Il tradimento del web, ovvero: rilevanza e informazione
Un caso pratico degli effetti che questi metodi di controllo possono avere sugli utenti, è l’esperimento effettuato da Facebook – in collaborazione con due università statunitensi – e di cui si è avuta notizia qualche mese fa: nel 2012, il socialnetwork di Zuckerberg ha “coinvolto” 700mila utenti senza che questi lo sapessero – in linea con i Termini di utilizzo accettati da chi si iscrive – per studiarne le reazioni sulla base delle notizie che comparivano sulla loro timeline: gli scienziati dell’azienda hanno “manipolato” per una settimana l’algoritmo che regola il news feed. A seconda delle indicazioni dei ricercatori, l’algoritmo nascondeva automaticamente le parole o le immagini legate a stati d’animo negativi, oppure quelle legate a stati d’animo positivi, e i ricercatori registravano le reazioni degli utenti. L’obiettivo era scoprire se sui social network le emozioni sono influenzate dal contesto, in modo simile alla vita reale. Quale certezza, dunque, sulle informazioni cui abbiamo accesso tutti i giorni su Facebook?
Eppure, la domanda a monte di questa realtà in cui tutto è manipolabile e le informazioni personali merce commerciali, è un’altra e riguarda il dato sociale. Agli albori del web si disse che internet avrebbe agevolato l’interazione di punti di vista diversi e il pluralismo. Oggi sta accadendo esattamente il contrario: chi ha un’idea vede per lo più contenuti in linea con quanto pensa e con le ricerche che fa online. L’elettore di un dato partito, ad esempio, visualizzerà con sempre minor frequenza contenuti contrari alle proprie convinzioni, con il risultato di vedere rafforzate queste ultime, in un imbuto che elimina i punti di vista, nell’illusione di utilizzare invece uno strumento pluralista.
Certo, l’antidoto a tutto questo – sulla carta – è il cittadino consapevole. Un concetto caro a molti ma spesso inattuato. Quanti ogni giorno si prendono la briga di andare oltre i primi risultati delle ricerche, per leggere fino in fondo un articolo e chiedersi cosa si trovi al di là di convinzioni spesso radicate? Per ora basterebbe sapere che tutto ciò che vediamo, leggiamo e ascoltiamo online non è l’unica fetta di realtà che accade. E’ solo quella parte che, secondo qualcuno, potrebbe piacerci. Se siamo fortunati, però, ci piacerà sempre un po’ meno del giusto. L’algoritmo sarà in qualche modo imperfetto. E allora cercheremo altrove. Verso punti di vista diversi.
@emilioftorsello