Addio Renzi, il mondo si interroga
Tra incertezze e scenari inquietanti, così i principali giornali del mondo hanno analizzato le ultime rocambolesche ore della politica italiana
La vittoria del NO al Referendum Costituzionale tiene banco sulle prime pagine di giornali e siti d’informazione di tutto il mondo. E al di là della mancata riforma, anche la stampa straniera vede il risultato della consultazione prima di tutto come una sconfitta personale di Renzi, e in seguito come un voto che potrebbe avere conseguenze a lungo termine sull’Italia.
Negli Stati Uniti Wall Street Journal e New York Times sottolineano la caduta dell’euro in Borsa e la gioia espressa dai leader populisti europei, a partire da Marine Le Pen: «Già la Brexit e l’elezione di Trump – scrive il NYT – avevano soffiato vento nelle sue vele». Per il Financial Times invece arriveranno tempi incerti e difficili, con la situazione dell’Italia che è capace di minare la tenuta democratica della Ue molto più della recente uscita della Gran Bretagna dall’Unione: «La catena di eventi avviata dalla sconfitta di Renzi nel referendum potrebbe minacciare la sopravvivenza della moneta unica o provocare una crisi finanziaria». Usa Today si chiede se il nostro Paese continuerà ad usare l’euro, e ricorda i problemi del settore bancario: «L’Italia è la terza economia dell’eurozona – leggiamo – ma ha anche istituti di credito super-indebitati che faticano estremamente a reperire liquidità». L’inglese BBC ridimensiona l’opinione generale: «Il risultato referendario è stato visto come un brutto colpo per l’Europa, sebbene non si tratti del fatto che l’Italia segua o meno il Regno Unito fuori dalla porta della Ue». Vengono riportate poi le dichiarazioni di una dispiaciuta Cancelliera Angela Merkel e del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, che ammette la necessità, con o senza Renzi, di un governo che funzioni.
Il corrispondente in Italia di El País parla di un prossimo esecutivo tecnico e si concentra sulla figura dell’ormai ex Primo Ministro: «Il quarto capo del Governo in cinque anni – scrive – ha preso il potere senza passare dalle urne, e ora in qualche modo lo ha perso democraticamente. I suoi compagni di partito ora combatteranno per prenderne il posto, a meno che queste dimissioni non siano forse una parentesi per preparare il ritorno. Renzi ha giocato pesante e ha perso per eccesso di fiducia». Il tedesco Die Welt invece incensa il segretario del Pd e spiega con l’immobilismo italiano la mancata riforma costituzionale: «Renzi ha provato a cambiare marcia e a portare fuori l’Italia da decenni di paralisi, ma ha capito che non si può camminare sull’acqua. Sarebbe possibile sono se si uscisse dai soliti percorsi della politica del Paese. Molti italiani, comunque, hanno apprezzato il suo “one-man show”, la sua volontà di fare, solo contro tutti». Ancora incognite sulla prima pagina di Le Monde, infine: «L’Italia è immersa nel dubbio. Mille giorni dopo la presa di potere, lo scenario per Renzi è cambiato. A Bruxelles temono un nuovo periodo di turbolenza politica e finanziaria, per un Paese che è il più “debole” da questo punto di vista, dopo la Grecia, nell’eurozona. La caduta di Renzi suscita sentimenti contrastanti».
La vittoria del NO al Referendum Costituzionale tiene banco sulle prime pagine di giornali e siti d’informazione di tutto il mondo. E al di là della mancata riforma, anche la stampa straniera vede il risultato della consultazione prima di tutto come una sconfitta personale di Renzi, e in seguito come un voto che potrebbe avere conseguenze a lungo termine sull’Italia.
Negli Stati Uniti Wall Street Journal e New York Times sottolineano la caduta dell’euro in Borsa e la gioia espressa dai leader populisti europei, a partire da Marine Le Pen: «Già la Brexit e l’elezione di Trump – scrive il NYT – avevano soffiato vento nelle sue vele». Per il Financial Times invece arriveranno tempi incerti e difficili, con la situazione dell’Italia che è capace di minare la tenuta democratica della Ue molto più della recente uscita della Gran Bretagna dall’Unione: «La catena di eventi avviata dalla sconfitta di Renzi nel referendum potrebbe minacciare la sopravvivenza della moneta unica o provocare una crisi finanziaria». Usa Today si chiede se il nostro Paese continuerà ad usare l’euro, e ricorda i problemi del settore bancario: «L’Italia è la terza economia dell’eurozona – leggiamo – ma ha anche istituti di credito super-indebitati che faticano estremamente a reperire liquidità». L’inglese BBC ridimensiona l’opinione generale: «Il risultato referendario è stato visto come un brutto colpo per l’Europa, sebbene non si tratti del fatto che l’Italia segua o meno il Regno Unito fuori dalla porta della Ue». Vengono riportate poi le dichiarazioni di una dispiaciuta Cancelliera Angela Merkel e del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, che ammette la necessità, con o senza Renzi, di un governo che funzioni.
Il corrispondente in Italia di El País parla di un prossimo esecutivo tecnico e si concentra sulla figura dell’ormai ex Primo Ministro: «Il quarto capo del Governo in cinque anni – scrive – ha preso il potere senza passare dalle urne, e ora in qualche modo lo ha perso democraticamente. I suoi compagni di partito ora combatteranno per prenderne il posto, a meno che queste dimissioni non siano forse una parentesi per preparare il ritorno. Renzi ha giocato pesante e ha perso per eccesso di fiducia». Il tedesco Die Welt invece incensa il segretario del Pd e spiega con l’immobilismo italiano la mancata riforma costituzionale: «Renzi ha provato a cambiare marcia e a portare fuori l’Italia da decenni di paralisi, ma ha capito che non si può camminare sull’acqua. Sarebbe possibile sono se si uscisse dai soliti percorsi della politica del Paese. Molti italiani, comunque, hanno apprezzato il suo “one-man show”, la sua volontà di fare, solo contro tutti». Ancora incognite sulla prima pagina di Le Monde, infine: «L’Italia è immersa nel dubbio. Mille giorni dopo la presa di potere, lo scenario per Renzi è cambiato. A Bruxelles temono un nuovo periodo di turbolenza politica e finanziaria, per un Paese che è il più “debole” da questo punto di vista, dopo la Grecia, nell’eurozona. La caduta di Renzi suscita sentimenti contrastanti».