La rappresaglia: perquisita la redazione romana del Giornale - Diritto di critica
Le fughe di notizie non sono tutte uguali. Alcune fanno comodo ai magistrati altre meno. Alcune servono a sparigliare le carte, far partire telefonate impazzite prontamente registrate, altre invece vengono bloccate sul nascere e si indaga il giornalista. No, le fughe di notizie non sono tutte uguali. Su alcune si indaga, su altre si chiude un occhio se non tutti e due.
Dopo l’articolo del Giornale sulle vicende private del magistrato Ilda Boccassini, infatti, la Procura ha ordinato una perquisizione nella sede romana del Giornale guidato da Alessandro Sallusti (e nell’abitazione della giornalista Anna Maria Greco), per capire chi e come avesse fatto pervenire al quotidiano di casa Berlusconi quelle carte e perseguendo il presunto reato di abuso d’ufficio. Lo stesso invece non è successo quando sui giornali sono finite le 386 pagine di intercettazioni e verbali inviati dalla Procura di Milano alla Giunta per le autorizzazioni della Camera: non un’inchiesta, non una perquisizione, non un capello torto ad alcuno. Tutto nella norma, tutto consentito. Eppure – come era noto – quei verbali non dovevano uscire dalle stanze della Giunta e vi potevano accedere solo i deputati incaricati di decidere sulla perquisizione negli uffici di Spinelli. Poche ore dopo, invece, era tutto on line. Tutto pubblicato con dovizia di particolari e – soprattutto – di dati sensibili e numeri di telefono. In questo secondo caso, però, nessuno ha perquisito le redazioni dei siti responsabili della prima pubblicazione, nessun carabiniere ha bussato alla porta di questo o quel sito web da cui – con un semplice clic – si potevano scaricare tutti gli atti di richiesta di perquisizione: 386 pagine (quando ne sarebbero state sufficienti due o tre).
Sallusti, dunque, questa volta ha ragione quando dice che «la perquisizione nell’abitazione privata della collega Anna Maria Greco, autrice dell’articolo che conteneva sentenze pubbliche del Csm, non solo è un atto intimidatorio ma una vera e propria aggressione alla persona e alla libertà di stampa. Stupisce che soltanto le notizie non gradite ai magistrati inneschino una simile repressione quando i magistrati stessi diffondono a giornalisti amici e complici atti giudiziari coperti da segreto».
E si è schierato con i colleghi del Giornale anche Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della Stampa, notoriamente un organo non vicino al governo: «la perquisizione di oggi a carico della collega de ‘Il Giornale’ Anna Maria Greco – ha dichiarato Siddi – appare, allo stato, assolutamente incomprensibile, oltreché, nei fatti, pesantemente invasiva. Le notizie ‘riservate’ – ha sottolineato il segretario – non escono mai con le proprie gambe». E sullo stesso tono anche il deputato del Partito Democratico, Giorgio Merlo: «È una strana perquisizione quella avvenuta nella sede del ‘Giornale’. Del resto, le perquisizioni nelle sedi dei giornali sono sempre inquietanti e preoccupanti, qualunque giornale sia. Ma nello scontro sempre più violento e radicale tra la politica e la magistratura, non credo che debbano pagarne le conseguenze anche i giornalisti. Comunque, le perquisizioni nelle redazioni dei giornali sono sempre una brutta pagina per la democrazia e per la libertà di informazione». Nemmeno una parola, in questo senso, dall’Associazione Nazionale Magistrati (Anm) che alle 14.30 di oggi ancora non aveva emesso alcun comunicato in merito. Una rappresaglia e un doppiopesismo – ammetterete – difficile da spiegare.
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Tutto è variabile, in questo paese: la libertà di stampa, la magistratura, che quando indaga su Berlusconi va difesa in tutte le piazze, ma quando indaga su D’Alema, Latorre e Fassino è brutta sporca e cattiva e va trattata da pazza e trasferita d’urgenza.
Il problema è che se non ci liberiamo del “problema supremo”, non riavremo un clima democratico, purtroppo, e non ci riusciremo a liberare delle scorie che ci sono sia a destra, sia a sinistra che al centro. -
Difendere l’indifendibile è una virtù tutta italiana…
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I verbali della magistratura con le intercettazioni sono liberamente scaricabili (http://download.repubblica.it/pdf/2011/documento.pdf), questo perché il renderle pubbliche non è assolutamente contro la legge, non si tratta di documenti segreti come qualcuno ha detto.
Altro discorso è divulgare documenti interni del Csm per “indagare sugli amori della Bocassini” come ha fatto il Giornale, che non solo getta fango su tutti i nemici di Berlusconi, ma lo fa anche nei modi più ignobili possibili. -
questo articolo giunge a conclusioni sbagliate… siccome non hanno fatto perquisizioni o indagini per la fuga di notizie dei verbali delle intercettazioni, allora queste indagini sono sbagliate… forse era il caso di dire che, ben vengano le indagini sulle notizie di reato, soprattutto per figure di reato gravi e a rilevanza pubblica come l’abuso d’ufficio, e che si era commesso un errore a non indagare nel caso dei verbali.
comunque la perquisizione a casa della giornalista non credo fosse intimidatoria, ma al fine di trovare riscontri alla notizia di reato, cosi come per la redazione… se l’accusa è di aver fatto “uscire” dalle stanze del CSM documenti riservati, questi documenti dovranno essere trovati per verificare se la notizia è veritiera, e dove cercarli se non a casa o nella redazione del giornale che le ha pubblicate???????
la linea di questo articolo ricorda un pò il vecchio adagio per cui la condanna di Craxi era ingiusta perchè anche altri hanno commesso lo stesso reato e ne sono andati indenni…
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La divisione dei poteri è stata prevista per evitare che uno prevaricasse l’altro.
