11 settembre, venti anni dopo. I numeri per non dimenticare
Vent’anni fa, in meno di due ore, l’America e il mondo furono colpiti e squarciati nel loro cuore più profondo, e anche quello che sembrava più sicuro. Nulla sarebbe più stato come prima. Paura, insicurezza e instabilità diventarono universali, come se una forza maggiore ci avesse denudati e resi vulnerabili.
Vent’anni dopo, allo stesso tempo, spirali e spirali di guerra, violenza, ingiustizia e perfino una pandemia ci dicono impietose che nulla è cambiato. E quel che accade in Afghanistan dimostra il fallimento della politica internazionale.
Da quell’11 settembre è incredibilmente passato quasi il tempo di una generazione, ma tra il “prima” e il “dopo” ci sono in mezzo migliaia di vite, migliaia di famiglie, migliaia di storie.
Questi i numeri terribili di quel giorno e di una tragedia che porta ancora con sé conseguenze devastanti.
- 2977: le vittime complessive (esclusi i 19 dirottatori) dei tre attacchi terroristici pianificati da al-Quaeda
- 343: i vigili del fuoco deceduti mentre cercavano di mettere in salvo più persone possibili
- 4: gli aerei dirottati. I primi due colpirono le torri del World Trade Center di Manhattan, New York. Un terzo si schiantò contro una parete dell’edificio del Pentagono. L’ultimo, diretto a Washington, precipitò nei pressi di Shanksville, in Pennsylvania
- 102: i minuti passati tra il primo attacco e il crollo delle due torri
- 1,8: le tonnellate di detriti rimosse dal sito che fu chiamato “Ground Zero”, dove ora sorge il One World Trade Center
- 3,1: le milioni di ore di lavoro per ripulire la zona del disastro
- 60: i miliardi di dollari di danni stimati nel sito del World Trade Center e nei dintorni
- 123: i miliardi di dollari di perdita economica nelle settimane successive agli attacchi, soprattutto nel settore aereo, economico-finanziario e della ristorazione
- 25mila: le persone ammalate negli ultimi 20 anni in conseguenza alla nube tossica di polveri e residui metallici scaturita dal crollo delle torri. Tumori, asma, malattie dell’apparato respiratorio, digestivo e nervoso. E disturbi mentali da stress traumatico. Il numero, purtroppo, è destinato a crescere nei prossimi anni.