Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Diritto di critica | November 21, 2024

Scroll to top

Top

La primavera giudiziaria di Silvio Berlusconi - tutti i processi (parte I) - Diritto di critica

La primavera giudiziaria di Silvio Berlusconi – tutti i processi (parte I)

Non solo Rubygate per Silvio Berlusconi: caduti gli scudi della legge Alfano e del legittimo impedimento, sono diversi i processi che riprenderanno o inizieranno tutti insieme questa primavera. Non si tratta, ovviamente, di un attacco combinato della magistratura “politicizzata”: questi processi sono infatti gli “arretrati” con la giustizia cui Berlusconi si è sottratto grazie a leggi ad personam e che ora inonderanno la sua scrivania e la cronaca politica nostrana, come un fiume impetuoso dopo il crollo della diga che lo tratteneva.

Vediamo dunque quali sono i processi che attendono Berlusconi nella sola Milano (altri tre lo attendono a Roma e a Trani): sono quattro per sei ipotesi di reato.

Processo Rubygate

È il caso più celebre. Il premier è accusato di concussione aggravata e prostituzione minorile. Secondo l’accusa Silvio Berlusconi avrebbe intrattenuto atti sessuali (anche non rapporti sessuali completi, stando alla legge 38/2006, varata dal precedente governo Berlusconi) a pagamento con Karima El Mahroug detta Ruby, per coprire i quali avrebbe poi abusato della sua qualità (ma non della funzione) di presidente del Consiglio dei ministri, al fine di ottenere il rilascio della giovane marocchina, facendo aleggiare lo spettro dell’incidente diplomatico e affermando che la ragazza fosse la nipote dell’allora presidente dell’Egitto, Hosni Mubarak (tesi avallata ufficialmente dalla Camera dei Deputati).

Per Berlusconi è stato richiesto il rito immediato, a differenza degli altri indagati (fra cui Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti), poiché per questi ultimi è scaduto il termine per poterlo richiedere (tre mesi dall’iscrizione nel registro degli indagati, scaduti presumibilmente a dicembre/gennaio).

Martedì il GIP ha ritenuto le prove presentate dalla procura di Milano non sufficienti per archiviare il caso o per un supplemento d’indagine, accogliendo quindi la richiesta dell’accusa di passare subito in giudizio, saltando una lunga fase di udienza preliminare. Il GIP ha inoltre respinto anche le ipotesi della difesa che riteneva il caso di competenza del tribunale dei ministri (a dispetto del nome, è composto da tre magistrati di Milano estratti a sorte, con funzioni inquirenti, non giudicanti), poiché, sempre secondo la difesa, se abuso vi è stato, esso è avvenuto nella funzione (e non solo nella qualità) di presidente del Consiglio. Se l’ipotesi della difesa venisse accolta, a seguito di un probabile ricorso da parte della Camera alla Corte Costituzionale per conflitto di attribuzione, il processo sarebbe destinato a spegnersi, poiché la Camera negherebbe con ogni probabilità l’autorizzazione a procedere.

Nel frattempo, però, Berlusconi verrà processato come un cittadino comune: il collegio sarà formato da tre giudici donne (scelte in modo automatico, senza intervento umano e dunque senza malizia). La prima udienza è prevista il 6 aprile.

Processo Mediaset

Questo processo era quasi giunto a conclusione. Berlusconi è accusato di appropriazione indebita, frode fiscale e falso in bilancio dal pubblico ministero Fabio De Pasquale: secondo l’ipotesi dell’accusa, suffragata da un numero imponente di atti raccolti in 12 Paesi del mondo, Silvio Berlusconi avrebbe sfruttato la compravendita dei diritti televisivi per creare fondi neri in paradisi fiscali e dunque evadere le tasse. Il meccanismo è quello delle scatole cinesi ideato dall’avvocato inglese David Mills: i diritti televisivi venivano venduti a società offshore riconducibili a Berlusconi, ad un prezzo sempre più elevato, fino ad arrivare a Fininvest, che li pagava molto cari. La differenza fra il prezzo di partenza e quello pagato da Fininvest costituiva fondi neri su cui non avrebbe pagato le tasse e che avrebbe sottratto agli altri azionisti, per un ammontare che, secondo il pm, nel quinquennio 1994-1999 ammonterebbe a diverse centinaia di milioni di dollari.

Il processo, che era ormai in dirittura d’arrivo, è stato bloccato nell’aprile scorso dal legittimo impedimento. La prossima udienza è prevista il 28 febbraio, ma si dovrebbe – secondo la prassi – ricominciare da capo a causa del cambio del collegio giudicante. Prescrizione molto vicina.

(Continua)

Photo credits | Presidenza della Repubblica italiana

Comments