L'Isis e il ''gioco sporco'' della Turchia - Diritto di critica
di Giovanni Giacalone | 07 Ott 2014Aggiungi questo articolo al tuo Magazine su Flipboard
Fonti russe spiegano come interi battaglioni di jhadisti ceceni siano entrati in Siria proprio attraverso la Turchia e precisano come Istanbul abbia dato rifugio a noti jihadisti caucasici. La stessa cosa è stata messa in evidenza da Ilir Kulla, esperto albanese di sicurezza, per quanto riguarda le partenze di jihadisti dai Balcani; anche in questo caso è la Turchia a svolgere un ruolo fondamentale.
Nell’estate del 2014 Salih Muslim, dirigente del PYD, aveva illustrato come alcuni miliziani dell’Isis avevano palesemente spigato le modalità con le quali ricevevano assistenza dalla Turchia e come alla fine di maggio nella zona di al-Rawiyya erano stati trovati documenti turchi su corpi di jihadisti dell’Isis che attestavano la permanenza in territorio turco. Sempre secondo Muslim ci sono organizzazioni che attendono i jihadisti all’aeroporto di Istanbul e li accompagnano fino al confine con la Siria. E’ possibile che le autorità turche non ne sappiano nulla? Bisogna poi ricordare le pesantissime accuse di Erdogan nei confronti dei guleniani e degli sciiti, tutto ripreso in video; una retorica molto simile a quella dell’Isis nei confronti di un “nemico comune”.
Fatto curioso che poco c’entra con l’analisi, ma che è comunque significativo: in diversi negozi di Istanbul ed altre città della Turchia sono da tempo in vendita gadget di ogni tipo con il logo dell’Isis. Ben noto è quello nel quartiere di Bagcilar, documentato anche dal Today’s Zaman. Chissà se Erdogan ne è al corrente?
Se il governo turco fornisse un forte contributo nel contrasto all’Isis, la reputazione di Erdogan e del governo AKP si rafforzerebbe e la Turchia potrebbe tornare a svolgere un ruolo chiave in Occidente; è però probabile che ai leader islamisti turchi tutto ciò non interessi, le priorità sono ben altre.
Intanto manifestanti curdi si sono riuntiti fuori del parlamento olandese all’Aia e nella metropolitana di Londra per protestare contro l’indifferenza nei confronti del massacro messo in atto dai terroristi dell’Isis. Sarebbe bello vedere delle manifestazioni, a livello internazionale, per i curdi paragonabili a quelle a favore della popolazione di Gaza, ma non è questo il caso e non vi erano dubbi al riguardo. Ci sono cause e cause.
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