Nepal: la "Mecca" dei matrimoni gay e del turismo omosessuale - Diritto di critica
Organizzare un matrimonio in un tempio Indù non è una cosa insolita in Nepal. La gran parte di coloro che si sposano, opta per una cerimonia tradizionale in uno dei luoghi di culto del paese. Anche se a convolare a nozze sono Courtney Mitchell e Sarah Welton, due donne di nazionalità americana, le prime lesbiche a sposarsi con rito indù, nello stato centro-asiatico. Come riportato dal magazine statunitense Time, le signore hanno scelto un tempio su una collina non lontano dalla capitale Kathmandu, per festeggiare la propria unione. Si sono scambiate ghirlande mentre il giovane sacerdote indù recitava il mantra e gli artigiani locali suonavano i 5 strumenti musicali nuziali. Mitchell, che insegna psicologia all’Università di Denver, indossava per l’occasione abiti tradizionali nepalesi riservati allo sposo (lungo doppio petto, camicia e pantaloni larghi, cappello ricamato), mentre la sua compagna Welton, avvocato, era vestita di uno splendente rosso sari, camicetta e adornata con gioielli nepalesi.
Il matrimonio tra le due cittadine americane ha aperto le porte al mercato del turismo gay e a coloro che vogliono sposarsi al di fuori del proprio paese, dove le unioni tra persone dello stesso sesso sono vietate. Un giro d’affari che si aggira intorno ai 670 milioni di dollari. Lo scorso anno, proprio in Nepal, è stata inaugurata la prima agenzia di viaggi rivolta a gay e lesbiche. Dopo le tensioni degli anni scorsi e la guerra civile, è stata inaugurata una nuova era per le comunità omosessuali, con aperture verso ogni sorta di minoranza, etnica, religiosa e culturale.
Il Nepal ha fatto dei grandi passi in avanti in tema di diritti per i gay. Nel dicembre del 2007, la Corte Suprema ordinò, con una sentenza, di assicurare il rispetto di gay e lesbiche, depenalizzando l’omosessualità. In prima linea, in questa battaglia, è stato il politico nepalese Sunil Babu Pant che, attraverso l’associazione Blue Diamond Society, ha ottenuto importanti vittorie per il riconoscimento e il rispetto delle minoranze sessuali. Oggi Pant, con la sua agenzia, offre pacchetti di vacanze per gay nei siti turistici più importanti del Nepal, oltre a formule di una settimana, comprensiva di matrimonio indù a 11mila dollari. Centinaia le richieste che provengono da tutto il mondo (Canada, Cina e Germania) solo nell’ultimo mese. Le prenotazioni potrebbero aumentare una volta finita la stagione dei monsoni e a estate inoltrata.
Il turismo in Nepal sta gradualmente aumentando dopo la fine della guerra civile nel 2006. Attualmente il dato si attesta intorno al 7% del Pil nazionale. Il governo ha dichiarato che il 2011 è stato ‘l’anno del turismo’ e punta a raddoppiare il numero dei visitatori. Lo scorso anno furono 500mila i turisti, il numero più alto dalla fine del conflitto. Recentemente, un censimento nazionale ha incluso nel ‘terzo sesso’, coloro che non s’identificano nella tradizionale distinzione uomo-donna. Il paese asiatico garantisce loro la cittadinanza dal 2008 e la nuova Costituzione dovrebbe definire il matrimonio come un’unione tra due individui adulti, indipendentemente da come si identificano. La carta costituzionale, però, è lungi dall’essere scritta. Il Nepal è ancora un paese incompiuto. Lo stato centro-asiatico è stato profondamente tradizionalista, l’unico ‘regno indù’, prima di diventare laico nel 2006. Persistono ancora delle associazioni di cittadini e di religiosi che considerano l’omosessualità un ‘atto contro natura’, contraria, persino, agli antichi Veda indù, con le sacre scritture che vedono il matrimonio come un vincolo tra uomo e donna.