Una, cento, mille contraddizioni di governo a 5 stelle
La coerenza non è il loro forte. I 5 stelle criticavamo i "professoroni" e i governi "non eletti", per poi fare lo stesso
Hanno attaccato il governo Monti perché composto da “professoroni”. Poi hanno attaccato i governi Letta, Renzi e Gentiloni perché “non eletti da nessuno”. Nel mentre, hanno sempre sottolineato un punto: “non ci alleiamo con nessuno”. Poi hanno vinto le elezioni e “l’apriscatole” si è trasformato in una “scatoletta di tonno”.
Coerenza, prima di tutto
Partiamo dalla fine. “Se ci dovessimo alleare con i partiti che hanno distrutto l’Italia, io lascio il Movimento”, disse Alessandro Di Battista qualche tempo fa. Il Movimento ha stretto un patto di governo con la Lega che ha sostenuto i governi Berlusconi che hanno portato alla crisi finanziaria del 2011, e Di Battista è ancora là. Luigi Di Maio, oggi leader del Movimento, ha dichiarato che l’esecutivo che si viene prefigurando verrà guidato da Giuseppe Conte che “è stato votato da 11 milioni di persone”. Quando né gli elettori 5 stelle né gli elettori di centro-destra hanno mai votato una coalizione composta da Lega e Movimento, tanto meno il prof. Conte, sconosciuto ai più ed essenzialmente una figura tecnica.
Un quasi premier, “onesto e competente”
“Onestà”, gridavano forte. “Competenza”, era una delle loro parole-chiave. Poi hanno indicato una persona come Conte che, non ha mai rubato ma che ha qualche anomala ombra su suo curriculum: ha scritto di aver soggiornato per almeno un mese ogni anno dal 2008 al 2012 presso la New York University al fine di “perfezionare e aggiornare i suoi studi”. Eppure, dall’Università rispondono: “Non abbiamo avuto nessun Giuseppe Conte in quel periodo, né come studente, né come docente”. Inoltre, sempre sul suo cv risulta che nel 1993 abbia “perfezionato gli studi giuridici” anche all’International Kultur Institut di Vienna, istituto che non esiste. Esiste, invece, Internationales Kulturinstitut, prestigiosa scuola di lingue. Onestà, appunto. Ma anche competenza. Conte non ha mai ricoperto ruoli politici ed è completamente sconosciuto all’estero. Tuttavia, sembra un grande esperto di medicina. L’Espresso, in un articolo di Mauro Munafò, ricorda come Conte si sia più volte espresso in favore del metodo Stamina, inventato da Davide Vannoni, laureato in scienze della comunicazione, per combattere le malattie neurodegenerative. Il metodo si è rivelato una grande bufala e Vannoni ha patteggiato per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, alla somministrazione di farmaci guasti ed esercizio abusivo della professione medica. Conte non si è solo espresso a favore del metodo, ma ha anche partecipato in prima persona alla creazione della onlus Voa Voa, ideata per sostenere i costi delle cure con il metodo Stamina, fondi che sono finiti – secondo l’Espresso – alla Stamina Foundation.
