La crisi fa ancora paura, ma c'è luce in fondo al tunnel
Non è il terrorismo la più grossa paura degli italiani. Spaventa molto di più la crisi e la possibilità di perdere il lavoro. Ma qualcosa sta lentamente cambiando
Altro che terrorismo. La più grossa paura degli italiani è la crsi. Lo rivela un sondaggio della Demos e Pi e Osservatorio di Pavia per conto della Fondazione Unipolis. Secondo la ricerca la crisi economica che persiste nel nostro Paese preoccupa il 67% degli italiani, molti dei quali temono anche di perdere il lavoro. Molto più della criminalità, che spaventa il 44,2% della popolazione, e della possibilità che l’Italia sia bersaglio di attentati terroristici (ne è preoccupato appena più di un italiano su tre).
Sfiducia verso lo Stato e paura per la criminalità. Il dato che più sorprende, se confrontato con quello degli altri paesi europei è quello relativo alla sfiducia nei confronti dello Stato. Solo il 14% degli intervistati si fida delle istituzioni. In lieve crescita anche l’indice dell’insicurezza per i reati. Il 48% degli intervistati denuncia un aumento dei furti, delle rapine e dei fatti di sangue nella propria zona di residenza, un sentiment che non trova riscontro, nella maggior parte dei casi, nei dati reali.
Rom e arabi nel mirino. Diretta conseguenza dell’insicurezza percepita per le strade del proprio quartiere, è l’indice legato all’immigrazione, in decisa crescita, soprattutto nei confronti degli arabi e dei rom. Le due etnie, anche a causa degli attentati e delle decapitazioni dell’Isis e anche di campagne sul web, vengono percepite dal 33% della popolazione come un pericolo per l’ordine pubblico.
Una società multietnica. Ma, se da una parte aumenta la paura per il diverso, la società italiana sembra dimostrare maggiore disponibilità verso l’integrazione razziale: l’84% degli italiani estenderebbe anche agli immigrati il diritto di voto, mentre il 72% sarebbe disposto a concedere lo ius soli, cioè il diritto dei figli di immigrati, nati nel nostro Paese, di ottenere la cittadinanza italiana.
La luce in fondo al tunnel. Tuttavia, dopo il picco di “insicurezza” registrato dallo stesso Osservatorio nel dicembre 2013, quasi tutti gli indicatori vedono una flessione. Il futuro non è più oscuro e una debole luce in fondo al tunnel si inizia ad intravedere. Non si tratta di un dato legato ad una ripresa che ancora non si riesce a percepire, ma della sensazione che presto qualcosa possa, anche se lentamente, cambiare.
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Altro che terrorismo. La più grossa paura degli italiani è la crsi. Lo rivela un sondaggio della Demos e Pi e Osservatorio di Pavia per conto della Fondazione Unipolis. Secondo la ricerca la crisi economica che persiste nel nostro Paese preoccupa il 67% degli italiani, molti dei quali temono anche di perdere il lavoro. Molto più della criminalità, che spaventa il 44,2% della popolazione, e della possibilità che l’Italia sia bersaglio di attentati terroristici (ne è preoccupato appena più di un italiano su tre).
Sfiducia verso lo Stato e paura per la criminalità. Il dato che più sorprende, se confrontato con quello degli altri paesi europei è quello relativo alla sfiducia nei confronti dello Stato. Solo il 14% degli intervistati si fida delle istituzioni. In lieve crescita anche l’indice dell’insicurezza per i reati. Il 48% degli intervistati denuncia un aumento dei furti, delle rapine e dei fatti di sangue nella propria zona di residenza, un sentiment che non trova riscontro, nella maggior parte dei casi, nei dati reali.
Rom e arabi nel mirino. Diretta conseguenza dell’insicurezza percepita per le strade del proprio quartiere, è l’indice legato all’immigrazione, in decisa crescita, soprattutto nei confronti degli arabi e dei rom. Le due etnie, anche a causa degli attentati e delle decapitazioni dell’Isis e anche di campagne sul web, vengono percepite dal 33% della popolazione come un pericolo per l’ordine pubblico.
Una società multietnica. Ma, se da una parte aumenta la paura per il diverso, la società italiana sembra dimostrare maggiore disponibilità verso l’integrazione razziale: l’84% degli italiani estenderebbe anche agli immigrati il diritto di voto, mentre il 72% sarebbe disposto a concedere lo ius soli, cioè il diritto dei figli di immigrati, nati nel nostro Paese, di ottenere la cittadinanza italiana.
La luce in fondo al tunnel. Tuttavia, dopo il picco di “insicurezza” registrato dallo stesso Osservatorio nel dicembre 2013, quasi tutti gli indicatori vedono una flessione. Il futuro non è più oscuro e una debole luce in fondo al tunnel si inizia ad intravedere. Non si tratta di un dato legato ad una ripresa che ancora non si riesce a percepire, ma della sensazione che presto qualcosa possa, anche se lentamente, cambiare.