Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Diritto di critica | November 21, 2024

Scroll to top

Top

Oscar 2020, il coreano Parasite è nella storia. Tutti i vincitori

Oscar 2020, il coreano Parasite è nella storia. Tutti i vincitori

Cala il sipario sugli Academy Awards edizione numero 92, forse una delle meno prevedibili e pronosticabili. Al Dolby Theatre di Los Angeles è stata la notte del camaleontico Joaquin Phoenix, di Brad Pitt e soprattutto del regista sudcoreano Bong-Joon-ho. Dopo la Palma d’Oro a Cannes, infatti, il suo “Parasite” si porta a casa ben quattro Oscar, tra cui miglior film, miglior film straniero, regia (battuti Tarantino e Scorsese) e sceneggiatura originale. È la prima volta, in quasi un secolo di vita del premio, che la statuetta come migliore pellicola viene assegnata ad un’opera in lingua non inglese.

La sorpresa La storia (dramma, commedia e thriller insieme) di un incontro-scontro tra famiglie di estrazione sociale diversa ha conquistato i giurati dell’Academy nonostante la succulenta concorrenza: i favoritissimi e già diventati veri e propri cult “Joker”, “C’era una volta a Hollywood” e “The Irishman”, ma anche titoli come “1917” e il gioiellino neozelandese “Jojo Rabbit” (che si porta a casa solo la vittoria nella categoria della sceneggiatura non originale).

La consacrazione di Phoenix Nella categoria “miglior attore” sbaraglia (meritatamente) gli avversari Joaquin Phoenix, grazie al Joker più intenso e potente di sempre. Al discorso di ringraziamento l’attore ricorda emozionato il fratello River (scomparso nel 1993), ribadisce l’importanza di lottare contro le diseguaglianze e completa la sua redenzione: «Sono stato un mascalzone per tutta la vita, sono stato egoista. A volte sono stato crudele, una persona con cui era difficile lavorare e sono grato che così tanti di voi in questa stanza mi abbiano dato una seconda possibilità». Questa volta l’ennesimo “secondo posto” di Leonardo Di Caprio, candidato per il tarantiniano “C’era una volta a Hollywood”, non ha fatto tanto scalpore. In lizza c’era anche, tra gli altri, Antonio Banderas per la sua interpretazione di Pedro Almodóvar in “Dolor y Gloria”.

Joaquin Phoenix posa con l'Oscar 2020
Joaquin Phoenix

Il trionfo di Renée Zellweger e Laura Dern Donne intense, anticonformiste e combattive. Anche nella gara per la miglior interpretazione femminile le attrici che si contendevano il premio hanno dato il meglio di sé. La spunta la Zellweger per il ruolo di Judy Garland nel biografico “Judy”. L’attrice centra la vittoria dopo due candidature (“Chicago” e “Il diario di Bridget Jones”) e la statuetta come attrice non protagonista nel 2004 (“Ritorno a Cold Mountain”). Primo Oscar invece per Laura Dern, attrice non protagonista in “Storia di un matrimonio” (candidato anche come miglior film); dietro di lei, tra le altre, Scarlett Johansson, Margot Robbie e Kathy Bates, quest’ultima nel cast di “Richard Jewell” di Clint Eastwood.

Laura Dern e Renée Zellweger posano con gli Oscar 2020
Laura Dern e Renée Zellweger

Brad Pitt ringrazia Quentin Tarantino Già premiato come produttore di “Dodici anni schiavo” di Steve McQueen (2013), Brad Pitt vince per la prima volta come attore (non protagonista, in “C’era una volta a Hollywood”), abbraccia l’amico fraterno Di Caprio e scioglie la platea con le sue parole di gratitudine verso Quentin Tarantino, che lo ha voluto nel ruolo di controfigura del divo personificato proprio da Di Caprio: «Il cinema sarebbe triste senza di te. Sei originale, davvero unico, cerchi sempre il meglio delle persone. E ora dobbiamo cominciare a dimostrare il nostro affetto per gli stuntman». Poi la dedica ai figli: «Questo Oscar è per i miei bambini, faccio tutto per voi, vi adoro». Impeccabile.

Ricordiamo qui l’elenco dei vincitori nelle principali categorie:

◾Miglior attore non protagonista: Brad Pitt (“C’era una volta a Hollywood”)

◾Miglior attrice non protagonista: Laura Dern (“Storia di un matrimonio”)

◾Miglior regia: Bong Joon Ho (“Parasite”)

◾Miglior film straniero: “Parasite” (Corea del Sud)

◾Miglior film d’animazione: “Toy Story 4” di Josh Cooley

◾Miglior documentario: “American Factory” di Steven Bognar e Julia Reichert

◾Miglior fotografia: Roger Deakins (“1917”)

◾Migliori costumi: Jaqueline Durran (“Piccole donne”)