10 e lode in comunicazione
Ora, il Movimento 5 stelle sta per andare al governo di questo Paese. Ci arriva grazie a una comunicazione efficace e impeccabile, grazie alla capacità di aggregare persone come non avveniva dai tempi del Pci, grazie ai voti della Lega. Nonostante si siano apposti sul petto il distintivo dei difensori della Costituzione, i 5 stelle hanno vinto le elezioni attraverso una campagna elettorale permanente, inserendo nel dibattito politico elementi in contrasto con la stessa Carta fondamentale e mutuando dalla propaganda di Silvio Berlusconi molti di questi aspetti. L’ex Cav ha sempre calcato la mano su due elementi comunicativi. Il primo riguarda “l’elezione” mai avvenuta dei governi di centro-sinistra degli ultimi anni. Se Berlusconi ha smesso di sottolineare questo aspetto da qualche tempo, i 5 stelle hanno basato la loro campagna elettorale sul fatto che il governo Renzi “non è mai stato eletto da nessuno”, sottolineando che i vari esecutivi fossero frutto dell’ “inciucio”. Peccato che sia proprio la Costituzione che loro difendono con il coltello tra i denti a non prevedere l’elezione del Presidente del Consiglio dei ministri, ma la sua nomina da parte del Capo dello Stato. Così, formalmente, avviene dal 1948, anche quando dalle elezioni emerge una maggioranza chiara. È successo tre volte a Berlusconi, due volte a Prodi. Poi dal 2013 il sistema bipolare è entrato in crisi e le maggioranze si sono formate in Parlamento, come è avvenuto regolarmente dal 1948 al 1992. Nulla di strano in una repubblica non presidenziale. Il secondo elemento comunicativo utilizzato dai 5 stelle ma ereditato dall’ex Cav è l’attacco spietato ai “voltagabbana”, cioè a tutti quei parlamentari che hanno cambiato partito durante la legislatura. Certo, negli ultimi cinque anni 347 parlamentari, il 35,5% degli eletti, hanno scelto un nuovo gruppo. Un malcostume che va certamente arginato, senza però ledere le libertà costituzionali di deputati e senatori. I 5 stelle e la Lega, invece, propongono di modificare la Costituzione che loro hanno sempre difeso, per inserire il vincolo di mandato, previsto in Italia solo sotto il fascismo. L’articolo 67 recita: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. I padri costituenti decisero di inserire in Costituzione questo divieto proprio perché i parlamentari possano esercitare il proprio mandato secondo coscienza e non seguendo le indicazioni del partito, soprattutto di fronte a questioni particolarmente delicate e che possano andare contro gli interessi della nazione.
L’ignoranza, come vanto
I 5 stelle, inoltre, hanno fatto dell’ignoranza un vanto. Se all’inizio la parola d’ordine era meritocrazia, questa ha lasciato il passo allo slogan “uno vale uno”. Così, l’autista del bus si sente in diritto di sentenziare su ricette economiche che ha letto su qualche sito di disinformazione o sui vaccini. In questo rientra anche l’attacco ai tecnici, i “professoroni”, come spesso sono stati additati. Coloro che, pur essendo laureati, “hanno distrutto l’Italia” e “non sono stati eletti da nessuno”. Poi vanno da Mattarella e chi propongono? Un professore.
Hanno attaccato il governo Monti perché composto da “professoroni”. Poi hanno attaccato i governi Letta, Renzi e Gentiloni perché “non eletti da nessuno”. Nel mentre, hanno sempre sottolineato un punto: “non ci alleiamo con nessuno”. Poi hanno vinto le elezioni e “l’apriscatole” si è trasformato in una “scatoletta di tonno”.
Coerenza, prima di tutto
Partiamo dalla fine. “Se ci dovessimo alleare con i partiti che hanno distrutto l’Italia, io lascio il Movimento”, disse Alessandro Di Battista qualche tempo fa. Il Movimento ha stretto un patto di governo con la Lega che ha sostenuto i governi Berlusconi che hanno portato alla crisi finanziaria del 2011, e Di Battista è ancora là. Luigi Di Maio, oggi leader del Movimento, ha dichiarato che l’esecutivo che si viene prefigurando verrà guidato da Giuseppe Conte che “è stato votato da 11 milioni di persone”. Quando né gli elettori 5 stelle né gli elettori di centro-destra hanno mai votato una coalizione composta da Lega e Movimento, tanto meno il prof. Conte, sconosciuto ai più ed essenzialmente una figura tecnica.
