Bettini, Renzi e le nuove alleanze per il Pd
La critica al passato di una sinistra rimasta per anni solo “un catalizzatore di rancore” è riconoscere al rottamatore il merito del nuovo corso. Che guarda al garantismo perché “non si può cambiare questo Paese col tintinnio di manette alla Di Pietro”. Non manca la stoccata a Marino ossessionato dalla chiusura del teatro Valle, che sia un rimando al futuro sindaco di Roma? Chissà. Se di mezzo c’è Bettini la frase assume un certo rilievo.
Il renzismo non è adagiato sugli allori, ma si prepara a una dura lotta, consapevole che per farcela va alimentato quel flusso di favore che l’ha spinto sino a qui sotto l’egida del fare. Chiudersi nella propria forza sarebbe molto sciocco. Proprio adesso che è possibile trattare senza farsi prendere per il collo. Il Campo Democratico è al lavoro per essere utile a Renzi dentro e fuori dalla politica. Certo, le correnti non sono morte e forse non è necessario nemmeno che lo siano, basta portarle a sé e far finta che non esistano più.
@virgiliobart