Bestemmie di serie B - Diritto di critica
Permesse le bestemmie in Tv. Sarebbe questo motivo per cui il quotidiano dei vescovi italiani L’Avvenire ha attaccato Mediaset. Il direttore del giornale, Marco Tarquinio, rispondendo ad una lettera di una lettrice ha dato la sua dura opinione:
«Personalmente […] qualcosa l’ho fatta già da tempo: ho cancellato la brutta china del Grande Fratello dai miei possibili percorsi televisivi. Rifiutare certi prodotti tv è l’arma più forte di cui disponiamo, ma so anch’io che non è sempre sufficiente. E anche stavolta, purtroppo, ne abbiamo una prova assai chiara. Ci sono ideatori di spettacoli che pur di ‘fare ascolti’ e tenere accesi i riflettori programmano – ma mi verrebbe da dire premeditano – incidenti-esca. Il caso del bestemmiatore e’ emblematico. Dico solo questo: mentre nel mondo ci sono decine di milioni persone che soffrono e vengono uccise per la propria fede, mentre ci sono cristiani condannati a morte per ‘blasfemia’ solo perche’ non rinunciano alla nostra fede in Gesu’ Cristo ”vero Dio e vero uomo”, in Italia – culla del cristianesimo e cuore della cattolicità – non si fa solo spettacolo dell’offesa a Dio e alla buona educazione che accomuna credenti e non credenti, ma si mette in scena anche il rito dell’indulgenza verso un’autentica blasfemia espressa nella sua forma più volgare e urtante».
È successo infatti che un concorrente del Grande Fratello, come capita purtroppo ogni anno, si sia lasciato sfuggire un’imprecazione. Nelle edizioni precedenti il malcapitato, oltre a essere tartassato mediaticamente per settimane, veniva immediatamente espulso dalla gara. Questa volta no. È arrivata l’indulgenza, con l’aggiunta di un possibile reintegro per un altro concorrente della passata edizione espulso per lo stesso motivo. Resta da capire il perché di questo strano cambiamento di idee proprio per questa edizione. Alcuni malpensanti potrebbero però fare un collegamento con la bestemmia di alcuni mesi fa del premier Sivio Berlusconi durante una barzelletta , anch’essa “perdonata” non da una rete televisiva, ma da Monsignor Fisichella: «bisogna sempre saper contestualizzare le cose».
Se sia questo o meno il motivo del perdono televisivo per il bestemmiatore, non è dato saperlo. Restano però le compassionevoli parole in difesa del Cavaliere espresse dal presidente del Pontificio consiglio per la rievangelizzazione dell’Occidente, cosa mai accaduta in precedenza. C’è da chiedersi inoltre cosa ne penseranno i nostri calciatori, che proprio da quest’anno rischiano squalifiche per blasfemia durante le partite. Qualche esperto ci potrà spiegare se la foga agonistica rientra nel cerchio delle ‘contestualizzazioni’? Non dimentichiamoci poi che il fondatore del cristianesimo è finito sulla croce proprio dopo un’accusa di bestemmia: ci fosse stato Mons. Fisichella al posto di Caifa ora forse racconteremmo tutta un’altra storia.
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