Un quasi premier, “onesto e competente”
“Onestà”, gridavano forte. “Competenza”, era una delle loro parole-chiave. Poi hanno indicato una persona come Conte che, non ha mai rubato ma che ha qualche anomala ombra su suo curriculum: ha scritto di aver soggiornato per almeno un mese ogni anno dal 2008 al 2012 presso la New York University al fine di “perfezionare e aggiornare i suoi studi”. Eppure, dall’Università rispondono: “Non abbiamo avuto nessun Giuseppe Conte in quel periodo, né come studente, né come docente”. Inoltre, sempre sul suo cv risulta che nel 1993 abbia “perfezionato gli studi giuridici” anche all’International Kultur Institut di Vienna, istituto che non esiste. Esiste, invece, Internationales Kulturinstitut, prestigiosa scuola di lingue. Onestà, appunto. Ma anche competenza. Conte non ha mai ricoperto ruoli politici ed è completamente sconosciuto all’estero. Tuttavia, sembra un grande esperto di medicina. L’Espresso, in un articolo di Mauro Munafò, ricorda come Conte si sia più volte espresso in favore del metodo Stamina, inventato da Davide Vannoni, laureato in scienze della comunicazione, per combattere le malattie neurodegenerative. Il metodo si è rivelato una grande bufala e Vannoni ha patteggiato per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, alla somministrazione di farmaci guasti ed esercizio abusivo della professione medica. Conte non si è solo espresso a favore del metodo, ma ha anche partecipato in prima persona alla creazione della onlus Voa Voa, ideata per sostenere i costi delle cure con il metodo Stamina, fondi che sono finiti – secondo l’Espresso – alla Stamina Foundation.
10 e lode in comunicazione
Ora, il Movimento 5 stelle sta per andare al governo di questo Paese. Ci arriva grazie a una comunicazione efficace e impeccabile, grazie alla capacità di aggregare persone come non avveniva dai tempi del Pci, grazie ai voti della Lega. Nonostante si siano apposti sul petto il distintivo dei difensori della Costituzione, i 5 stelle hanno vinto le elezioni attraverso una campagna elettorale permanente, inserendo nel dibattito politico elementi in contrasto con la stessa Carta fondamentale e mutuando dalla propaganda di Silvio Berlusconi molti di questi aspetti. L’ex Cav ha sempre calcato la mano su due elementi comunicativi. Il primo riguarda “l’elezione” mai avvenuta dei governi di centro-sinistra degli ultimi anni. Se Berlusconi ha smesso di sottolineare questo aspetto da qualche tempo, i 5 stelle hanno basato la loro campagna elettorale sul fatto che il governo Renzi “non è mai stato eletto da nessuno”, sottolineando che i vari esecutivi fossero frutto dell’ “inciucio”. Peccato che sia proprio la Costituzione che loro difendono con il coltello tra i denti a non prevedere l’elezione del Presidente del Consiglio dei ministri, ma la sua nomina da parte del Capo dello Stato. Così, formalmente, avviene dal 1948, anche quando dalle elezioni emerge una maggioranza chiara. È successo tre volte a Berlusconi, due volte a Prodi. Poi dal 2013 il sistema bipolare è entrato in crisi e le maggioranze si sono formate in Parlamento, come è avvenuto regolarmente dal 1948 al 1992. Nulla di strano in una repubblica non presidenziale. Il secondo elemento comunicativo utilizzato dai 5 stelle ma ereditato dall’ex Cav è l’attacco spietato ai “voltagabbana”, cioè a tutti quei parlamentari che hanno cambiato partito durante la legislatura. Certo, negli ultimi cinque anni 347 parlamentari, il 35,5% degli eletti, hanno scelto un nuovo gruppo. Un malcostume che va certamente arginato, senza però ledere le libertà costituzionali di deputati e senatori. I 5 stelle e la Lega, invece, propongono di modificare la Costituzione che loro hanno sempre difeso, per inserire il vincolo di mandato, previsto in Italia solo sotto il fascismo. L’articolo 67 recita: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. I padri costituenti decisero di inserire in Costituzione questo divieto proprio perché i parlamentari possano esercitare il proprio mandato secondo coscienza e non seguendo le indicazioni del partito, soprattutto di fronte a questioni particolarmente delicate e che possano andare contro gli interessi della nazione.
L’ignoranza, come vanto
I 5 stelle, inoltre, hanno fatto dell’ignoranza un vanto. Se all’inizio la parola d’ordine era meritocrazia, questa ha lasciato il passo allo slogan “uno vale uno”. Così, l’autista del bus si sente in diritto di sentenziare su ricette economiche che ha letto su qualche sito di disinformazione o sui vaccini. In questo rientra anche l’attacco ai tecnici, i “professoroni”, come spesso sono stati additati. Coloro che, pur essendo laureati, “hanno distrutto l’Italia” e “non sono stati eletti da nessuno”. Poi vanno da Mattarella e chi propongono? Un professore.