Salvini, i rom e il ''razzismo logico'' - Diritto di critica
di Carol Verde
“Gli zingari?”
“Ma no, gli zingari no, troppo inflazionati.. la gente vuole emozioni nuove”
“Slavi? Facce pericolose, si ubriacano, fanno risse…”
“Finché dipendiamo dal gas russo gli slavi non si toccano.”
“Cinesi. Tutti odiano i cinesi, oh, si stan comprando l’Italia!”
“I senegalesi. Grossi, scuri, fanno paura.”
“Abbiamo già escluso tutta l’Africa sud-sahariana, odiare i neri è troppo razzista”
“Troppo anni 80”
“Gli albanesi?”
“Anni 90… poi sono arrivati Ambeta, Kledi… no no, gli albanesi sono Amici di Maria ormai.”
Nella ventitreesimo episodio de Il Candidato – la web serie satirica che va in onda ogni martedì, alla fine di Ballarò – lo staff di Piero Zucca è impegnato, come sempre, a costruire l’immagine politica da presentare alle elezioni. Quale etnia attaccare, si domandano i consulenti, per fare di Piero un buon candidato razzista? E soprattutto, perché deve esserlo? “E’ una piccola strategia di marketing, niente di che… ti fai sfuggire, per sbaglio, qualcosa di molto razzista”, gli spiegano pazientemente. “Poi subito smentisci, dici che sei stato frainteso”. Il candidato Zucca, stupito, ribatte: “Così penseranno che sono razzista, ma che fingo di non esserlo!” – “Come tutti gli italiani”, gli rispondono.
In giorni delicati come questi, in cui le notizie dal Kenya scuotono le coscienze, la sparatoria al Tribunale di Milano solleva parecchi interrogativi e la presentazione del Def provoca non poche polemiche, Matteo Salvini è riuscito comunque a far campagna elettorale. Come? Puntando sui temi che maneggia meglio, andando avanti come un rullo compressore sull’agenda mediatica. E se Berlusconi ha fino alla fine costruito la sua battaglia contro la congiura delle toghe comuniste, Salvini punta direttamente ai vertici dell’Internet: ieri Facebook ha sospeso per 24 ore il suo profilo personale, e da lì è stato tutto un ricercare attenzione e sbattere i piedi. Il segretario della Lega Nord, infatti, si è indignato perché convinto che il blocco fosse dovuto all’uso della parola ‘zingari’ in un post. Un po’ esagerato, a pensarci, tanto verrebbe quasi da dargli ragione. Quasi. In serata arrivano le scuse di un portavoce di Facebook, e tutto torna: “Dopo aver esaminato la pagina di Matteo Salvini ci siamo resi conto che, mentre uno dei contenuti è stato rimosso correttamente poiché in violazione delle nostre policy riguardanti l’incitamento all’odio, abbiamo anche rimosso erroneamente un altro contenuto. (il post sugli ‘zingari’, ndr)”. I motivi della sospensione sono di portata ben più grande, dunque, e riguardano l’intervista sul suo profilo in cui proponeva di radere al suolo i campi Rom, che ha generato commenti e incitazioni al razzismo non indifferenti, senza che venissero moderati dal suo staff social. Ma è già acqua passata: il Paese reale ha la memoria di un pesce rosso, e, una volta concentrata l’attenzione sulla congiura anti-padana, il resto sfuma e la battaglia è vinta per metà.
