Da Fukushima alla Slovenia, i veri pericoli per l'Italia - Diritto di critica
Reportage, filmati e servizi. Massima copertura mediatica per il dramma di Fukushima. “La nube è arrivata sui nostri cieli”, informavano i tg qualche giorno fa. Eppure, gli stessi organi di informazione, tanto preoccupati per le radiazioni giapponesi, si disinteressano delle minacce più prossime: la centrale nucleare di Krsko, in Slovenia, a soli 100 chilometri dalla frontiera italiana, è stata realizzata in una zona sismica e non sarebbe in grado, secondo alcuni esperti, di sopportare un terremoto superiore a 6 gradi Richter.
La centrale slovena negli ultimi anni ha dimostrato di non essere particolarmente affidabile. Il 4 giugno 2008 è stata fermata per cinque giorni a causa di una fuoriuscita di liquido dal sistema di raffreddamento. Un allarme rientrato nel giro di qualche ora ma che lasciò con il fiato sospeso tutta l’Europa, in particolar modo gli sloveni, i croati e i cittadini italiani residenti in Friuli Venezia Giulia. Da quel momento il governo, per bocca del ministro Frattini, si è detto disponibile a partecipare al raddoppio della centrale che dovrà avvenire nel 2023, quando l’attuale struttura diverrà obsoleta. Dietro ci sono gli interessi economici di Enel, ma anche la necessità di avere il controllo della situazione su una centrale che fa veramente paura, costruita trent’anni fa.
Preoccupati per quello che sta attualmente avvenendo in Giappone, tra i friulani è tornata la paura quando il 23 marzo scorso la centrale ha subito uno stop per problemi ad un traliccio. “L’evento inconsueto è durato circa un’ora, poi il sistema è stato stabilizzato e la centrale è stata riallacciata al sistema elettrico. Tutti i sistemi di sicurezza hanno funzionato”, ha dichiarato il direttore dell’Agenzia per la sicurezza nucleare della Slovenia, Andrej Stritar. Ma il giorno dopo un nuovo incidente costringe i tecnici a spegnere ancora una volta la centrale. I responsabili dell’impianto hanno riferito che la centrale si è fermata automaticamente dopo che dal sistema energetico è saltato un elettrodotto che trasporta l’energia verso la Croazia.
Nessun rischio perché tutti i sistemi di sicurezza hanno funzionato alla perfezione. Ma cosa succederebbe in caso di un terremoto? E pensare che solo qualche giorno prima, l’europarlamentare friulana del Pd, Deborah Serracchiani, aveva lanciato un allarme sicurezza riferendosi proprio alla centrale slovena: “Il tema degli standard di sicurezza delle centrali nucleari deve tornare a essere considerato molto seriamente perché, soprattutto in Europa, le conseguenze potrebbero essere terribili”.
Gli sloveni tendono a minimizzare. Il presidente dell’amministrazione dell’impianto atomico, Stane Rozman, davanti alle telecamere del Tgr Rai del Friuli Venezia Giulia, ha dichiarato: “Per noi è fondamentale informare regolarmente sull’attività della centrale e segnalare ogni singolo cambiamento o blocco. La trasparenza ci garantisce l’alto livello di fiducia dell’opinione pubblica”. Ma il sospetto che l’impianto non sia sicuro, soprattutto perché esposto ad eventuali rischi sismici, c’è. Il senatore del Partito democratico Carlo Pegorer ha presentato infatti un’interrogazione al ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo sull’incidente. “Posto che non è la prima volta che la centrale nucleare di Krsko registra incidenti conseguenti al suo malfunzionamento chiedo se il Governo italiano sia in possesso o meno di più dettagliate informazioni su tali recenti incidenti”, ha dichiarato Pegorer. Secondo il senatore del Pd “la stessa Repubblica di Slovenia si sarebbe dotata di dosi di iodio sufficienti a garantire la cura della propria popolazione”. Pegorer ha inoltre chiesto al governo se sia stato previsto “un piano di distribuzione di pillole di iodio” nelle regioni italiane prossime a centrali nucleari estere, “da utilizzare in caso di insorgenza di nube tossica da tali impianti”.
Il WWF rende noto che il territorio sloveno è particolarmente sismico e proprio nell’area del sito della centrale vi è stato negli ultimi 500 anni un terremoto compreso tra il 5° e il 6° grado Richter. La centrale dovrebbe, sulla carta, resistere ad un sisma di 5,8 gradi, ma i continui incidenti fanno temere una nuova e vicinissima Fukushima.
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veramente non è esatto dire che non se ne parla …
è stato detto a chiare lettere da molti, Report compreso
ma anche centrali apparentemente più moderne sono un pericolo mondiale, stante il fatto che il fall-out non guarda in faccia nessunoche dire di una centrale come questa
http://www.songscommunity.com/index.html?from=SONGS
costruita in riva all’oceano, e senza nemmeno un molo di protezione come a Fukushima?
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