunciato che voterà contro il governo. Potrebbe però mancare il voto di Antonio Buonfiglio, che ha annunciato l’addio a Fli, e anche i Radicali sono un punto interrogativo che a sinistra non riescono ad interpretare.

Comunque andrà, quello in carica è un governo che non vuole cadere. S’illude dei numeri – che pure, incidenti a parte, ha dimostrato più volte di avere – come se questi potessero risolvere tutti i problemi interni e politici della maggioranza. Con la Lega spaccata e un PdL riottoso, tra sciabolette e Responsabili. Ma la matematica non dà diritto a sedere in Parlamento in virtù di una fiducia a corrente alternata che si materializza solo quando non si può fare altrimenti, salvo sfruttarla poi a seconda dei voleri di questa o quella frangia interna al PdL, brandendo e minacciando.

A far incassare o meno la fiducia, saranno poi gli “effetti” del discorso di ieri del premier. Silvio Berlusconi ha infatti lanciato un avvertimento ai suoi: se cado si va alle urne. E le liste, a quel punto, premierebbero i fedeli e relegherebbero nel dimenticatoio elettorale i traditori. Su tutto, la spada di Damocle della fiducia e la certezza – per Berlusconi – che a sinistra manca l’alternativa.