Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Diritto di critica | November 22, 2024

Scroll to top

Top

La base del Pd si scaglia contro l'alleanza con il "terzo polo". Intervista a Franco Balbo (Pd) - Diritto di critica

La base del Pd si scaglia contro l’alleanza con il “terzo polo”. Intervista a Franco Balbo (Pd)

Bersani l’ha fatta grossa. La base del Partito democratico, da quel che se ne deduce dai commenti sui siti ufficiali, sembra veramente infuriata. L’idea di allearsi al terzo polo scaricando Vendola e Di Pietro e di fatto scansando le primarie è sembrata una vera e propria “pugnalata alla schiena” per molti elettori e non solo. Frasi come «Sono un ex iscritto e tra poco sarò un ex elettore» (Francesco) ,«Se succede, lascio il partito in un secondo» (Gianluca) o «Stasera restituisco la tessera» (Francesca) si ripetono spesso sui siti democratici. Anche molti dirigerti e coordinatori locali si sono sentiti traditi da questa scelta, uno di questi è Franco Balbo, membro lecchese dell’assemblea regionale del PD della Lombardia che noi di Diritto di Critica abbiamo contattato e intervistato:

«Compagni, amici, camerati! Da oggi…i discorsi inizieranno così». Caro Franco, questa è una frase estratta dal suo blog dove lei ha criticato molto chiaramente e duramente le ultime dichiarazioni del segretario del Pd Pierluigi Bersani? Ci spiegherebbe molto semplicemente il perché?

Le ragioni sono molteplici, sia di metodo che di merito, per non essere d’accordo con la “nuova” linea Bersani, ma vi è un filo conduttore che le lega tutte: la difesa del Partito Democratico, inteso come doveva essere e per le ragioni per il quale era nato.
Il PD si era dato uno Statuto che prevedeva una forte democrazia interna, il coinvolgimento e partecipazione degli iscritti e simpatizzanti: ottimo se venisse rispettato. L’ambizione era di avere un partito in cui la scelta della classe dirigente avviene attraverso le primarie, che da voce alla gente, dove le idee non si calano dall’alto. Insomma un Partito riformatore della società italiana iniziando da se stesso. Le dichiarazioni di Bersani, purtroppo, vanno nel senso opposto.
Opposto ai principi di partecipazione democratica attraverso l’eliminazione delle primarie, in contrapposizione ai principi di democrazia interna scavalcando la direzione nazionale, ovvero l’organismo che dovrebbe definire la linea del partito in modo trasparente tramite la discussione con tutte le componenti interne. Questa deve ancora riunirsi il 23 dicembre e si troverà di fronte decisioni già preconfezionate altrove. Questo non aiuta gli elettori a capire bene cosa vuole fare il PD. Ricordo che Bersani è stato eletto Segretario con un documento che non prevedeva alleanze con Fini ed era favorevole alle primarie. Inoltre, a sorpresa, senza ascoltare la base, pochi mesi fa, Bersani rilasciò una intervista a “La Repubblica” parlando di un Nuovo Ulivo, questa alleanza con IDV e SEL che poi non si è mai concretizzata. Ma senza contenuti non si concretizzeranno alleanze né a destra né a sinistra.Fatto sta che con questa politica del “pendolo” risultiamo meno credibili all’elettorato.Quindi la proposta è sbagliata non solo nel metodo in cui la si è posta, ma anche nel merito, perché è una proposta di alleanza priva di contenuti, se non l’antiberlusconismo che si è sempre dimostrata una strategia fallimentare. Nell’ipotesi che si andasse a elezioni e ci alleassimo con UDC FLI, come potremmo governare con la profonda differenza di contenuti che ci contraddistingue? Se poi si aggiunge anche IDV e SEL si potrebbe anche battere Berlusconi per governare il tempo di mezzora e andare tutti a casa perché non si è d’accordo quasi su nulla, rafforzando Berlusconi che stravincerebbe le elezioni seguenti. Il terzo polo sta facendo il suo lavoro. Ha detto che vuole un centro destra di stile europeo laico e liberista e non xenofobo e populista, leaderista di stile sudamericano.
Forse un po’ di voti a Berlusconi li porteranno via su questi contenuti. Il PD dovrebbe trovare altre strade e magari creare un partito di stile europeo, socialdemocratico, ambientalista e legalitario. Tutti i sondaggisti danno un bacino potenziale del 40% al PD. Purtroppo quello reale è molto meno e se queste sono le posizioni sarà sempre peggio.

