E Tremonti prepara la terza manovra - Diritto di critica
“In questi ultimi tre mesi sono state fatte quaranta azioni per lo sviluppo: dobbiamo vedere se funzionano e a che punto sono ed eventualmente aggiungerne altre. Lo faremo in Italia con tutte le organizzazioni sociali e tecniche e, soprattutto, lo faremo all’estero anche chiedendo consigli e supporto all’Ocse, al Fondo monetario e alla Commissione europea”. Lo spettro è quello di una terza manovra. Che magari non sarà chiamata tecnicamente “manovra”, ma che comunque potrebbe arrivare sottoforma di “misure per la crescita”. Lo zucchero con cui il governo ha addolcito nomi e definizioni di nuovi balzelli – presunti o reali – in queste ultime settimane è stato abbondante, a partire dall’arcinoto “contributo di solidarietà”.
Ad essere sotto tiro – ancora una volta – potrebbero essere le pensioni, da cui Tremonti ricaverebbe circa sette miliardi di lire e sulle quali è quasi scontato il “No” leghista. E dopo mesi in cui da più parti – anche all’interno della maggioranza – si sono alzate voci contro un’Italia commissariata dall’Europa, ecco che il Ministro dell’Economia ieri si è rivolto all’Ocse, al Fondo Monetario e alla Commissione Europea per farsi correggere il compito. O peggio, per fare in modo che da Bruxelles si alzi l’ennesima richiesta di misure più incisive: a quale punto si riproporrebbe la litania del “ce lo chiede l’Europa”. Sulle pensioni non si potrebbe più trattare, la Lega dovrebbe piegarsi. Così come tornerebbero in corsa le liberalizzazioni, le privatizzazioni e – chissà – anche i tanto odiati tagli ai costi della politica. Tutta la carne rimasta congelata nel freezer, ben lontana dalla brace.
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…sette miliardi di LIRE?…..
Buongiorno principesse!
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