E il Movimento 5 Stelle apre alle ''convergenze'' con altri partiti - Diritto di critica
È da sempre la giustificazione migliore da usare con il proprio elettorato: l’appoggio esterno. Adesso iniziano a usarla anche gli onorevoli del Movimento 5 Stelle. Non alleanze esplicite ma un fantomatico sostegno da parte di “chi ci sta”: convergenze. Lo scrivevamo ieri: per riunire l’improbabile coalizione di centrodestra che dopo il risultato referendario si ritrova tra le mani la patata bollente di una non-governabilità del Paese, è necessario un accordo. Oppure un non-accordo, come forse lo chiamerebbero i grillini: l’ipocrisia del “noi governiamo da soli ma tutti sono i benvenuti”. E quindi un programma che possa chiamare a raccolta anche Forza Italia e Lega Nord, ad oggi incapaci di affermarsi in modo decisivo sull’elettorato in termini percentuali e quindi costretti a seguire.
Se Matteo Renzi ha preso in contropiede tutti dimettendosi e chiedendo in meno di 24 ore le elezioni anticipate, dunque, anche i Cinque stelle scaldano i motori e lo fanno con un fedelissimo, molto vicino al comico genovese a capo del Movimento: il consigliere bolognese del M5S, Massimo Bugani. È lui che – vista la comunicazione controllatissima e attenta fatta dai pentastellati – si lascia andare a dichiarazioni che sono un sasso nello stagno, sia per gli altri partiti all’opposizione che per l’elettorato: “Noi chiediamo che si vada al voto il prima possibile. Non ci piace l’Italicum, ma non c’è il tempo di aspettare. Non possiamo permettercelo […] Noi crediamo che al Senato si possa lavorare sui punti programmatici e vedere chi ci sta. Questa potrebbe essere una strada. Dettare una linea, e vedere chi ci sta […] Nei Comuni diverse volte la Lega o Forza Italia su temi per noi importantissimi sono pienamente d’accordo con noi. A volte anche il Pd è d’accordo con noi”..Fuor di retorica: il Movimento Cinque Stelle apre a possibili intese con Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e altri. Certo: non in modo esplicito, nessuno dirà mai “ci alleiamo con voi”, tanto che il Movimento le ha chiamate “convergenze”.
E anche il test nei confronti dell’elettorato sembra evidente: una seconda linea – non Di Maio, non Di Battista, non Beppe Grillo – si lascia andare a una dichiarazione che rappresenta un vero e proprio spartiacque, dopodiché sondaggisti e agenzie che lavorano sul sentiment online si mettono a lavoro per carpire reazioni ed eventuali critiche. Di solito funziona così: oggi tutto è tracciabile, valutabile, analizzabile. Un like, una “reazione” con la faccina incazzata, un commento negativo. E le parole di Massimo Bugani sono state riprese da giornali come Repubblica (dove le condivisioni sono quasi tremila), il Messaggero e altri. Le prime reazioni, da quanto riporta la stampa, hanno creato non poco scompiglio all’interno del Movimento.
I pentastellati, dunque, sanno bene di non avere i numeri per governare da soli, almeno al Senato. Il tanto odiato Italicum – stando ai sondaggi – al partito fondato dal comico genovese farebbe molto comodo – tanto che ne vorrebbero uno anche per Palazzo Madama, adesso – ma ad oggi vale solo per la Camera. E nel M5S gli onorevoli pentastellati sanno che anche in caso di vittoria, il rischio è l’ingovernabilità proprio in quel Senato che – come chiedevano proprio i 5 Stelle – non è stato abolito.
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ma quando mai… non inventate storie confermano ogni giorno che non
faranno alleanza con nessuno… loro hanno un programma quando i punti
convergono con altri partitti li votano ecco l’unica concvergenza
possibile -
ma quando ,ai… non inventate storie confermano ogni giorno che non
faranno alleanza con nessuno… loro hanno un programma quando i punti
convergono con altri partitti li votano ecco l’unica alleanza possibile
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