Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Diritto di critica | November 22, 2024

Scroll to top

Top

Gli svedesi salveranno Napoli, come fare soldi con la monnezza - Diritto di critica

Gli svedesi salveranno Napoli, come fare soldi con la monnezza

Energia dalla monnezza. Cent’anni fa in Svezia il primo inceneritore ha iniziato a funzionare. Così, ricavare elettricità bruciando rifiuti è divenuto, lì, negli anni la principale fonte di energia per il paese scandinavo, più del petrolio, del gas, dell’acqua e del nucleare.

Gassificatori e biomasse. L’energia viene prodotta attraverso le biomasse, composte da rifiuti vegetali e animali (e anche umani) e grazie a loro, gran parte delle città svedesi è riscaldata attraverso centrali termiche alimentate direttamente dalla combustione di rifiuti o impiegando il gas prodotto dalla fermentazione della spazzatura. Diversamente da altri paesi come l’Italia, questi impianti non hanno mai provocato l’effetto Nimby (Not In My Back Yard, “Non nel mio cortile”) e sono stati accolti dalla popolazione senza troppi problemi.

Riscaldare le città con i rifiuti. Infatti, il problema dell’inquinamento sembra effettivamente piuttosto scarso. La città di Stoccolma, per esempio è riscaldata grazie alla centrale di Högdalen che utilizza biogas e biomasse. I tecnici della struttura sottolineano che i vapori prodotti dalle loro ciminiere emettono costantemente nell’aria sostanze tossiche pari alla quantità di tre sigarette accese contemporaneamente. Una bugia? Probabilmente no, visto che gli ispettori governativi che si occupano di protezione ambientale confermano questo dato.

Riciclare tutto, conviene. Mentre in Italia finisce in discarica anche fino all’80% dei rifiuti, in Svezia solo l’1%. Un risultato incredibile ma nemmeno troppo. Gli svedesi sembrano aver capito che i rifiuti non sono affatto un problema, bensì una risorsa, anche una risorsa energetica in grado di produrre più delle centrali nucleari, a costi decisamente inferiori. Le sostanze che non possono essere utilizzate e che finiscono in discarica sono quelle pericolose, chiuse in contenitori ermetici.

Stoccolma, gioiello energetico ed ecologico d’Europa. Non a caso Stoccolma è stata la prima città dell’Unione europea a ricevere il marchio di “capitale verde” d’Europa. Oggi alcuni quartieri della città, che conta 850mila abitanti (poco meno di Torino), stanno per raggiungere l’autosufficienza energetica grazie proprio ai rifiuti. Non si utilizza solo la spazzatura domestica, ma anche le acque nere (cioè quelle che in genere finiscono nelle fogne per inquinare mari e fiumi) che vengono convogliate verso le stazioni di riciclaggio per essere trasformate in biocarburante, utilizzato poi dalla vicina centrale termica.

Tanto rifiuto, tanto profitto. Ma come si è giunti a creare questo circolo virtuoso del “ri-uso” a fini energetici? In Svezia, tutta la filiera del riciclaggio del rifiuti beneficia di agevolazioni fiscali. In questo modo i profitti sono così elevati che la domanda di rifiuti inizia a superare l’offerta. Se prima una “miniera d’oro” a cui attingere era la Norvegia, oggi anche i cugini scandinavi, hanno realizzato termovalorizzatori. Così, le aziende svedesi sono a caccia di grandi fonti di immondizia da poter impiegare per produrre energia. E quale luogo sembra rappresentare una nuova “miniera d’oro” per i virtuosi nordici? Napoli, of course. Una società svedese-norvegese di Göteborg è disposta ad acquistare la munnizza campana fino ad un milione di tonnellate all’anno, ad un prezzo stracciato di 90 euro ogni tonnellata. Un vero affare per gli svedesi, un’offesa alla tanto decantata intelligenza italica.

Comments

  1. COSIMO

    ma i 90 euro a tonnellata sono gli svedesi che li pagano ai napoletani oppure sono i napoletaniche li dovrebbero pagare agli svedesi per prendersi la loro immondizia?

    Sarò limitato ma dall’articolo non si capisce.

    Se fosse il primo caso il candidato sindaco dovrebbe super pubblicizzare la cose: niente rifiuti e più soldi per le dissestate casse comunali.
    Se fosse il secondo … gli svedesi hanno sbagliato indirizzo…

    • Gli svedesi acquisteranno immondizia a 90 euro per tonnellata. Una cifra ridicola. Ma in fondo è giusto così e dovremmo anche dirgli grazie

  2. Fabio Alemagna

    Difficilmente si leggono articoli talmente disinformativi in giro di questi giorni, sull’argomento inceneritori. La maggior parte della blogosfera, ed anche buona parte della stampa mainstream, ha ormai assimilato i concetti base della fisica (come il secondo principio della termodinamica) ed è a conoscenza delle numerose alternative più economiche e svariati ordini di grandezza meno inquinanti all’incenerimento dei rifiuti, che fa tanto pira salvifica medievale).

