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Diritto di critica | November 5, 2024

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Quella (vecchia) sinistra italiana che insegue Tsipras

Vendola, Civati e quel che resta della sinistra italiana oggi guardano alla Grecia e ad Alexis Tsipras come al nuovo faro capace di risollevare sorti e coscienze (e voti) di quanti un tempo anche qui da noi avevano fiducia nei partiti nati e cresciuti a sinistra della Democrazia Cristiana.

Mentre scriviamo, gli Exit Poll danno Syriza vincente, con una forbice tra il 36 e il 38%. Per la Grecia e l’Europa sarebbe un risultato storico, frutto di un’austerità che ha ridotto il Paese in condizioni di estrema povertà e indigenza. E se il risultato venisse confermato, per l’UE sarebbe un pericoloso campanello di allarme, un precedente pericoloso, dato che lo stesso Tsipras ha condotto la campagna elettorale sull’onda del “non rispetteremo le promesse” fatte all’Europa.

La situazione però cambia di molto se guardiamo in casa nostra, dove il premier Matteo Renzi e il Pd sopravvivono al governo grazie all’accordo con Silvio Berlusconi e Forza Italia. Il tutto in assenza quasi totale di una qualsivoglia opposizione credibile, una sorta di “pentapartito” a due voci in stile “vecchia DC”. E a mancare, oltre a un’opposizione a destra, è una voce “a sinistra” del Partito democratico.

A disposizione dei nostalgici della sinistra che fu, oggi restano i vari Civati, Vendola, Ferrero e compagnia. Dei tre, il primo minaccia da mesi di lasciare il Partito democratico senza mai farlo, il secondo deve riposizionarsi dopo il fallimento di SEL, partito ormai lontano dalla politica di primo piano, il terzo è ricomparso chissà come durante i meeting di Human Factor, gli incontri per “la nuova sinistra” che guarda un po’ alla fine è sempre la stessa: stesse facce, stessi slogan, identica retorica, da anni. Certo, ci sarebbero personalità come l’attuale sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, ma sarebbe necessario fargli spazio e dare visibilità a un nuovo leader in un contesto in cui tutti – vecchi e nuovi – a sinistra stanno cercando di non farsi dimenticare. Certo Zedda (tra i più applauditi durante Human Factor) avrebbe tutte le carte in regola per competere con Renzi: è giovane, è stato eletto dai cittadini, è un sindaco come lo è stato l’attuale leader Pd. Forse però è ancora troppo politicamente “giovane”. Il tutto mentre fuori dal Parlamento le opzioni a disposizioni si chiamano Landini o Camusso.

Con un Pippo Civati che non può e non deve fare l’errore di legarsi a leader ormai politicamente “bolliti” come Vendola e tutta la truppa SEL in crisi di identità, la sinistra italiana sembra però avere ben poche speranze in caso di elezioni sul breve periodo. E il campo è minato anche da Grillo, è un dettaglio da non dimenticare: il comico genovese ha ancora una qualche capacità di drenare voti a sinistra, nonostante la politica immobile del M5S, incapace di sporcarsi le mani quando serve. Al di là di osannare lo Tsipras di turno in un eterno “vorrei ma non posso”, quindi, “la nuova sinistra” che tutti vorrebbero ma che stenta a realizzarsi appare incapace di proporre volti nuovi e programmi convincenti. Ma oggi tutti sono Tsipras: sperando che un giorno si ricordi di noi.

@emilioftorsello