L'analisi - A Napoli il ciclone De Magistris travolge tutti - Diritto di critica
De Magistris contro tutti. Si può provare a sintetizzare così il risultato del primo turno delle consultazioni a Napoli. Il magistrato del Vomero ha bruciato il prefetto Morcone, candidato di Pd e Sel, e sarà lo sfidante del pidiellino Gianni Lettieri al ballottaggio. A sorpresa, per qualche analista politico. Non troppo, secondo noi.
I dati consegnano la città angioina totalmente stravolta rispetto alle precedenti amministrative, in cui la Iervolino sbaragliò la concorrenza al primo turno con un 60% senza appello. Ma da allora il vento è cambiato, dalla fine del tandem Bassolino-Iervolino, in sella dal 1993, ai tanti strascichi mediatici e politici negativi per il centrosinistra, fino alla consacrazione in Campania dell’ex sottosegretario PdL Nicola Cosentino, mattatore in Campania nonostante le pesanti accuse di vicinanza ad ambienti della camorra.
Una vittoria al primo turno di Lettieri era praticamente impossibile, ma le cifre snocciolate (con fatica) dal Ministero dell’Interno consegnano dei quadri ben delineati: il centrodestra vince ma non sfonda, con la coalizione più forte rispetto al candidato (43% contro 38%) cui segue staccata la lista Forza del Sud di Gianfranco Miccichè, in questa tornata bigliettino da visita del Ministro Carfagna.
Il centrosinistra di Pd e Sel rimedia una batosta ad opera di avversari vicini e lontani, con un 23% (più del 19% del prefetto Mario Morcone, ma meno del solo Popolo della Libertà quasi a 24) che lo affossa dopo una gestione infelice delle primarie poi annullate. Una lezione di politica per i dirigenti nazionali (il partito locale è stato commissariato da Roma, con il deputato Andrea Orlando a fare da rappresentante). La pur cristallina integrità di Morcone non ha compensato il suo scarso appeal sulla popolazione, specie in confronto all’autore delle inchieste Why Not e Poseidone.
Più contenuta la discrepanza tra l’11% del Terzo Polo e il quasi 10 del loro rappresentante Raimondo Pasquino.
De Magistris, si diceva. Il 16% della coalizione (tirata per metà dall’IdV e per il resto dalla civica del magistrato e dalla Federazione della Sinistra) è di gran lunga inferiore rispetto al suo exploit che lo attesta al 27%. E’ l’unico caso in cui l’aspirante primo cittadino ha superato il proprio partito: preferenze su aspiranti consiglieri di centrodestra, centrosinistra o terzo polo e croce pure sul magistrato, catalizzatore (da solo) del gradimento dei napoletani. Un voto di rottura con i canonici schieramenti che asciuga il bacino del Movimento 5 Stelle e lo costringe ad accontentarsi di un risultato (1,5%) molto più modesto degli ottimi scrutini delle altre città d’Italia (Bologna e Torino su tutte) e leggermente in crescita rispetto a quello incassato dal candidato Fico alle regionali 2010. La lotta personale dell’europarlamentare Mastella proprio al collega dipietrista non lo porta oltre un misero 2%.
La grande personalità, l’essere personaggio, la capacità di intercettare la voglia di cambiamento dopo 18 anni di continuità sono state caratteristiche fondamentali in una corsa elettorale del genere, ancor più se la sfida si riduce ad un testa a testa. Non a caso, sia Lettieri che De Magistris commentano i loro risultati autodefinendosi “il vero cambiamento“. Senza il voto personale al candidato consigliere, i partiti ridurranno ancora di più la loro forza trainante e i valori degli aspiranti sindaci diventeranno fondamentali.
La convergenza tra terzo polo e Pd-Sel sarebbe stata più facile (e forse già preventivata dalle parti) se a sfidare Lettieri fosse stato Morcone. Oltretutto l’Udc, in Provincia e Regione, appoggia il PdL. Più complicata la situazione di Fli, in maggioranza in Provincia, traballante in Regione. Con la presenza di De Magistris tutto si complica, pur calcolando che la somma dei suoi voti con quelli delle coalizioni di opposizione al PdL darebbero la vittoria. Ma in certi casi, la matematica è un’opinione e non si possono fare affatto calcoli esatti. I giochi sono aperti e le possibilità di una “non decisione” del terzo polo darebbe ancora più importanza al peso specifico dell’aspirante primo cittadino. Da solo.
Al nostro giornale, il candidato IdV così rispose sull’ipotesi ballottaggio: ´Qualora fossi io ho il mio programma e il mio progetto per Napoli: se su questo altri partiti vorranno convenire sarà positivo. Un’apertura condizionata.
Lettieri, con l’aiuto di Cosentino, è l’uomo da battere. Le due settimane che ci separano dai risultati definitivi partenopei saranno roventi.
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al TGRegione ha detto che continuerà a girare per Napoli per parlare con la gente e fare capire che il cambiamento, con la sinistra, è possibile.
Forse dovrebbe anche indicare i nomi di qualche possibile assessore. Per guadagnarsi la stima dei moderati, degli imprenditori, della ‘gente che conta’. Deve dimostrare, cioè, di sapere amministrare la città. Una reale discontinuità “dall’altra sinistra” e una concreta alternativa al PdL. -
Magari se la smettesse di diffamare la gente per poi chiedere l’immunità parlamentare sarebbe meglio.
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Be’, si tratta di opinioni espresse nell’esercizio delle loro funzioni a norma dell’art.68, primo comma, della Costituzione, non di uno scudo da “casta”, eh.
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