A due anni dal terremoto, i piccoli aquilani vittime di stress e crisi d'ansia - Diritto di critica
A due anni dal terremoto dell’Aquila, un bambino su quindici ”rivive ancora lo stesso attimo drammatico, prova paura intensa, senso di impotenza e orrore: tutti disturbi che vanno sotto il nome di ”Sindrome postraumatica da stress“. E’ il dato che emerge dallo studio condotto dagli esperti dell’ospedale Bambin Gesù di Roma, su un gruppo di duemila tra bambini e ragazzi aquilani (500 di età compresa tra i tre e i 5 anni).
In accordo con i pediatri del capoluogo e della provincia dell’Aquila, nei mesi scorsi sono stati distribuiti diversi questionari dai quali è emerso che nella fascia di età tra i 6 e i 14 si differenzia la risposta al trauma e quindi la sindrome postraumatica da stress, a seconda della maggiore o minore vicinanza all’epicentro del sisma. Ad essere colpito dalla sindrome è il 7,1% dei ragazzi, almeno 100 su 1.500. Più alto il dato relativo alle crisi di ansia: ne soffre l’11% dei bambini e adolescenti sottoposti al test, circa 165 su 1.500 nella fascia di età compresa tra i 6 e i 14 anni. Sono stati registrati, infine, disturbi nell’affettività – fragilità d’umore, risposte esagerate o alterate rispetto al contesto, ipervigilanza – nel 7,7% dei casi.
Secondo quanto è emerso, dunque, almeno un alunno per classe, tra asilo nido e medie, ha ancora negli occhi e nella mente il terrore vissuto il 6 aprile 2009. La ricostruzione, prima che materiale, per questi ragazzi deve avvenire nell’animo. Allo Stato e alle istituzioni il compito e la responsabilità di non abbandonarli.