Pippo Civati, consigliere lombardo del PD si è sentito giustamente chiamato in causa quando D’Alema ha definito “mentecatti e cretini” quelli che criticavano e non capiscono l’alleanza con il terzo polo. Pensa che  i cosiddetti “cretini” siano molti del Pd? La gente comune che pensa?

Conosco bene Pippo, crede fermamente nel PD, come moltissimi simpatizzanti e iscritti. Come tanti altri sta svolgendo un lavoro capillare in tutta Italia con passione e competenza, sollecitando il dibattito interno sulle tematiche concrete. L’iniziativa di ProssimaItalia a Firenze e la seconda tappa di domenica ad Oristano ne sono un esempio. Tanti giovani, e non, che hanno elaborato documenti da proporre al PD con tanta passione per la politica, con una grande voglia di cambiare questo Paese, mettendoci il loro tempo e la loro fatica sottratta spesso agli affetti personali e alla famiglia e ad altri interessi.
Credo che dare dei cretini e mentecatti a gente che con passione porta voti al tuo partito e, se non altro, cerca di non far scappare più di quanti sono già spariti, è quanto meno irriconoscente. È evidente che si sta creando una netta distanza tra la base e la Direzione del Partito, che non riguarda solo i cosiddetti Rottamatori, ma anche gli altri che vogliono ancora crederci nel PD. Nella manifestazione di Roma, sono arrivati con pullman treni e aerei da tutta Italia. E’ stata prenotata una intera nave dalla Sardegna.
Dopo queste dichiarazioni sarà difficile spiegare alla gente e ai militanti che dopo anni passati a volantinare contro le politiche di centro destra di Fini e Casini, ora dovremmo promuoverne l’alleanza.

Il probabile rifiuto alle primarie aperte con Vendola e co. e la candidatura di Fassino a sindaco di Torino sono facce diverse della stessa medaglia? Poco ricambio, paura del nuovo. Cosa ne pensa?

Il rifiuto delle primarie di coalizione sia per il candidato Premier, sia per il candidato sindaco, sono sicuramente sintomo di una incapacità politica di confrontarsi sui contenuti. Rifiutare le primarie per individuare i candidati per le cariche amministrative significa non rispettare le regole: l’articolo 18 dello Statuto del PD le prevede espressamente, qualora ci sia più di un candidato.
Io penso che questo Paese, e non solo il PD, abbia bisogno di un rinnovamento della sua classe dirigente. Si è resa necessaria una nuova classe dirigente formata, che emerga per il merito e sia spinta dall’etica del bene comune. La cosa certa è un Partito che non scommette sul suo futuro è un Partito destinato a scomparire.
Mi viene in mente la trasmissione di RAI2: X-Factor. Cantanti affermati, cercano nuovi talenti, aiutandoli e portandoli sul palco. Il PD fa l’esatto contrario. Se uno ha l’X-Factor meglio allontanarlo o dargli del “cretino”, perché non sia mai possa togliere le luci della ribalta ai soliti noti, lì sul palco da 30 anni e con risultati a dir poco esaltanti.

Ora invece alcune domande su questioni locali:

Mafie/’ndrangheta al Nord:Che lei sappia ci sono membri del Pd coinvolti? Il Nord si è svegliato troppo tardi o è una situazione che tutti conoscevano e accettavano?

