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Diritto di critica | December 26, 2024

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All'ombra della Libia, in Iran scatta la repressione - L'appello di Amnesty - Diritto di critica

All’ombra della Libia, in Iran scatta la repressione – L’appello di Amnesty

“Il leader dell’opposizione iraniana Hossein Mousavi e Mehdi Karroubi, e le rispettive mogli Fatemeh Zahra e Rahnavard Karroubi, sono stati prelevati nelle loro abitazioni dalle forze di sicurezza il 24 febbraio 2011. Non è noto il luogo in cui sono detenuti”.

L’appello viene da Amnesty International (sezione italiana) che invita a firmare un appello per la loro liberazione e per dare quella scorta mediatica che sulla realtà iraniana spesso è mancata e tutt’ora manca. “Dopo le contestate elezioni presidenziali del 2009 – siega Amnesty – Hossein Mousavi e Mehdi Karroubi hanno subito gravi restrizioni alla loro libertà di espressione, di associazione e di movimento. Dopo aver invitato a manifestare in sostegno dei popoli tunisino ed egiziano il 14 febbraio 2011, i due uomini sono stati messi agli arresti domiciliari, ed è stato negato a chiunque di entrare o uscire dalle loro abitazioni. Il 24 febbraio i due leader, insieme alle loro rispettive mogli, sono stati portati via”.

Secondo alcune fonti, Mousavi e Karroubi potrebbero trovarsi nella prigione Heshmatiyeh di Teheran. Nei giorni scorsi, inoltre, le forze di sicurezza iraniane avevano circondato la residenza dei leader dell’opposizione, impedendo qualsiasi contatto con i parenti. Secondo alcuni testimoni, Karroubi e la moglie sarebbero stati trasferiti alla mezzanotte di giovedì scorso dopo che almeno otto furgoni della polizia si erano radunati davanti alla loro residenza.

Ad oggi in Iran ci sarebbero almeno seicento prigionieri politici, tra questi anche diversi parenti e collaboratori dei due leader arrestati

Nei giorni scorsi, mentre il mondo guardava alla Libia e all’escalation di violenza nel Paese di Gheddafi, su internet si rincorrevano le notizie sul regime di carcerazione domiciliare cui erano sottoposti Karroubi e Mousavi: dal silenzio telefonico a causa delle linee staccate fino all’arresto e al trasferimento in una prigione.

FIRMA L’APPELLO DI AMNESTY