Segreto di Stato: il governo dimentica il caso Toni-De Palo - La lettera di Berlusconi - Diritto di critica
Nel turbinio del sexgate di Ruby, la vicenda di Graziella De Palo e Italo Toni – su cui pure il governo Berlusconi si era impegnato – rischia di ricadere nel dimenticatoio da cui a fatica era emersa in occasione del trentennale della scomparsa dei due giornalisti (2 settembre 1980, in Libano). E una nuova, fitta nebbia di silenzio potrebbe coprire anche la desecretazione dei documenti protetti dal Segreto di Stato, la cui proroga è scaduta il 31 dicembre scorso. Ad oggi dunque, le carte che attesterebbero i rapporti tra l’allora Servizio segreto militare italiano (Sismi) e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), dovrebbero essere consultabili.
Il tono della lettera che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha inviato nell’ottobre 2009 al Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica (Copasir), sul punto è ambigua. Diritto di Critica è in grado di riproporne il testo che – come si vedrà – fissa nel 31 dicembre 2010 il termine scaduto il quale avrebbe potuto essere svelata la vera natura e le condizioni del Lodo Moro. È passato invece più di un mese da quella data senza alcun cenno da parte del governo. Immischiato nella vicenda Ruby, il presidente del Consiglio non si è ancora espresso né ha dato disposizioni sull’eventuale proroga del Segreto di Stato (che scadrebbe nel 2014).
LA LETTERA
Il 12 ottobre 2009, il premier, Silvio Berlusconi, scriveva all’allora presidente del Copasir, Francesco Rutelli:
«Gentile presidente, rispondo alla sua lettera concernente la proroga fino al 31 dicembre 2010 del Segreto di Stato, di cui è stata data comunicazione al Copasir nelle forme di rito, ai sensi dell’articolo 39 della legge 124 del 2007, sui rapporti in Libano tra il Sismi e l’Olp, in occasione della scomparsa dei giornalisti Toni e De Palo. A tale riguardo, desidero preliminarmente ricordare che si è ritenuta necessaria la proroga del Segreto per la protezione degli stessi interessi che furono a suo tempo motivo dell’opposizione e della conferma del Segreto al Tribunale di Roma, da parte dell’allora presidente del Consiglio (Bettino Craxi, ndr). Pur tenuto conto del tempo trascorso e dei mutamenti intervenuti nel contesto internazionale, infatti, il disvelamento di delicati rapporti intrattenuti all’epoca dal Sismi, potrebbe tutt’ora provocare ripercussioni nell’area Mediorientale, comunque ancora connotata da elementi di forte criticità, con possibili ricadute sulla sicurezza del nostro Paese. Desidero al contempo darle assicurazione che già in occasione della proroga sono state attentamente prese in considerazione le aspirazioni dei famigliari dei giornalisti De Palo e Toni a conoscere ogni eventuale informazione che possa riguardare la scomparsa dei loro congiunti. Si è infatti deciso di non utilizzare tutto il periodo di proroga previsto dalla legge che avrebbe consentito di prolungare il Segreto – che si ripete attiene ai rapporti Sismi/Olp – fino al 2014 (venne opposto nel 1984 dal colonnello Giovannone e poi confermato, ndr), ma di fissare il nuovo termine del vincolo al 31 dicembre 2010. In parallelo, proprio per corrispondere alle aspirazioni dei familiari dei giornalisti, nello stesso giorno in cui è stata disposta la proroga, lo scorso 22 settembre, sono state date apposite indicazioni all’Aise (i servizi segreti, ndr), tramite il direttore generale dei DIS (Dipartimento informazioni per la Sicurezza, il cui direttore è Giovanni De Gennaro, ndr) affinché fosse compiuta un’attenta rivisitazione del carteggio. La documentazione di interesse verrà infatti attentamente selezionata in modo da isolare in modo puntuale e quindi circoscrivere al minimo indispensabile gli atti che ancora appaiono meritevoli della massima protezione, in relazione al richiamato interesse alla sicurezza e ai corrispondenti fattori di rischio nello scenario libanese, tenuto conto anche della presenza in quel Paese di un contingente militare italiano. In questo modo verrà verificata per ogni specifica informazione che dovesse riguardare la scomparsa di Italo Toni e Graziella De Palo, l’eventuale attinenza all’oggetto del Segreto e conseguentemente, in linea con quanto auspicato dal Comitato, si potrà prendere in considerazione la possibilità di liberare dal vincolo, anche prima del termine del 31 dicembre 2010, tutta la documentazione non strettamente pertinente agli interessi protetti. Nel quadro della consueta collaborazione istituzionale, il Copasir verrà tempestivamente informato degli esiti dell’attività di rivisitazione del carteggio. Alla scadenza della proroga, infine, verrà compiuta una rivalutazione complessiva dell’attualità del Segreto alla luce degli eventuali fattori di rischio per l’Italia che ancora dovessero essere presenti nell’area Mediorientale, tenendo a tal fine nella dovuta considerazione anche il parere dei ministri interessati».
Ad oggi, però, nessuno ha ripreso in mano né riesaminato le carte di un caso che sembra “sospeso” nel limbo. Ai parenti dei due giornalisti è stato dato accesso a 1.240 documenti ma altri restano coperti dal Segreto di Stato, un muro che sarebbe dovuto crollare – salvo diverso pronunciamento – il 31 dicembre scorso, svelando il Lodo Moro prima di tutto. «Dalle carte – spiega a Diritto di Critica Giancarlo De Palo, fratello di Graziella – dovrebbe riemergere la verità sul caso Toni–De Palo e sul Lodo Moro, un patto noto a tutti ma mai certificato da alcun documento. Il sospetto è che quelle carte possano svelarlo e metterlo nero su bianco, facendo diventare verità storica una vicenda su cui per anni sono state fatte solo ipotesi. Nonostante questo – conclude De Palo – nessun giornale né alcun cronista sembra interessarsi seriamente alla vicenda». Un limbo di silenzio nel bailamme del bungabunga.
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Tanto di cappello a questo articolo, che dovrebbe fare arrossire di vergogna i giornalisti della carta stampata e di “Raimediasette”, nessuno dei quali si era ricordato di questa importante scadenza, che, come Torsello giustamente rivela,
riguarda non solo la sia pur gravissima e perdurante censura sulla tragica vicenda di Graziella e Italo, ma una pagina chiave della storia italiana generata dal Lodo Moro e dagli accordi segreti fra il SISMI e l’OLP.
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