La Turchia attacca i curdi in Siria. Riunione d'emergenza all'Onu
La Turchia ha iniziato i raid nel nord-est della Siria. Dopo i giorni confusi del ritiro/non ritiro del contingente americano, il presidente turco Erdogan ha annunciato l’inizio dell’operazione tristemente chiamata “Operation Peace Spring”, ovvero “primavera di pace”, parlando di «combattere il terrore e permettere ai rifugiati siriani di tornare alle loro case». L’offensiva lanciata contro le forze curde siriane, ufficialmente rivolta ad alcuni obiettivi strategici della milizia dell’Ypg, si è concentrata sulla zona della cittadina di frontiera Ras el-Ayn, coinvolgendo anche i villaggi a sud e sud-est di essa. I combattenti curdi sostengono che i jet abbiano colpito anche aree civili: ci sarebbero vittime. Secondo media locali, Ankara avrebbe allertato ben 5mila soldati delle forze speciali turche. Nel frattempo l’Isis ha rivendicato alcuni attacchi contro basi e postazioni curde a Raqqa e Tabqa, sul fiume Eufrate.
Putin invita alla calma Tra la preoccupazione della Comunità Internazionale, il presidente russo Putin ha invitato il suo omologo a «non compromettere gli sforzi congiunti per risolvere la crisi siriana», mentre il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker è intervenuto così al Parlamento europeo: «Rivolgo un appello alla Turchia affinché blocchi l’operazione militare in corso. Ankara non si aspetti che la Ue finanzi una cosiddetta zona sicurezza». Prevista per giovedì 10 ottobre una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu.