Brucia l’Egitto. L’atmosfera al Cairo e nelle principali città egiziane si fa sempre più tesa di ora in ora: esplosioni in tutta la capitale e scontri che si susseguono anche dopo il coprifuoco proclamato per le 18.00 locali (17.00 in Italia) nella capitale, ad Alessandria e a Suez ed esteso poi a tutte le città egiziane.
Al Cairo è stata data alle fiamme la sede del Partito Nazionale Democratico di Hosni Mubarak e la folla ha assalito il Ministero degli Esteri, mentre continuano a bruciare anche macchine della polizia in vari punti della città, quasi completamente in mano ai manifestanti. La polizia infatti si è ritirata per lasciare posto all’esercito: dalle mosse delle forze armate potrebbe dipendere l’esito degli scontri. Le immagini di Al Jazeera in diretta mostrano le strade delle varie città egiziane gremite di manifestanti, si parla di scontri anche ad Alessandria e a Suez e di migliaia di persone nelle piazze. Persone che chiedono libertà e giustizia, stanche della corruzione diffusa, della povertà e della disoccupazione: sulle labbra dei protestanti ricorre il nome di Khaled Siad, il ragazzo egiziano ucciso di botte a giugno ad Alessandria da due poliziotti e diventato il simbolo della rivolta.
La rabbia è più forte del coprifuoco: addirittura alcuni poliziotti si tolgono la divisa e vengono portati in trionfo dalla folla, mentre ad Alessandria i manifestanti accolgono l’esercito e salgono sui mezzi blindati sventolando bandiere egiziane, al grido ‘ l’esercito è con noi’. A Suez le forze armate tentano invece di disperdere la folla e al Cairo altri mezzi blindati sono entrati in città contro i manifestanti che stanno violando il coprifuoco.
Le notizie corrono frammentate e ci si può basare soltanto sulle informazioni che arrivano dalla televisione ufficiale. Il web è infatti oscurato da questa notte e allo stesso modo è stato richiesto a Vodafone di sospendere la copertura sul paese: le principali armi a disposizione dei manifestati – i social network dai quali è partita la protesta e gli sms per testimoniare ciò che sta succedendo- sono quindi state bloccate, ma questo non impedisce di portare avanti la rivolta. Qualcosa riesce comunque a passare tra le maglie oscurate della rete egiziana: notizie che parlano di manifestanti minacciati con lacrimogeni e percosse e di polizia “molto molto brutale” in piazza Tahrir (dove secondo le stime ufficiali in mattinata ci sarebbero stati almeno due morti e decine di feriti), oltre che di manifestanti dispersi dalla polizia e successivamente riunitisi in altre aree della città. Nonostante il coprifuoco, tuttora ci sono migliaia di persone nelle strade.
E mentre l’Egyptair sospende per le prossime 12 ore i voli dal Cairo, si attende l’intervento pubblico del Presidente Hosni Mubarak annunciato nel pomeriggio ma sempre più in forse: ci si chiede se sia ancora nel Paese o se invece sia già fuggito all’estero. Questo sarebbe il suo primo intervento dall’inizio delle manifestazioni che stanno rendendo l’Egitto un paese molto diverso da quello di soli quattro giorni fa.
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