Riesplode la violenza a Gerusalemme
Terroristi palestinesi hanno attaccato il quartiere ortodosso di Har Nof. E' solo l'ultimo di una serie di attacchi che interessano la capitale israeliana
di Giovanni Giacalone | 20 Nov 2014Aggiungi questo articolo al tuo Magazine su Flipboard
Hamas sempre più isolata
Hamas ha compiuto l’ennesimo grave errore felicitandosi per l’attacco e lanciando minacce. Il braccio palestinese dei Fratelli Musulmani, già nella lista dei gruppi terroristi in Ue, Stati Uniti e Canada, è infatti sempre più isolato anche in Medio Oriente dopo che Egitto e Arabia Saudita hanno dichiarato la Fratellanza organizzazione terrorista. A ciò si aggiunge la “black list” stipulata dagli Emirati Arabi pochi giorni fa che include numerose organizzazioni e associazioni legate ai Fratelli Musulmani.
Il nuovo governo egiziano ha colpito duramente Hamas, chiudendo il valico di Rafah, bombardando i tunnel e colpendo tutte le attività dell’organizzazione nel paese, accusata di fomentare il terrorismo e di stringere legami con Ansar al-Maqdis, gruppo terrorista autore di numerosi attentati in tutto l’Egitto, in seguito alla caduta dell’ex governo islamista.
Gli aiuti dell’Iran a Hamas sono notevolmente diminuiti, seppur ancora attivi, a causa della crisi siriana e dell’espansione dell’Isis in territorio iracheno. In area mediorientale l’unico alleato di un certo peso su cui Hamas può ancora contare è la Turchia di Erdogan che però è sempre più ambiguamente impantanata nel caos siriano-iracheno; in più occasioni sono infatti emerse imbarazzanti documentazioni che mostrano rapporti tra Ankara e i jihadisti dell’Isis.
La scorsa estate Israele aveva dato il via a un’operazione militare su Gaza per contrastare il lancio di razzi di Hamas, con esito drammatico non soltanto per la stessa organizzazione islamista ma in primis per gli abitanti di Gaza, vittime tra due fuochi. Forse Hamas pensava che scatenando un’escalation avrebbe recuperato il consenso della popolazione, perso negli anni a causa della disastrosa gestione del territorio, ma non è andata così.
Gli equilibri mediorientali sono cambiati e Hamas è ormai diventata scomoda a tanti, obsoleta, ideologicamente deleteria, un intralcio agli stessi palestinesi di Gaza che hanno bisogno di scuole, di ospedali e di infrastrutture, non certo di centri di indottrinamento, di tunnel, di missili e di fanatici mascherati che brandiscono kalashnikov e accette. Certe lezioni sono però dure da imparare e intanto si continuano a contare i morti, da entrambe le parti.
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Hamas sempre più isolata
Hamas ha compiuto l’ennesimo grave errore felicitandosi per l’attacco e lanciando minacce. Il braccio palestinese dei Fratelli Musulmani, già nella lista dei gruppi terroristi in Ue, Stati Uniti e Canada, è infatti sempre più isolato anche in Medio Oriente dopo che Egitto e Arabia Saudita hanno dichiarato la Fratellanza organizzazione terrorista. A ciò si aggiunge la “black list” stipulata dagli Emirati Arabi pochi giorni fa che include numerose organizzazioni e associazioni legate ai Fratelli Musulmani.
Il nuovo governo egiziano ha colpito duramente Hamas, chiudendo il valico di Rafah, bombardando i tunnel e colpendo tutte le attività dell’organizzazione nel paese, accusata di fomentare il terrorismo e di stringere legami con Ansar al-Maqdis, gruppo terrorista autore di numerosi attentati in tutto l’Egitto, in seguito alla caduta dell’ex governo islamista.
Gli aiuti dell’Iran a Hamas sono notevolmente diminuiti, seppur ancora attivi, a causa della crisi siriana e dell’espansione dell’Isis in territorio iracheno. In area mediorientale l’unico alleato di un certo peso su cui Hamas può ancora contare è la Turchia di Erdogan che però è sempre più ambiguamente impantanata nel caos siriano-iracheno; in più occasioni sono infatti emerse imbarazzanti documentazioni che mostrano rapporti tra Ankara e i jihadisti dell’Isis.
La scorsa estate Israele aveva dato il via a un’operazione militare su Gaza per contrastare il lancio di razzi di Hamas, con esito drammatico non soltanto per la stessa organizzazione islamista ma in primis per gli abitanti di Gaza, vittime tra due fuochi. Forse Hamas pensava che scatenando un’escalation avrebbe recuperato il consenso della popolazione, perso negli anni a causa della disastrosa gestione del territorio, ma non è andata così.
Gli equilibri mediorientali sono cambiati e Hamas è ormai diventata scomoda a tanti, obsoleta, ideologicamente deleteria, un intralcio agli stessi palestinesi di Gaza che hanno bisogno di scuole, di ospedali e di infrastrutture, non certo di centri di indottrinamento, di tunnel, di missili e di fanatici mascherati che brandiscono kalashnikov e accette. Certe lezioni sono però dure da imparare e intanto si continuano a contare i morti, da entrambe le parti.