Putin vs. Medvedev, inizia la sfida - Diritto di critica
Non è ancora ufficiale. Ma il premier russo Vladimir Putin potrebbe essere lo sfidante di Dmitri Medvedev alle prossime elezioni presidenziali del 2012. Nella mattina di oggi, dalle colonne dell’autorevole quotidiano economico-finanziario Vedomosti, Igor Iurghens e Ievgheni Gontmakher, direttori dell’Istituto per lo sviluppo contemporaneo, un centro di analisi economica che presta la sua consulenza al Cremlino hanno chiesto a Medvedev di non tirarsi indietro per il bene del Paese. Ma fonti anonime del Cremlino confermano che Putin non rinuncerà alla propria candidatura. Motivo? Medvedev è “troppo debole per fare le riforme”.
“Grave crisi se Putin vince”. “Deve assumersi le sue responsabilità, deve varcare il suo Rubicone”, hanno dichiarato i due economisti. “Se Medvedev non si candidasse e la Russia finisse nelle mani di Putin, si andrebbe incontro ad una crisi di grandi dimensioni”, con “stagnazione e fuga di capitali”, concludono.
Medvedev non ha l’appoggio dei poteri forti. Per ora il presidente russo tace. Non ha ancora ufficializzato la candidatura e non è detto che lo farà mai. Intanto al Cremlino, fonti accreditate danno per certa la partecipazione del premier Vladimir Putin alla sfida elettorale del prossimo anno. Il motivo è semplice: “non ha sufficiente supporto dall’èlite politico-economica per assicurare stabilità se ha intenzione di procedere con un piano di riforme”, spiegano le fonti del Palazzo alla Reuters. Inoltre, “il tentativo di Medvedev di affermare la propria autorità negli ultimi mesi ha turbato Putin”.
L’allievo contro il maestro. Sulle voci di una sua ormai certa candidatura, il portavoce del capo del governo, Dmitri Peskov, si e’ limitato a osservare che “Vladimir Putin sta lavorando sodo, piuttosto che pensare se correre nelle elezioni”. Getta acqua sul fuoco la portavoce di Medvedev, Natalia Timakova: “Non capisco davvero da dove nascono questi rumours perché il Presidente e il primo ministro comunicano non solo su questioni formali ma anche informali”. Sembra, però, ormai chiaro che si tratta di una sfida a due che non per forza dovrà spingersi fino alle urne. Medvedev, filo occidentale e riformatore, sta prendendo sempre più le distanze da quello che è stato fino a poco tempo fa il suo mentore. La sua stessa ascesa alla Presidenza è stata dovuta dall’appoggio di un Putin non rieleggibile che, pur di mantenere il controllo sul Paese, impose un “suo” candidato. Ora, però, l’allievo ha superato il maestro, oppure è quello che crede. Così, per la prima volta dal crollo dell’Unione sovietica in Russia ci potrà essere una vera sfida elettorale. Un barlume di speranza per la democrazia.