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Diritto di critica | November 22, 2024

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Berlusconi, i diritti dei gay e Bergoglio. La nuova strategia di Silvio - Diritto di critica

Adesso sposa i diritti dei gay. Silvio Berlusconi è in piena mutazione genetica. Spinto probabilmente da Francesca Pascale, le sue posizioni in tema di diritti civili e in particolare di diritti civili agli omosessuali appaiono molto diverse dal solito. Berlusconi sembra aver voltato pagina per imboccare decisamente la via delle garanzie costituzionali allargate a tutti. Raccoglie la sfida dalla sua fidanzatina e inaugura quella che definisce “una battaglia di civiltà”, involandosi in una corsa solitaria sulla fascia del centrodestra. Ciò che il Cavaliere vuole arrivare a
cogliere è la possibilità, abbondantemente superati i 75 anni, di apparire se non nuovo almeno cambiato.

Di mollare non ha mai pensato e se è vero che ha già promesso di vincere le prossime politiche, l’apertura sui diritti degli omosessuali suona come un primo passo in tal senso. Le ragioni per crederlo non mancano. La prima si può riferire a ciò che la destra italiana è in questo momento. La sconfitta netta alle Europee ha lasciato Forza Italia abbondantemente sotto al 20%, l’accoppiata Alfano e Casini al 4, con Fratelli d’Italia al 3 e mezzo e una Lega appena al 6, nonostante la cura Salvini abbia probabilmente evitato l’azzeramento.

La seconda ragione del nuovo corso potrebbe ravvisarsi nella volontà del padrone del centrodestra di continuare a contare, dimostrandosi, se non giovane, almeno innovativo quanto gli stessi Salvini e Renzi. Silvio Berlusconi – va ricordato se ce ne fosse bisogno – è colui che ha sdoganato Gianfranco Fini tirandolo fuori dal ghetto in cui era confinato il MSI. Ha fatto eleggere come senatore il fascista e fedelissimo andreottiano, Giuseppe Ciarrapico, uno non certo di larghe vedute. Ha tra i suoi Maurizio Gasparri ex Msi ed ex An che lo difese così: “meglio il bunga bunga che frocio come Vendola”. Tra un family day e l’altro, il Cavaliere è stato per anni l’incarnazione vivente del machismo italico, con tanto di caduta finale – tra D’Addario, festini in villa, Ruby e olgettine varie – nella commediaccia all’italiana tanto cara alle sue reti televisive.
Oltre alle continue e truci battute sulle donne anche sugli omosessuali ha dispensato più di qualche perla: “io conduco una attività lavorativa ininterrotta e se qualche volta mi capita di guardare in faccia una bella ragazza, meglio essere appassionati di belle ragazze che gay“.
Frasi che danno conto di quanto sia spiazzante il cambiamento improvviso in atto adesso.

Il suo “ravvedimento” colpisce. Anche perché Berlusconi potrebbe perdere voti, in particolare voti cattolici. Credere che non abbia calcolato il peso delle sue affermazioni è francamente impensabile. Certo, adesso bisognerà vedere se queste nuove posizioni si concretizzeranno in Forza Italia e come tutto ciò sarà digerito dalla base. Il tempo per la marcia indietro c’è, specie con l’approssimarsi dell’estate e l’inizio della politica balneare.

Nonostante ciò, la volontà di apportare un cambiamento radicale in tema di diritti gay è indice di tante cose. Innanzitutto, la svolta che Silvio Berlusconi ha voluto imprimere alla sua perenne ricerca di una investitura cattolica mai arrivata.

Dopo anni ed anni di inseguimenti, offerte, concessioni e tentativi di accreditamento nelle alte sfere vaticane, Berlusconi ha deciso che la Chiesa appoggia altri e non lui. Ora, specie dopo che importanti pezzi del berlusconismo cattolico lo hanno lasciato (vedi i ras di Comunione e Liberazione, Lupi e Formigoni, senza dimenticare Giovanardi), ha mani più libere. È chiaro che il nuovo corso, non vuole certo contrapporsi a Bergoglio. Come tutti, cerca anch’egli un avvicinamento a Francesco. E spostandosi a favore degli omosessuali, Berlusconi si accoda alle posizioni innovative del Papa, scegliendo un volto più ecumenico e liberale da indossare in giro.

