Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Diritto di critica | November 25, 2024

Scroll to top

Top

Sequestro Azzarà, il muro di gomma della Farnesina. Le ultime notizie oltre un mese fa - Diritto di critica

Sequestro Azzarà, il muro di gomma della Farnesina. Le ultime notizie oltre un mese fa

Diritto di critica ha deciso di rispondere positivamente all’appello disperato inviato dai familiari di Francesco Azzarà, da Emergency e dall’apposito comitato formatosi per salvare la vita del trentaquattrenne operatore di pace rapito più di un mese fa nel Darfur, mentre si stava recando all’aereoporto di Niala e che lavorava presso il centro pediatrico aperto da Emergency nel 2005. Francesco era già alla sua seconda missione.

Quel che più preoccupa è il silenzio felpato che circonda la vicenda nei labirintici e tappezzati corridoi della Farnesina, il nostro Ministero degli Affari Esteri.

Perché c’è innanzitutto questo da capire e da chiarire: se Francesco sia attualmente uno dei tanti affari “sporchi” italiani oppure un caso di rapimento tout court. L’impressione negativa che si ha è che di Francesco non si abbia più nessuna notizia solo e perché non ci sia più nessuno interessato a darla.

Una solerte quanto anonima funzionaria della Farnesina alla quale ci siamo rivolti venerdì scorso così ci ha risposto: “C’è il silenzio stampa sulla cosa…” Come c’è il silenzio stampa? “Beh no non il silenzio stampa, forse mi sono espressa male: non è che c’è il silenzio stampa…” Ho capito… “E’ che in questo momento loro vogliono evidentemente vedere che cosa c’è di nuovo e che cosa possono dire…” Ma chi segue la vicenda nel Ministero degli Esteri? “L’Unità di crisi: se lei gentilmente mi manda una mail, il nostro servizio stampa contatta l’Unità di crisi e vediamo che cosa…” Sì… “…l’Unità di crisi può dire”. Segue la rinnovata richiesta di mandare una mail “qui alla segreteria del Ministro, presso il portavoce Massari, la rigirerò ai funzionari del servizio stampa che faranno da tramite con l’Unità di crisi”. Passano tre giorni e non giunge risposta, né via mail, né ai recapiti telefonici puntualmente forniti.

Ci rifacciamo vivi ieri, lunedì, per ascoltare le ultime parole famose dell’ufficio stampa del Ministero degli Esteri: “Su tutti i sequestrati non rilasciamo dichiarazioni né comunicati…E’ una linea che abbiamo per tutti quanti i sequestrati, con Azzarà, piuttosto che con le navi…”. Ma non potete neanche confermarci le notizie che sia vivo? “No…E’ una linea dettata da motivi di sicurezza, problemi di intelligence, sono argomenti di cui non possiamo parlare”.

Ci siamo allora rivolti direttamente alla sede centrale di Emergency a Milano, per avere una drammatica conferma: le ultime notizie rassicuranti, che davano Francesco prigioniero ma in buone condizioni di salute risalgono al 17 agosto scorso. Da allora più nulla.

Ce n’è abbastanza per preoccuparsi e rilanciare l’allarme, come ha fatto un apposito Comitato calabrese “Francesco libero” – che è in diretto contatto con la famiglia di Azzarà e che sta invitando tutte le istituzioni ad esporre la sua effigie.

Una cosa è il silenzio sulle ricerche e le trattative, richiesto dalla famiglia per la necessità di tutelarle, un’altra la vigile attenzione dei media, dato che viviamo in un Paese nel quale vanno avanti solo le notizie spettacolarizzate che riescono a sensibilizzare e a trascinare l’opinione pubblica.