Con l’abolizione dell’immunità parlamentare l’equilibrio è saltato e una parte della magistratura ne approfitta -
Quoto Simone Pani, ha ragione su tutta la linea.
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Ehm, veramente la segnalazione per la perquisizione è partito dallo stesso CSM perchè si trattava di un documento interno e riservato. Ma l’autore di questo articolo non lo scrive, anzi è convinto che sia pubblico.
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Per l’esattezza l’accusa consiste nel presunto passaggio di documenti interni al Csm. Quindi la perqusizione ci sta tutta, serve per trovare riscontri sull’effettiva fuoriuscita degli stessi documenti. .Che sono pubblici lo dice, con una certa faciloneria e malafede, Sallusti. E poi fa ridere questa teoria secondo la quale farebbe comodo alla magistratura indagare su presunte fughe di notizie piuttosto che su altre. La segnalazione è partita dal Csm, ed una volta che un magistrato riceve una notizia di reato deve, non “può” o “dovrebbe”, far scattare le indagini. Così come ha fatto quando è venuta a conoscenza della fuga di notizie a Trani.
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E poi, e qui finisco, non ti sorge il dubbio che Dagospia, che non c’entra niente con “il fatto” o “la repubblica”, anzi la sua area di riferimento è berlusconiana, abbia diffuso le intercettazioni della procura di Milano per lasciare ai difensori di B. un pretesto per lagnarsi della violazione della privacy?
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Stavolta, Torsello, mi sembra che hai toppato per eccesso di garantismo; il Giornale per mestiere è incaricato di gettare fango addosso a chi non va a genio al Cav., sia esso un giornalista, Boffo, un parlamentare, Fini, un magistrato ecc.
Quello del CSM era un procedimento “discipinare”, interno al CSM doveva restare.
Sallusti nella polemica con il suo ex direttore Feltri ha dato il peggio di sè, faccio fatica a definirlo “credibile”.
In conclusione, mi sembra tirata per i capelli l’accusa di “doppiopesismo” che mandi ai magistrati milanesi che stanno indagando su B. -
anche per me hai toppato Fabio, e alla grande
richiami l’ ordine dei giornalisti, retaggio fascista, quando sulle opinioni non ha alcun potere, come daltronde sono i tuoi scritti
non riesco a trovare completo il tuo “articolo” sulla vendita dei deputati per bearmi del tuo parere; rinnovo la richiesta: mi dai indicazioni utili con cui io possa arrivare a leggerti ?? -
Bravo ottimo articolo che condivido da convinta anti berlusconiana! Non condivido i commenti qui sopra.. Se vogliamo mandarli via per i suoi metodi anti costituzionali e attaccare il giornale per i caso boffo è su quello che dobbiamo focalizzarci!! L articolo si squalifica di per se ma le fonti non c entrano!! Dalla procura si dal csm no?? E stato un atto scellerato e invasivo un bel cross per la tesi delle toghe rosse e della sinistra = comunismo. Bisogna essere intelligenti!! Così come con tanti pm che ci sono non vanno datele indagine sempre ai soliti se non sembra davvero una lotta personale. Basta queste lotte tra le istituzioni le istituzioni siano illibate !! Non. Cadiamo nel loro livello. Lasciamo che poi le sentenze parlino se diffamazione c e. Quel dossier sulla boccassini faceva ridere poteva essere un boomerang e invece con la perquisizione è stata una zappa sui piedi! Non cadiamo come dicono loro nel fazioso!!!
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Il doppiopesismo giustamente rilevato da questo articolo mi fa pensare ad una verità contro la quale a loro tempo la classe politica insorse: in Italia è in atto una “guerra per bande”, e la nostra, aggiungo, rischia di non essere più una Repubblica fondata sul lavoro, ma sul RICATTO.
Nella Repubblica della P2 di Silvio Berlusconi il conflitto si sta radicalizzando fino all’imbarbarimento: Berlusconi è il Bene, Berlusconi è il Male. In questa guerra che non conosce esclusione di colpi, e che rischia di riportarci agli anni tragici del terrorismo, mi vengono solamente in mente le parole di Pier Paolo Pasolini: “L’Italia è un Paese orribilmente sporco”. Bello slogan per i 150 anni di unità nazionale!
A 56 anni, nella mia personale esperienza di vita, tornato cattolico, penso che per ritrovare la speranza di migliorarci dovremmo prima di tutto imparare ad emarginare il Male che è dentro ognuno di noi, e poi sì a lottare, e questo vale in modo particolare per giornalisti della tua onestà intellettuale, Emilio Fabio Torsello, contro il Male che si annida sempre nel Potere e nella sete spasmodica di Potere. -
e di che si lamenta la “giornalista” Anna Maria Greco; se vieni fermato senza documenti ti portano al comando e se non vai a genio a qualche agente ti pomiciano (perquisiscono) anche con un dito guantato in der furello (due buci se donna). Da professionista qual’ è (dello scrivere, intendiamoci) dovrebbe sapere che queste azioni non sono reazioni persecutorie a casaccio, bensì ordinate per trovare riscontro a notizie di reato; fessa lei che da giornalista ha voluto il suo sgoob e che finalmente i più sanno che anche lei esiste.
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