Dublino e Londra, parole di pace tra venti di guerra - Diritto di critica
La regina Elisabetta visita Dublino, si rivolge in gaelico all’Irlanda e ammette che “dimenticare il passato è impossibile”. Si parla di pace. Ma è anche l’anniversario della morte di Bobby Sands e del Bloody Sunday: fuori dal Castello di Dublino, centinaia di manifestanti si scontrano con la polizia. E a Londonderry (Ulster) tre veicoli vanno a fuoco, incendiati dai nazionalisti: dov’è la pace?
Il processo di pace è al culmine, secondo la presidente irlandese Mary McAleese, e la visita della regina ne sarebbe la prova. Difficile crederle, leggendo il bollettino della polizia di questi giorni: ieri una bomba è stata disinnescata dagli artificieri a Maynooth, nella periferia dublinese, oggi tre auto sono state incendiate a Londonderry, nell’Ulster. Una apparteneva a Liam Bradley, ex politico cattolico passato di recente nelle file della polizia nordirlandese Psni: un “traditore”, secondo la Real Ira.
I tumulti scoppiano anche a pochi metri dalla regina. Durante il discorso centrale (e unico) di oggi, alcune centinaia di manifestanti hanno lanciato razzi e si sono scontrati con la polizia, forse per tentare di sfondare i cordoni di sicurezza.
Elisabetta ha però tirato dritto. Visita il museo della Guinness e il Croke Park, luogo del primo Bloody Sunday: pronuncia un discorso misurato ma “pregno di pentimento”, secondo il corrispondente irlandese della BBC Mark Simpson, scandendo i saluti in gaelico. La regina ha ammesso i ”tristi e deplorevoli errori” fatti dalla Gran Bretagna nelle sue relazioni con l’Irlanda con queste parole: ”E’ impossibile ignorare le complessita’ della nostra storia, i suoi molti strati e tradizioni, ma anche l’importanza del perdono e della conciliazione. Di essere capaci di inchinarci al passato ma non essere costretti dal passato”.
Parole forse importanti, per la rigida etichetta della Royal Family: ma durante la prima visita ufficiale di un regnante inglese in Irlanda da un secolo (1911), forse ci si sarebbe aspettati di più. Anche perchè proprio in questi giorni cadeva il trentennale della morte di Bobby Sands, l’attivista morto in carcere dopo due mesi di sciopero della fame.
Dove vanno quest’Irlanda senza rotta e quest’Inghilterra senza pentimento? Che cosa significa pace, se l’Ulster è ancora crocevia di odio? Forse qualcosa si è perso per strada, durante il viaggio della regina.