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Diritto di critica | November 24, 2024

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Nuova legittima difesa, basta la minaccia. Ecco la legge-simbolo di Salvini

Con 201 voti favorevoli è arrivato il sì del Senato al provvedimento che modificherà i termini della legittima difesa in caso di aggressione all’interno di una proprietà privata, ad uso abitativo o commerciale. Una riforma (approvata anche da M5s e Forza Italia) emblema del successo politico del Ministro dell’Interno, che ha commentato con un tranciante «Non si legittima il Far West, ma si sta con i cittadini per bene». Mentre l’Associazione Nazionale Magistrati è scettica e si interroga sulla costituzionalità della legge, vediamo cosa cambia di fatto rispetto al testo precedente.

È SUFFICIENTE LA MINACCIA Affinché scatti la legittima difesa basterà che il ladro entrato in casa, o in una qualunque proprietà di un cittadino, minacci di utilizzare un’arma, senza che la mostri o la punti concretamente in direzione della vittima. Di fatto il nuovo articolo 1, che va a modificare l’articolo 52 del Codice penale, definisce con spettro più ampio i termini entro i quali un soggetto può “usare un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere la propria o altrui incolumità, i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo di aggressione”.

LO SCHERMO DEL GRAVE TURBAMENTO Un’altra parte modificata, questa volta relativa all’articolo 55 e all’ “eccesso colposo”, protegge dal rischio di punibilità chi si è difeso in “stato di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto”. Se assolto o prosciolto in sede penale, inoltre, chi si è legittimamente difeso non sarà responsabile civilmente, ovvero non dovrà risarcire il danno derivante dal fatto in sede civile.

QUATTRO ANNI PER LA VIOLAZIONE DI DOMICILIO La riforma della legge sulla legittima difesa aumenta l’entità delle pene per i reati connessi all’intrusione in proprietà private: quattro anni di carcere per la violazione di domicilio, sei e sette anni per furto e scippo, fino a sette anni per rapina. Le sanzioni salgono a 2500 euro (attualmente erano di 2mila euro). L’eventuale sospensione della pena avverrà, in caso, solo dopo l’avvenuto risarcimento per il danno alla persona offesa.

I PUNTI CRITICATI DAI GIUDICI Anche se ovviamente non verranno meno le indagini di prassi, e la legittima difesa andrà accuratamente dimostrata, la riforma limita di fatto la discrezionalità del giudice. Per molti penalisti, il provvedimento è «inutile e pericoloso» perché rischia di diffondere la convinzione che in casa si possa agire in condizioni di impunità. Secondo l’Associazione Nazionale dei Magistrati la legge non tutelerà meglio i cittadini: «Al contrario, introduce concetti che poco hanno a che fare con il diritto – ha dichiarato all’Ansa il Presidente Francesco Minisci – prevede pericolosi automatismi e restringe gli spazi di valutazione dei magistrati, oltre a portare con sé grandi difficoltà di interpretazione. Questo significa che tutti saranno meno garantiti».

LE ARMI IN ITALIA Secondo i dati diffusi dall’associazione Small Arms Survey e relativi al 2017, le armi da fuoco detenute, legittimamente e non, da privati cittadini in Italia sono 8 milioni e 600mila. Nel 2013 nel nostro Paese si commetteva quasi un omicidio per arma da fuoco ogni 100mila abitanti (Fonte: Firearms in the European Union – Flash Eurobarometer).