Montalbano e gli altri, la Sicilia di Camilleri è dentro di noi
La fortuna editoriale per Andrea Camilleri è arrivata tardi: quando esce “La forma dell’acqua”, primo romanzo che vede protagonista la ‘creatura’ Commissario Montalbano, lo scrittore ha 69 anni. È il 1994. Da allora Camilleri scala le classifiche dei libri più venduti e rimane costantemente nei primi posti: un fenomeno vero e proprio che lo rende un “cult”. Una fetta di lettori sempre più ampia conosce e apprezza l’indagine poliziesca ambientata nell’universo siciliano, magistralmente descritto dalla penna di un isolano doc. E i suoi lavori in pochi anni vengono tradotti in 120 lingue, vendendo oltre 30 milioni di copie in tutto il mondo.
Un’isola quasi magica Scorrendo le pagine dei romanzi, scritti con uso abbondante di sublime dialetto, viviamo una Sicilia sospesa nel tempo, bella e violenta, misteriosa, scioccante in tutti i sensi. Se ti concentri arrivi a sentire i profumi mediterranei e l’odore del mare, a immaginare quel cielo terso che pare un blocco immobile, azzurrissimo. Quel cielo e quel mare che ognuno di noi (o quasi) ha ormai indelebili dentro di sé.
I successi Camilleri ci guida in un viaggio sensoriale in ogni suo libro. Dal “Re di Girgenti”, ambientato nel Seicento durante le rivolte contadine, a “La mossa del cavallo”, che analizza un caso di errore giudiziario nella Sicilia di fine ‘800, fino al “Tailleur grigio”, che vede protagonista una moderna femme fatale, una fimmina tra le molte ricorrenti nella letteratura dell’autore. E sullo sfondo, innegabile ormai, si muove la mafia. Mai esplicitamente toccato, il tema mafioso sale alla ribalta in “Voi non sapete”, dizionario ragionato dei termini con cui il boss Provenzano si rivolgeva ai suoi; un vademecum esemplare ottenuto analizzando i famosi pizzini del superlatitante.
La creatura simbolo Ad ogni modo è il commissario Montalbano il personaggio più amato. Un poliziotto di Vigata (città immaginaria corrispondente ai luoghi della provincia di Ragusa), costantemente diviso tra il ruolo di commissario integerrimo e quello privato di uomo comune, pieno di vizi. Montalbano è scorbutico, introverso, egoista quanto basta ed eternamente affamato. Ma è anche «maturo, sperto, omo di ciriveddro e d’intuito», capace di risolvere casi spesso drammatici con astuzia e quel tocco di malinconica ironia tipicamente siciliana.
Montalbano in tv Era inevitabile che la trasposizione televisiva delle sue storie riscuotesse grande successo, anche fuori dall’Italia. Partito su Rai Due nel 1999 e promosso in poco tempo alla prima serata di Rai Uno, la fiction sul commissario più originale dello schermo continua a sbancare l’Auditel anche con le repliche. Merito di una grande sceneggiatura (alla quale ha collaborato Camilleri stesso), delle location incantevoli, e dell’umanità del nostro personaggio, in cui tutti, in fondo, possono immedesimarsi. Luca Zingaretti, l’attore che lo interpreta e che a lui deve la sua fortuna, incarna alla perfezione la complessità dell’uomo meridionale, e in particolare il carattere ricco di sfaccettature di Montalbano.
Senza fine Oggi il Maestro se n’è andato, ma il successo continua e continuerà. I lettori e gli spettatori ringraziano. Al grido di “Montalbano sono!”, espressione entrata ormai di diritto nell’uso comune.