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Diritto di critica | December 24, 2024

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Nuova Zelanda, un’arma in pochi mesi. Usa, basta un’ora. I casi nel mondo

Dopo il massacro di Christchurch, la Nuova Zelanda pensa alla modifica della legge sulla detenzione di armi e ad un giro di vite sui piccoli fucili semi-automatici, che attualmente, a differenza di Paesi come Gran Bretagna e Australia, non sono vietati. Secondo l’organizzazione internazionale “Small Arms Survey” sul territorio neozelandese, alla fine del 2017, le armi da fuoco in mano a civili erano 1,2 milioni. Un numero elevato, anche se inferiore a quello degli Stati Uniti (più di un’arma per abitante; arma ottenibile, tra l’altro, in una sola ora, se acquistata direttamente da un privato). A livello mondiale, i dati parlano di ben 857 milioni di pezzi (l’85 per cento del totale), con un incremento del 32 per cento rispetto al 2006. Vediamo come alcuni Stati esteri regolano il possesso e il rilascio di pistole e fucili. In Italia, dal settembre scorso, la normativa in materia è meno restrittiva: per ottenere la licenza, per esempio, non c’è più l’obbligo di avviso a familiari o conviventi.

Stati Uniti Le procedure e i tempi di attesa variano da Stato a Stato, ma l’iter di base consiste in un rapido accertamento su abitudini, passato, precedenti di violenza domestica ed eventuale stato di immigrazione. Iter che viene saltato a piè pari se l’arma è acquistata direttamente da un privato. Circa un terzo degli americani possessori di un’arma non ha subìto nessun accertamento o controllo.

Germania Dopo aver accuratamente motivato la richiesta, in Germania si ottiene il permesso di comprare un’arma sostenendo un esame e sottoponendosi a controlli sulla fedina penale, precedenti, salute mentale e assunzione di droghe. La sistemazione e conservazione dell’arma nella propria abitazione è severamente verificata: i tedeschi che hanno una pistola o un fucile in casa accettano che la polizia effettui ispezioni a sorpresa.

Giappone Per comprare un’arma in Giappone (non da caccia, per la quale occorre un’altra apposita licenza) è necessario effettuare diversi passaggi. Tra gli altri: corso specializzato per armi da fuoco con esame scritto, certificato medico attestante la salute mentale e il non consumo di droga (nemmeno in passato), corso e test pratico, colloqui e accertamenti da parte della polizia, scelta dell’arma e certificato del venditore, ulteriori controlli e ispezione dell’abitazione e del luogo dove verrà messa l’arma stessa.

Australia Nella terra dei canguri avere un’arma è un privilegio, non un diritto. La legislazione prevede quindi che il richiedente dimostri di essere un collezionista o faccia parte attivamente di un club di tiro. Dopo un corso teorico e pratico e alcuni accertamenti, occorre almeno un altro mese per comprare lo specifico tipo di arma per cui si è ricevuta l’autorizzazione.

Nuova Zelanda La concessione di base per avere un’arma si ottiene in poche settimane, massimo qualche mese. Si passa attraverso una serie di accertamenti, colloqui e ispezioni, poi si segue un corso. La maggior parte di fucili o pistole può essere comprata online o attraverso annunci. I maggiori di 16 anni in possesso della licenza possono avere più armi, molte delle quali, tra l’altro, non devono essere obbligatoriamente registrate.

Messico Una volta che le autorità locali hanno accertato la pulizia della propria fedina penale, chi vuole acquistare un’arma deve dimostrare di avere un lavoro e di essere ben pagato. E recarsi poi nell’unico rivenditore autorizzato del Paese, a Città del Messico, dove gli verranno anche prese le impronte digitali.

Yemen Un caso peculiare è il tormentato Yemen: la legge afferma che l’acquirente debba rivolgersi a concessionari autorizzati e registrare l’arma, ma di fatto la normativa non viene applicata. Lo Stato della Penisola araba è il secondo al mondo per tasso di possesso di armi tra la popolazione civile. Davanti solo gli Stati Uniti.