Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Diritto di critica | November 25, 2024

Scroll to top

Top

Resuscita il Referendum, rinascono gli Italiani - Diritto di critica

Resuscita il Referendum, rinascono gli Italiani

Vince il Sì ma soprattutto vince la democrazia. Perde il governo ma soprattutto la cosiddetta “seconda repubblica”. Nata da un referendum, quello sulla preferenza unica che Craxi definì “inutile” ed invitò gli elettori ad andare al mare, soccombe con un altro referendum. In mezzo vent’anni bui che hanno trasformato l’illusione in delusione e dove abbiamo lasciato che altri decidessero per noi. La società civile, oggi come allora, si riappropria della propria capacità di decidere di fronte ad una politica ripiegata su se stessa, autoreferenziale ed assente.

Un voto contro i partiti. È un voto contro l’attuale governo e contro Berlusconi. Questo è certo. Ma è un voto non certo a favore del centro-sinistra. Da questa consultazione tutti escono sconfitti. Questa classe dirigente si è dimostrata ancora una volta incapace di rappresentare il Paese. Anche quei partiti che hanno appoggiato il Sì fino a pochi mesi fa erano favorevoli al nucleare e soprattutto favorevoli alla privatizzazione dei servizi pubblici a cominciare dai trasporti e dall’acqua. Ora salgono sul carro del vincitore solo perché sono “opposizione” e non partiti di governo. Ma chi è al governo deve fare i conti con gli interessi di pochi ma potenti che muovono voti e tanti soldi. E l’acqua oggi faceva gola a quei pochi potenti come Franco Caltagirone, primo azionista privato di Acea (più del 15% delle azioni) azienda nel settore idrico di Roma Capitale con partecipazioni rilevanti in molte società idriche del centro-sud e con il quale negli anni centro-sinistra e centro-destra hanno fatto buoni “affari”.

Rilanciare il referendum. Ora è arrivato il momento di rilanciare l’istituto referendario. Per la prima volta dopo 16 anni quello abrogativo raggiunge il quorum. Solo sei anni fa, nel 2005 di fronte alla sconfitta bruciante dei comitati per l’abrogazione di parte della Legge 40 sulla fecondazione assistita, molti analisti avevano parlato della morte del referendum come strumento democratico. Certo, rispetto a 20 anni fa la partecipazione politica in questo Paese si è attenuata e per questo, di fronte ad un quorum del 50% più 1, riuscire a rendere il referendum valido è piuttosto difficile. Inoltre, la cattiva abitudine iniziata con Craxi e finita (speriamo) con Berlusconi passando per D’Alema e Fassino, di invitare le persone a non andare a votare ha falsato il senso della consultazione e quello stesso del quorum. Imposto dai padri costituenti, quest’ultimo è un limite che aveva uno scopo diverso rispetto a quello che oggi gli viene attribuito: doveva costringere i comitati per il Sì e quelli per il No a fare una campagna informativa e a spingere le persone ad andare a votare, pena la nullità della consultazione. Oggi invece viene utilizzato come strumento politico: il non votare diviene più forte del No. E per questo giornali come Repubblica o il Corriere più che indicare le percentuali del Sì o del No, hanno indicato il raggiungimento o meno del quorum. Così, per ridare slancio al referendum e quindi ridare voce al popolo, forse è necessario rivedere la soglia del quorum, abbassandola al 20 o al 30%, innalzando casomai il numero delle firme necessarie per richiedere una consultazione. In questo modo si potrebbe tornare a confrontarci sul Sì o sul No, scoraggiando il disinteresse e il conseguente astensionismo, veri tarli della democrazia.

Non disperdere questo patrimonio di partecipazione. Questo voto ha mostrato una cosa fondamentale: la società civile è rinata, c’è ed è lontana dai partiti (a destra come a sinistra). Ora bisogna non disperdere questo patrimonio di idee, questa voglia di partecipazione, questo desiderio di decidere e non lasciare che gli altri decidano per te. Per ricostruire l’Italia si deve partire da tutto questo. Si deve ripartire da questo enorme e vitale pezzo d’Italia che vuole informarsi e decidere perché, come diceva Gaber, “la Libertà è partecipazione”.

Comments

  1. Valeria Petricca

    d’accordissimo, complimenti!!!