Che la Mafia sia presente in Lombardia penso fosse risaputo. Tuttavia quello che noi cittadini lombardi non ci aspettavamo è che la capitale dell’ ndrangheta fosse Milano e non Reggio Calabria. Per quanto riguarda il coinvolgimento politica-mafia, posso parlare per il mio territorio, che è la provincia di Lecco. Da ciò che mi risulta gli esponenti del PD locale sono tutte persone rispettabili. C’è una questione di metodo che va presa in considerazione: non va combattuta solo la criminalità organizzata, ma anche l’atteggiamento mafioso che disprezza le regole del vivere civile. Il PD deve fare della lotta alla criminalità il punto principale del suo agire politico, ma per essere credibile deve iniziare dal rispetto delle proprie regole, che in questi anni ha spesso faticato a seguire.
Mi viene in mente Berlinguer quando richiamava alla “questione morale”.
Oggi chi non vuole più le primarie ha due possibilità: o cambia lo Statuto secondo le regole previste, o esce dal partito.
Il rispetto delle regole non è un optional, ma è già una categoria della politica, un contenuto di un programma politico da proporre agli elettori. Se si vuole una società che rispetti le regole bisogna che si dia l’esempio anche nel proprio piccolo.

L’Expo: si farà o come molti pensano tutto finirà in un nulla di fatto e in una grande figuraccia internazionale?

Io sono nato a Milano, amo la mia città, io spero che l’Expo possa essere realizzato. Non tifo contro solo perché lo ha gestito la Moratti. L’Expo, se gestito in modo trasparente, potrà portare benefici a Milano, a tutta la regione e all’Italia. Io credo che alla fine si farà- Ci sono troppi interessi economici in ballo. L’Italia è quel paese che per costruire degli asili nido ha bisogno di pensarci per anni, ma per costruire qualcosa che da un tornaconto economico sa come trovare le risorse.

Alleanze: a livello regionale Formigoni sembra imbattibile, cosa manca al Pd per prendere in mano la Lombardia? Quali errori?


La Lombardia è una Regione “anomala” nel panorama italiano. Per molti aspetti è la regione più europea dell’Italia. In questa regione ci vorrebbe un partito democratico di stampo europeo, simile alle socialdemocrazie presenti in moti Stati dell’Unione. Un Partito laico, ambientalista, legalitario, vicino ai problemi reali dei cittadini lombardi e meno romanocentrico. Al PD Lombardo manca sicuramente il coraggio di rinnovarsi completamente esprimendo una classe dirigente nuova, che sappia creare una alternativa a Formigoni. Una alternativa radicale completamente opposta a quello che fino ad ora è stata la politica lombarda. Penso alla privatizzazione della sanità, dove chi ha i soldi può accedere in pochi giorni a prestazioni sanitarie e chi fa fatica ad arrivare a fine mese deve aspettare più di 100 giorni per qualsiasi visita pagando il ticket.
Ecco, un PD che voglia mettere al centro una sanità pubblica al servizio di tutti, con una attenzione ai veri sprechi, sarebbe un PD convincente e alternativo a Formigoni.
Se il PD Lombardo è comunque quasi sulla stessa linea distaccandosi per cose futili da quello che già propone Formigoni, allora tra la copia e l’originale la gente sceglie l’originale.
Puntare sull’ambiente, sulla green economy per creare nuovi posti di lavoro, migliorare la qualità della vita dei cittadini deve essere una priorità per il PD Lombardo.
Se Formigoni è d’accordo a far costruire una centrale nucleare vicino Mantova, il PD non solo deve essere contrario, ma dimostrare che vi sono energie alternative che si ricavano in modo meno invasivo e anche economicamente vantaggioso.

Comments

  1. val

    Se Bersani pensa di fare il ducetto la tessera va restituita ma non domani. A Bersani diamo una seconda opportunità, facendogli capire che il partito sono gli iscritti e gli elettori. Altrimenti la tessera, personalmente, la lascio a fine anno. E chiudo col PD.