La sfida semmai è al clero romano – in auge fino a poco tempo fa “oltre Tevere” – ed alle posizioni più oltranziste che pur contando ancora, non convincono più nei numeri, risultando perdenti anche nei sondaggi. Ottimo motivo per distaccarsene. Tanto più sapendo che d’ora in poi, su quel fronte, la strada è definitivamente chiusa. Berlusconi sa che i gruppi di potere cattolico non sono schierati con lui. E non solo per la condotta non propriamente da cattolico osservante, cosa che un condannato in via definitiva, divorziato, separato e riaccasato con una donna tanto più giovane di lui, non può certo vantare.

Altra ragione importante della mano di vernice passata sul suo volto risiede nella diaspora del voto cattolico. La dispersione ha comportato che il voto cattolico, oggi, trovi nell’alveo del centrodestra già diverse forze con cui identificarsi. Dentro la nuova Forza Italia c’è sì qualche superstite, ma il grosso è costituito da fedelissimi del primo cavaliere, quello che affondava le sue radici nel laicismo socialista di stampo craxiano.

Da persona pratica – di lui si può dire tutto, ma non che difetti di realismo politico -, il Cavaliere sa benissimo che per vincere alle prossime politiche l’alleanza con Alfano, Casini, Fratelli d’Italia, Lega e tutto ciò che compone la destra più a destra, in qualche modo andrà necessariamente trovata. E all’interno della possibile coalizione la parte del leone sarà ancora sua. Un altro motivo che lo spinge ad una differenziazione netta. Se la posizione cattolica più tradizionalista è già ben rappresentata, infatti, quella favorevole ad un’apertura sui diritti omosessuali è del tutto assente. E con i vecchi “colonnelli” di An ormai quasi del tutto fuori, prendere le distanze da certe “fascisterie” allarga il ventaglio di offerta per gli elettori.

Ma la mossa spera di creare grossi problemi al “democristiano” Renzi e a tutto il PD, introducendo un altro tema su cui il rottamatore dovrà confrontarsi e forse convergere, legandosi ancor di più allo scomodo alleato (ufficioso) e aprendo lo scontro con NCD (l’alleato ufficiale). Sapendo bene come intercettare i fattori che più influenzano l’elettorato, Berlusconi ha studiato i quarantenni alla ribalta, mutuando da Salvini la capacità di reinventare il proprio partito a partire da posizioni meno chiuse e ghettizzanti.

Il passato va cambiato, sarà questa la parola d’ordine di una nuova strategia. Una rottamazione delle idee a cui il Cavaliere deve aver pensato parecchio. Un partito più laico, più aperto e assolutamente nemico di ogni discriminazione, è il miglior modo per troncare con un passato in cui l’identità liberale si è spesso fusa e sovrapposta con quella cattolico conservatrice e filo fascista. Probabilmente Berlusconi lo presenterà come l’inizio di una marcia verso una destra più europea, più matura e slegata da vecchie nostalgie. Una destra moderna, tante volte annunciata e mai concretizzata.

La notizia dell’apertura sui diritti civili agli omosessuali rimbalza sulle prime pagine di Libero e del Giornale, peccato che, forse senza accorgersene, Berlusconi si stia spostando, incredibilmente, su posizioni che ricordano l’ultimo Gianfranco Fini. Pagherà ancora l’ennesimo lifting di un uomo che tutti – anche i suoi – giudicano buono per la pensione, attendendo da anni un’uscita di scena che non arriva mai?

@virgiliobart

Comments

  1. nicola

    Avvisate questo pennivendolo di Bartolucci che Berlusconi non ha sdoganato proprio nessuno, tantomento Fini che era in politica già da quando Berlusconi faceva il palazzinaro…. Anzi senza i voti di Fini probabilmente il delinquente Berlusconi non sarebbe mai diventato premier!