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Diritto di critica | December 22, 2024

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I migranti e quelle prigioni sul mare, riprendono i rimpatri verso la Tunisia - Diritto di critica

Nel Centro di identificazione ed espulsione di Lampedusa non c’è più nessun migrante. L’Isola è apparentemente serena e la soddisfazione tra alcuni deputati è palpabile. “Dall’inizio di quest’anno sono complessivamente sbarcati nelle Isole Pelagie 51.596 cittadini extracomunitari su un totale di sbarchi, su tutto il territorio nazionale, pari a 60.656 immigrati” diceva mercoledì il sottosegretario all’Interno Sonia Viale nel corso dell’informativa alla Camera sulla recente rivolta dei migranti sull’isola siciliana. Raggiante la Viale concludeva dicendo che “sull’isola oggi non sono più presenti cittadini stranieri irregolari”.

Ma dove sono finiti i migranti scomparsi dall’Isola? Nonostante i sorrisi e la soddisfazione in parlamento, la questione migranti viene emarginata sempre più all’esterno del vivere quotidiano degli italiani, dove nessuno può vedere né sentire. Come se non esistessero, da ben cinque giorni centinaia di Nord Africani sono stati trattenuti a bordo di due navi, la Moby “Vincent” e la Grimaldi “Audacia”, attraccate nei porti di Palermo e Porto Empedocle. Veri e propri Centri di Identificazione ed Espulsione galleggianti, prigioni a cielo aperto, sorvegliati dalle forse dell’ordine. Soltanto ieri sera, sono stati fatti scendere e caricati su due pullman ma non è stata resa nota la loro destinazione.

Martedì la procura di Palermo ha aperto un’inchiesta sulla detenzione nelle navi degli extracomunitari dopo l’esposto di cittadini, sindacalisti e esponenti di associazioni antirazziste. Queste ultime, hanno denunciato maltrattamenti e violenze nei confronti degli stranieri a bordo delle navi messe a disposizione dal governo. Sulla questione, attraverso un comunicato, ieri interveniva anche Medici Senza frontiere, chiedendo alle Prefetture di Palermo e di Agrigento di verificare le attuali condizioni di salute dei migranti. “E’ inconcepibile che i migranti continuino ad essere ‘spostati’ da un posto all’altro, in luoghi ancora più isolati, senza la possibilità da parte delle organizzazioni di verificare le loro attuali condizioni”, spiega Francesca Zuccaro, responsabile per i progetti sull’immigrazione di MSF.

Nella serata di ieri la conferma: dal Cie galleggiante un centinaio di tunisini – dopo quattro giorni di detenzione a bordo di una delle due navi – sono stati rimpatriati in Tunisia. Tutto come da copione.

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