    Innanzitutto non si forniscono fonti quando si dice che la maggior parte dell’energia in Svezia è prodotta dai rifiuti: fonte?

    In secondo luogo, la scienza dimostra che l’energia ricavata dal bruciare rifiuti è fino a 5 volte inferiore rispetto a quella che si evita di sprecare riciclando i materiali anziché bruciandoli. Si chiama secondo principio della termodinamica. Per una discussione divulgativa sull’argomento basta leggere qui: http://www.no-burn.org/section.php?id=84

    In terzo luogo, noi pagheremmo la Svezia per prendere i rifiuti: se loro ci guadagnano vendendo energia, dovrebbero essere loro a pagare noi, non noi loro, vi pare?

    Quarto: se hanno “spazio” per bruciare rifiuti altrui, significa che gli mancano rifiuti *loro* da bruciare, il che significa che le politiche di riduzione e riciclo dei rifiuti stanno minando alla base il business degli inceneneritori, che rimangono senza materia prima e non possono lavorare a regimi inferiori rispetto a quelli per i quali sono stati progettati, ergo sono costretti ad importare monnezza dall’estero.

    Quinto: anche in Svezia si protesta contro gli inceneritori, ad esempio basta leggere qui: http://sverigesradio.se/sida/artikel.aspx?programid=91&artikel=58167

    • Caro Fabio, non posso credere che lei abbia letto l’articolo. Dice che si tratta di un articolo “disinformativo”. Peccato che qui non si dia alcuna informazione tecnica, ma un semplice dato di fatto. In Svezia i rifiuti sono una risorsa (energetica), in Italia sono un problema. Nell’articolo si parla di termovalorizzazione delle biomasse. E quando si parla di biomasse non si intendono quei materiali riciclabili come la plastica, l’alluminio, il vetro e la carta. Si tratta di rifiuti animali, scarti di cibo e liquami e certi lavorati del legno come il pallet. Cioè tutto ciò non è riciclabile: o finisce in discarica (e quindi è un problema), oppure viene bruciato ed il calore trasformato in vapore (e quindi diviene una risorsa energetica). La fonte della notizia è PressEurop, la rassegna stampa dell’Unione Europea. Invece non vedo da parte sua fonti altrettanto attendibili. Nel primo link non c’è nemmeno un riferimento ad un qualche studio scientifico, mentre il secondo link è vecchio di 9 anni.
      Lei non ha sicuramente letto l’articolo. Infatti, non ho mai scritto che siamo noi italiani a pagare gli svedesi, bensì il contrario. Lei l’articolo non lo ha letto, perché altrimenti penserei che non sappia leggere…

  3. carlo morello

    caro paolo innanzitutto complimenti per l’articlo cristallino direi sarebbe davvero una salvezza per napoli ma non solo dalla spazzatura ma anche dalla criminalità viso che si toglierebbe a loro il mala affare della spazzatura .leggendo l’articolo mi sorge una domanda son sicuro vorrà rispondere mi chiedevo lei nel suo articolo scriveva che le sostanze tossiche emanate nell’aria da queste centrali scandinave confermato anche dagli ispettori governativi competenti in materia ,sono pari a 3 sigarette accese costantemente allora io mi chiedo perchè le nostre centrali italiane invece emanano diossina particelle nane ecc ecc??poi inceneritori termovalorizzatori dicono che siano la stessa cosa lei sig paolo potrebbe confermare????

    • Stimato Carlo, la diossina emanata dipende essenzialmente da due fattori: cosa si brucia e come si brucia. COSA: in Svezia si bruciano biomasse e biogas, cioè rifiuti umidi, scarti di lavorazione animale, liquami (recuperati dai depuratori). In Italia, invece, molto spesso si bruciano rifiuti “inquinati” da altre sostanze (questo perché la differenziata non è ancora ad un livello accettabile). COME: i nostri attuali termovalorizzatori (ad eccezione di quelli malfunzionanti della Campania) sono di vecchia generazione e con filtri scadenti.
      Inceneritori e termovalorizzatori non sono la stessa cosa, nonostante la campagna ideologica che si fa. Gli inceneritori bruciano l’immondizia, i termovalorizzatori bruciano l’immondizia e dal calore prodotto ricavano energia, molto spesso utilizzata per il riscaldamento delle città