Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Diritto di critica | December 3, 2024

Scroll to top

Top

Chiudono le centrali Enel, effetto delle rinnovabili (e della crisi)

L'Italia ha bisogno di meno energia prodotta da metano, gasolio e carbone, grazie al solare e all'eolico

Chi l’avrebbe mai detto che le energie rinnovabili avrebbero messo in crisi l’industria dell’energia tradizionale? Eppure, complice la crisi che ha ridotto i consumi complessivi, l’Enel sta pensando ad un piano per diminuire il numero delle centrali a gasolio, a metano e carbone sul territorio nazionale. Sono ben 23 i siti che potrebbero essere interessati dalla chiusura. Ora, però 700 lavoratori tremano.

Non si tornerà più ai livelli pre-crisi. L’ad di Enel, Francesco Starace rassicura i sindacati: “Nessun licenziamento. Avvieremo una serie di pensionamenti e, per i restanti lavoratori, provvederemo a ricollocarli”. Il problema, tuttavia, più che occupazionale, sembra legato agli investimenti effettuati e alle possibili conversioni delle centrali dismesse. L’Enel è convinta che sarà possibile utilizzare questi siti per la produzione di energie rinnovabili come le biomasse o come spazi urbani. Inutile aspettare la ripresa, perché se anche questa dovesse arrivare a breve, non si ritornerà più ai livelli pre-crisi.

Più efficienza e più energie rinnovabili. Il maremoto che ha investito l’economia mondiale e soprattutto quella italiana ha avuto anche risvolto positivo. Le imprese, per ridurre i costi in un periodo difficile, hanno reso più efficienti le produzioni, riducendo i consumi. Così macchinari o semplici lampadine a led a basso consumo, oltre all’istallazione di pannelli solari, hanno permesso alle imprese di risparmiare. Così, difficilmente l’efficienza raggiunta sarà perduta.

Meno lavoratori, più lavoratori. Il problema, ovviamente non riguarda solo Enel. Altra situazione complessa è quella che interessa i lavoratori di Tirreno Power, altra società che si occupa della produzione di energia elettrica. Anche in questo caso si tratta di un ridimensionamento della produzione e un conseguente taglio del personale. D’altronde si tratta degli effetti del progresso. Se da una parte diminuisce il numero dei lavoratori, nel settore delle rinnovabili crescono gli impiegati. In Italia sono circa 110mila, secondo i dati forniti da EuroObserv’ER.