Del resto non sono stati giorni facili, e toccava picchiare duro. L’8 aprile è stata infatti la Giornata Internazionale dei Rom e dei Sinti, e il Pd non ha mancato l’occasione di mettere sul piatto la propria versione. Si legge sul comunicato dello stesso giorno, pubblicato su partitodemocratico.it: “Dobbiamo promuovere una maggiore conoscenza della cultura Rom e Sinta in Italia e delle problematiche che emergono, consapevoli che solo l’incontro, il confronto e la mediazione possano consentire il superamento dei pregiudizi e stereotipi”. L’Associazione 21 luglio, inoltre, ha presentato il ‘Rapporto Annuale 2014’, il primo rapporto nazionale sulla condizione dei rom e dei sinti in Italia che indaga sull’anno passato per individuare la trama che ha intessuto le politiche attuate nel nostro Paese nei confronti di tali comunità. Il Rapporto, si legge nel comunicato stampa dell’Associazione, è stato presentato anche alla Presidente della Camera Laura Boldrini la quale, per celebrare la Giornata, ha ricevuto in un incontro privato un gruppo di dodici (manco a dirlo) donne in delegazione. “Nel 2014 è inoltre emerso un forte nesso tra le politiche discriminatorie e segregative e un radicato antiziganismo”, dicono i dati, “dei 443 episodi di discorsi d’odio contro i rom registrati dall’Osservatorio dell’Associazione 21 luglio, l’87% risulta riconducibile a esponenti politici.” In questa partita, dunque, basta decidere da che parte stare. I buoni di Renzi, o i cattivi di Salvini. Oppure no?
Nello stesso giorno, mentre il segretario della Lega Nord era a Mattino 5, è andata in onda un’intervista a due ragazze di 13 e 15 anni, che vivono in un campo rom della Capitale. Si mantengono rubando, a quanto dicono: “Lo facciamo sulla metropolitana di Roma e facciamo anche mille euro al giorno. Perché dobbiamo vergognarci? Noi guardiamo solo al nostro bene.” Le forze dell’ordine? Non sono un problema: “Ci hanno fermate tante volte. Se ci prendono ci portano in caserma e poi siamo subito fuori. Non possono farci niente perché siamo minorenni”. Il target preferito, infine, sembrano essere le donne anziane: “Non me ne frega”, ha detto una di loro, “tanto dopo muore… sono cose della vita, non mi dispiace: sto bene io, mi prendo i soldi e sto a posto”. Insomma, un assist d’oro e un cliché talmente forte che neanche se le avessero pagate sarebbe stato più fedele. I rom sono tutti così? Figuriamoci. Come mai, allora, le nostre bacheche Facebook, i nostri account Twitter, si sono riempiti di link e articoli a quel servizio? L’idea è che il razzismo, nella sua accezione generale, c’entri poco, e che la realtà dei fatti vada a cozzare, a volte, anche contro le buone intenzioni: esiste una sorta di ‘razzismo logico’, di prassi, empirico, trasversale. Andiamo a tentativi. Provate a chiederlo, ad esempio, a un romano. O meglio ancora, provate a chiederlo a un romano che usa i mezzi pubblici, la metropolitana, che prende il treno. Per esperienza personale vi dirà, molto probabilmente, che quanto mostrato da Mattino 5 non è affatto un cliché. Anche se, giura, non voterebbe Lega neanche sotto tortura, la situazione dei minorenni rom senza controllo non è per niente marginale, ma è anzi oltremodo fastidiosa. O forse no, non ve lo dirà. Perché nella divisione netta del mondo che un certo tipo di sinistra insegna, meglio l’omertà piuttosto che il rischio di essere accomunati a pensieri scomodi. Ma, come detto, sono solo tentativi di ipotesi.
Torniamo a Piero Zucca, candidato premier di fantasia. Alla fine dell’episodio sopra citato, il suo staff riuscirà a trovare un’etnia contro cui schierarsi: i filippini. Zucca, come sempre, farà parecchia confusione, arrivando a mettersi contro non solo la comunità filippina, ma anche quella romena, slava, cinese, con una gag tutta da ridere. Al momento dei sondaggi, però, ci sarà una sorpresa.
“L’attacco ai filippini è piaciuto. L’attacco al resto del mondo… anche. Siamo saliti.”
“Scusa ma sei sicuro? Su Facebook è pieno di indignati!”
“La gente si diverte… ma nelle intenzioni di voto abbiamo guadagnato”
“Anche a sinistra?”
“Soprattutto a sinistra”, conclude l’analista. “In effetti non abbiamo mai guadagnato così tanto”.