Sanzioni alla Russia fino al 2016, l'Europa rischia grosso - Diritto di critica
A causa del “botta e risposta” economico con Mosca, la Ue potrebbe perdere fino a due milioni di posti di lavoro e cento miliardi nelle esportazioni.
L’allarme è stato lanciato qualche giorno fa, a seguito un’inchiesta giornalistica europea che si basava su dati del Wifo (Istituto austriaco per la ricerca economica), ma gli effetti delle sanzioni inflitte da Ue e Usa alla Russia per il caso Ucraina si vedranno nei prossimi mesi. Effetti che, secondo lo studio, saranno peggiori del previsto per l’economia comunitaria. Si parla di quasi due milioni di posti di lavoro in meno e una perdita di cento miliardi nell’export di beni e servizi. Eh si, perché a causa delle limitazioni commerciali e delle contromisure prese dalla Russia (che ha deciso l’embargo sui prodotti agroalimentari europei e americani), a soffrire saranno sia i settori produttivi europei (per un giro di affari che si aggirava sui 120 miliardi di euro), sia le economie interne dei Paesi che sono da sempre partner di Mosca. Germania compresa, in testa anche in questa graduatoria e seguita subito a ruota dall’Italia, per la quale si prospettano oltre 200mila posti di lavoro in meno e un calo della produttività dello 0,9 per cento.
Rischio Italia La Coldiretti aveva già segnalato il trend negativo: nel 2014 (le sanzioni sono state inflitte a partire dal settembre dello scorso anno) l’economia italiana ha perso oltre 1,25 miliardi di export in Russia, con un crollo dell’11,6 per cento rispetto al 2013. Senza contare il danno di immagine: «Lo stop alle importazioni dall’Italia ha provocato un vero boom nella produzione locale di prodotti “Made in Italy” taroccati, dalla mozzarella “Casa Italia” alla mortadella Milano, fino al “Parmesan Pirpacchi”, tutti realizzati nel Paese di Putin». Mosca non solo porta da noi turisti di lusso ed imprenditori affamati di ville e resort, ma fa incetta anche di vini, auto, frutta, verdura e altri prodotti tipicamente italiani. Viene da chiedersi se, in tempi come questi, il nostro Paese sia tranquillamente in grado di fare a meno di 706 milioni di euro annuali di esportazioni verso la Russia.
Sanzioni fino a gennaio 2016 Per verificare il rispetto degli accordi di Minsk, che prevedono un “cessate il fuoco” da parte russa entro la fine del 2015, in attesa di una soluzione alla guerra civile nell’est dell’Ucraina, la Ue ha deciso di prorogare fino all’inizio del 2016 le sanzioni nei confronti di Mosca. In accordo, ovviamente con gli Stati Uniti. Concordate quasi un anno fa in “risposta alle azioni illegali in Ucraina” e per convincere la Russia a ritirare i soldati dal Paese, le limitazioni colpiscono i settori più importanti per l’economia russa, ovvero quello energetico, finanziario e della difesa. Secondo il testo redatto a Bruxelles viene limitato l’accesso ai mercati alle principali banche di Mosca, ai maggiori produttori di armi e anche ai giganti del petrolio (Gazprom-neft, Rosfnet e Transfnet). La Russia è inoltre isolata diplomaticamente con l’esclusione temporanea dal G8, e subisce restrizioni finanziarie in Borsa. Sono stati sospesi poi i visti per l’ingresso in Europa a 24 oligarchi russi, finiti in una lista nera appositamente redatta. Ancora non sono state emanate, invece, sanzioni ufficiali per quanto riguarda eventuali tagli al gas del quale la Russia è il principale esportatore in Europa.
L’allarme è stato lanciato qualche giorno fa, a seguito un’inchiesta giornalistica europea che si basava su dati del Wifo (Istituto austriaco per la ricerca economica), ma gli effetti delle sanzioni inflitte da Ue e Usa alla Russia per il caso Ucraina si vedranno nei prossimi mesi. Effetti che, secondo lo studio, saranno peggiori del previsto per l’economia comunitaria. Si parla di quasi due milioni di posti di lavoro in meno e una perdita di cento miliardi nell’export di beni e servizi. Eh si, perché a causa delle limitazioni commerciali e delle contromisure prese dalla Russia (che ha deciso l’embargo sui prodotti agroalimentari europei e americani), a soffrire saranno sia i settori produttivi europei (per un giro di affari che si aggirava sui 120 miliardi di euro), sia le economie interne dei Paesi che sono da sempre partner di Mosca. Germania compresa, in testa anche in questa graduatoria e seguita subito a ruota dall’Italia, per la quale si prospettano oltre 200mila posti di lavoro in meno e un calo della produttività dello 0,9 per cento.
Rischio Italia La Coldiretti aveva già segnalato il trend negativo: nel 2014 (le sanzioni sono state inflitte a partire dal settembre dello scorso anno) l’economia italiana ha perso oltre 1,25 miliardi di export in Russia, con un crollo dell’11,6 per cento rispetto al 2013. Senza contare il danno di immagine: «Lo stop alle importazioni dall’Italia ha provocato un vero boom nella produzione locale di prodotti “Made in Italy” taroccati, dalla mozzarella “Casa Italia” alla mortadella Milano, fino al “Parmesan Pirpacchi”, tutti realizzati nel Paese di Putin». Mosca non solo porta da noi turisti di lusso ed imprenditori affamati di ville e resort, ma fa incetta anche di vini, auto, frutta, verdura e altri prodotti tipicamente italiani. Viene da chiedersi se, in tempi come questi, il nostro Paese sia tranquillamente in grado di fare a meno di 706 milioni di euro annuali di esportazioni verso la Russia.
Sanzioni fino a gennaio 2016 Per verificare il rispetto degli accordi di Minsk, che prevedono un “cessate il fuoco” da parte russa entro la fine del 2015, in attesa di una soluzione alla guerra civile nell’est dell’Ucraina, la Ue ha deciso di prorogare fino all’inizio del 2016 le sanzioni nei confronti di Mosca. In accordo, ovviamente con gli Stati Uniti. Concordate quasi un anno fa in “risposta alle azioni illegali in Ucraina” e per convincere la Russia a ritirare i soldati dal Paese, le limitazioni colpiscono i settori più importanti per l’economia russa, ovvero quello energetico, finanziario e della difesa. Secondo il testo redatto a Bruxelles viene limitato l’accesso ai mercati alle principali banche di Mosca, ai maggiori produttori di armi e anche ai giganti del petrolio (Gazprom-neft, Rosfnet e Transfnet). La Russia è inoltre isolata diplomaticamente con l’esclusione temporanea dal G8, e subisce restrizioni finanziarie in Borsa. Sono stati sospesi poi i visti per l’ingresso in Europa a 24 oligarchi russi, finiti in una lista nera appositamente redatta. Ancora non sono state emanate, invece, sanzioni ufficiali per quanto riguarda eventuali tagli al gas del quale la Russia è il principale esportatore in Europa.
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Che balle clamorose… la Russia avrebbe “soldati nel paese”??? Ma questo non ha avuto il coraggio di ammetterlo neppure la Merkel (e anche Obama ora afferma che la Russia “appoggia i separatisti”, non che ha soldati sul campo)… Lo ha detto persino Viktor Muzhenko, il comandante dello stato maggiore ucraino, che non stanno combattendo contro truppe regolari russe…
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