La lotta di Obama al Homelessness - Diritto di critica
Altro che crisi del ’29. Anche se il Pil è tornato a crescere, negli Usa la crisi è tutt’altro che passata. Gli effetti del crollo continuano a farsi sentire nella società. Su una popolazione residente che sfiora i 320 milioni, i disoccupati sono 15 milioni, pari al 4,7%. Se consideriamo il valore percentuale, negli Stati Uniti la situazione è certamente migliore rispetto a tanti paesi europei, ma guardando i valori assoluti, sono numeri impressionanti. Si tratta di un esercito di indigenti o persone a rischio povertà, in un paese nel quale il concetto di assistenza è da sempre delegato all’iniziativa privata, mentre i singoli stati e il governo federale se ne occupano sempre in maniera marginale. Per questo il numero dei senzatetto negli Usa ha raggiunto picchi spaventosi: 1,6 milioni di persone, comprese 170mila famiglie, pari alle popolazioni di Milano e Brescia messe insieme.
Inoltre, dopo quasi 10 anni di “guerra al terrorismo”, l’America si ritrova a fare i conti con un “esercito” di reduci allo sbando, spesso senza lavoro e senza una casa. A livello nazionale ce ne sono 100mila senza un tetto sulla testa, mentre altrettanti sono a rischio. Secondo il consiglio nazionale per i veterani senzatetto, negli Usa un homeless su tre ha indossato l’uniforme militare e ha servito il suo Paese fuori dai confini nazionali. Ma dopo il congedo la vita torna ad essere difficile e i problemi di inserimento non sono affatto facili. Ci sono anche differenze razziali in questo senso: secondo le autorità americane, il 56% dei veterani senzatetto è nero, nonostante i bianchi rappresentino quasi l’80% di tutti gli arruolati.
L’amministrazione Obama, quindi, prova a correre ai ripari. Dopo la riforma sanitaria che estende a diversi milioni di persone, prive di assicurazione, l’assistenza di Stato, il governo federale ha avviato uno dei più ambiziosi progetti per combattere il fenomeno dei senzatetto: l’Opening doors.
L’imponente e ambizioso piano prevede alcune tappe da raggiungere nell’arco di 10 anni. Entro il 2015 dovranno avere alloggio e possibilmente un lavoro tutti gli homeless cronici e i veterani di guerra, mentre nel 2020 il fenomeno dovrà essere quasi completamente debellato, togliendo dalla strada definitivamente i bambini e le loro famiglie.
L’Opening doors arriva dopo il fallimentare piano dell’amministrazione Bush, iniziato quasi 10 anni fa, che ha portato solamente alla realizzazione di quasi la metà degli alloggi popolari promessi (circa 70mila case realizzate). Cosa è mancato al progetto precedente? Sicuramente sono mancati i fondi perché latitava la volontà politica. Ma è stata carente anche la strategia. L’amministrazione Bush aveva programmato di realizzare abitazioni senza però avere un piano occupazionale e una normativa che consentisse ai giovani di avere mutui a tasso agevolato per l’acquisto della prima casa. Obama punta proprio su questi due aspetti per vincere la sua nuova battaglia alla homelessness.
“Ma il governo da solo non può farcela”, spiega Hilda Solis, direttrice del Dipartimento del lavoro. “Raggiungere questi obiettivi richiede una forte partnership con il Congresso, i vari stati, gli enti locali e le organizzazioni religiose e filantropiche; tenendo conto che la migliore arma per contrastare questa realtà è creare lavoro”. La cosa più importante, secondo la Solis, è che tutti gli enti interessati debbano “essere sullo stesso piano, mettendo da parte i propri egocentrismi”.
Anche se gli obiettivi sono ambiziosi, l’amministrazione Obama sembra fiduciosa, in considerazione dei positivi dati dei precedenti interventi a partire dall’Homelessness prevention del 2009. Secondo il governo statunitense, per una spesa di 1 miliardo e mezzo, il progetto ha salvato 750mila senzatetto, mentre il programma Veteran affairs supportive housing ha già fornito casa a 20mila combattenti e alle loro famiglie. Una goccia nel mare che fa sperare anche se Obama è solo all’inizio di un’operazione epocale che potrebbe trovare ostacoli di fronte ad un Congresso in cui i repubblicani, da sempre nemici dell’assistenzialismo, sono maggioranza alla Camera.
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E’ spaventosamente vero quanto narrato nell’articolo. Posso testimoniare che a downtown Los Angeles è pressochè impossibile passegiare, dopo
una certa ora, per la presenza , in tutti i marciapiedi coperti , di migliaia di senzatetto che dormono in sacchi a pelo o dentro scatole di cartone o
in altri rifugi di fortuna. L’america delle contraddizioni…senzatetto che dormono nei portici delle più grandi banche del mondo!
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