Manovra economica, il governo dei "ma anche no" - Diritto di critica
EDITORIALE – Prima il contributo di solidarietà. Poi le pensioni. Poi il condono. Poi l’Iva. Poi le feste laiche. Poi i tagli a Comuni ed enti locali, passando per una legge costituzionale sulla soppressione delle province che arriverà chissà quando. Su tutti questi argomenti la maggioranza ha prima lanciato il sasso e poi ha ritirato la mano, tornando sui suoi passi in un’estate che a quanti erano sotto l’ombrellone ha chiarito come il governo non abbia più uno straccio di idea valida su come tenere a galla il Paese. Di finanziaria non ce n’è stata una ma due: la seconda da approvare in tempi brevi, la prima pare se la siano dimenticaLata in molti. Entrambe avrebbero dovuto arginare la fantomatica speculazione: le borse, però, sembra non si siano accorte della buona volontà italiana, la BCE è venuta in nostro soccorso e tutto ha continuato ad andare esattamente come prima.
Lo spauracchio sbandierato dal governo adesso è la lotta all’evasione, una trovata molto mediatica ma che difficilmente permetterà di far cassa in tempi brevi – non certo in due anni – dati i tempi tecnici dovuti agli accertamenti e alla successiva riscossione. Allo studio per il week end l’ipotesi – prima del tutto esclusa – di un condono: soldi subito ma nessuna progettualità sul lungo periodo, si tratta del sintomo più lampante di un governo senza idee. Da un lato dunque si minaccia di stanare gli evasori (definiti “Parassiti della società” da uno spot tanto risibile quanto inutile ma pagato con i sesterzi dei contribuenti), dall’altro si ventila l’ipotesi di chiudere un occhio su quanti – nonostante i diversi condoni che negli anni si sono succeduti – proprio non ne hanno voluto sapere di pagare. Fatelo almeno adesso. Per una volta – sembra suggerire la maggioranza – pagatele queste benedette tasse.
Un ultimo appunto: l’Europa chiedeva all’Italia di operare sani e oculati tagli, il governo ha risposto con nuove tasse e due manovre finanziarie. Viva l’Italia.