La Scozia dice No, anche per "colpa" di Madrid
A pesare sul voto del referendum l'incertezza sul futuro ed il serio rischio di rimanere esclusi dall'Unione europea con il voto contrario della Spagna
La Scozia dice No. Non era affatto scontato. L’Union Jack è salvo ed è salva la Gran Bretagna. Volano le borse e la sterlina prende il volo. Perdono gli indipendentisti (il Sì si ferma al 45%) e con loro tutti i movimenti indipendentisti d’Europa, Lega compresa. Anche se questo voto rimane un precedente importante.
Una vittoria della Spagna. Il salto nel buio ha fatto molta paura. Non solo agli scozzesi, ovviamente. Ha influito molto il peso economico dell’Unione europea e i rapporti politici tra gli stati del vecchio continente. Non è un caso che questa mattina la borsa che spunta risultati migliori sia proprio quella spagnola. Il governo di Madrid si è battuto in ogni modo contro l’indipendenza scozzese, temendo che questa avrebbe potuto generare un effetto a catena in Europa che avrebbe mandato in frantumi la Spagna. Le tante “scozie” d’Europa hanno indotto molti paesi ad allinearsi a Madrid e ad esprimersi sfavorevolmente nei confronti di questo referendum. Ma, al di là delle proteste formali, la Spagna ha fatto pesare la sua forza politica all’interno dell’Unione europea, facendo intendere che una Scozia indipendente non avrebbe avuto spazio in Europa. Infatti, in base ai trattati e al diritto internazionale, la Scozia indipendente avrebbe dovuto chiedere l’adesione alla Ue, la quale richiede l’approvazione da parte di tutti i paesi membri. Così, di fronte al timore di rimanere isolati lì su a nord, gli scozzesi hanno preferito rimanere con Londra.
Ora devoluzione. Ora il governo Cameron conferma la promessa che nei prossimi mesi verrà introdotto un pacchetto di riforme destinate ad una maggiore devoluzione della Scozia. Non mancheranno forme di decentramento destinate anche all’Inghilterra, al Galles e all’Irlanda del Nord.
La Lega con la coda tra le gambe. Il voto scozzese ha rappresentato anche una sconfitta per la Lega Nord di Matteo Salvini, che negli ultimi giorni si è schierata a favore dell’indipendenza. Non la pensava così Umberto Bossi quando 15 anni fa la Nato bombardava Belgrado per garantire l’autodeterminazione del Kosovo dall’allora Repubblica federale di Jugoslavia. In quell’occasione la Lega si schierò (senza un motivo apparente) con i serbi. Questa volta la Lega è stata coerente con se stessa ma purtroppo non ha avuto modo di cavalcare un’onda che non c’è stata. Così, Borghezio & co. tornano in Italia con la coda tra le gambe, dopo aver avuto qualche incertezza su quale destinazione prendere per raggiungere la capitale scozzese. Prima hanno annunciato di voler raggiungere Amburgo, dopo un’ora la città di Strasburgo e poi infine sono riusciti a trovare la strada giusta: Edimburgo. Cavolo, hanno tutte lo stesso nome…
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La Scozia dice No. Non era affatto scontato. L’Union Jack è salvo ed è salva la Gran Bretagna. Volano le borse e la sterlina prende il volo. Perdono gli indipendentisti (il Sì si ferma al 45%) e con loro tutti i movimenti indipendentisti d’Europa, Lega compresa. Anche se questo voto rimane un precedente importante.
Una vittoria della Spagna. Il salto nel buio ha fatto molta paura. Non solo agli scozzesi, ovviamente. Ha influito molto il peso economico dell’Unione europea e i rapporti politici tra gli stati del vecchio continente. Non è un caso che questa mattina la borsa che spunta risultati migliori sia proprio quella spagnola. Il governo di Madrid si è battuto in ogni modo contro l’indipendenza scozzese, temendo che questa avrebbe potuto generare un effetto a catena in Europa che avrebbe mandato in frantumi la Spagna. Le tante “scozie” d’Europa hanno indotto molti paesi ad allinearsi a Madrid e ad esprimersi sfavorevolmente nei confronti di questo referendum. Ma, al di là delle proteste formali, la Spagna ha fatto pesare la sua forza politica all’interno dell’Unione europea, facendo intendere che una Scozia indipendente non avrebbe avuto spazio in Europa. Infatti, in base ai trattati e al diritto internazionale, la Scozia indipendente avrebbe dovuto chiedere l’adesione alla Ue, la quale richiede l’approvazione da parte di tutti i paesi membri. Così, di fronte al timore di rimanere isolati lì su a nord, gli scozzesi hanno preferito rimanere con Londra.
Ora devoluzione. Ora il governo Cameron conferma la promessa che nei prossimi mesi verrà introdotto un pacchetto di riforme destinate ad una maggiore devoluzione della Scozia. Non mancheranno forme di decentramento destinate anche all’Inghilterra, al Galles e all’Irlanda del Nord.
La Lega con la coda tra le gambe. Il voto scozzese ha rappresentato anche una sconfitta per la Lega Nord di Matteo Salvini, che negli ultimi giorni si è schierata a favore dell’indipendenza. Non la pensava così Umberto Bossi quando 15 anni fa la Nato bombardava Belgrado per garantire l’autodeterminazione del Kosovo dall’allora Repubblica federale di Jugoslavia. In quell’occasione la Lega si schierò (senza un motivo apparente) con i serbi. Questa volta la Lega è stata coerente con se stessa ma purtroppo non ha avuto modo di cavalcare un’onda che non c’è stata. Così, Borghezio & co. tornano in Italia con la coda tra le gambe, dopo aver avuto qualche incertezza su quale destinazione prendere per raggiungere la capitale scozzese. Prima hanno annunciato di voler raggiungere Amburgo, dopo un’ora la città di Strasburgo e poi infine sono riusciti a trovare la strada giusta: Edimburgo. Cavolo, hanno tutte lo stesso nome…
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Grazie, Paolo. Ottimo articolo, nella migliore tradizione di DdC.
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