Ncd sogna il grande centro, nonostante i dubbi di Alfano
Cicchitto e Quagliariello premono per marcare una distanza netta da Berlusconi. E imbarcano Fini
Lo spazio c’è. Dicono. Eppure questo fantomatico grande centro, promesso da Pierferdinando Casini ha sempre fallito. Ora ci riprovano. Anche se l’ex presidente della Camera sta in disparte. Stavolta tocca a Fabrizio Cicchitto e Gaetano Quagliariello muovere i fili dell’ennesimo tentativo di ricreare un centro che non c’è.
Un nuovo centro, ma poco cattolico. Non si tratta di un centro cattolico: quello è oramai morto e sepolto dopo la batosta dello scorso anno dell’Udc. I cattolici, oggi, guardano a Renzi. Secondo l’ex berlusconiano dall’animo socialista, deve essere il Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano il catalizzatore e fulcro di questa nuova aggregazione. Con o senza Alfano, si intende. Infatti, a Cicchitto non sono piaciute le parole del suo leader che, dopo il voto – con la débâcle di Forza Italia e la fine dei sogni di gloria di Ncd -, ha aperto ai berlusconiani, per ricucire uno strappo doloroso e che non sarà semplice da far rimarginare.
Con o senza Alfano. Ma questo nuovo contenitore dei moderati ha bisogno di un leader, qualora Alfano non dovesse proseguire sulla strada dell’ “indipendenza” da Berlusconi. Così, sembra che Cicchitto abbia recentemente interloquito con Gianfranco Fini per sondare il terreno di fronte alla possibilità di un suo possibile (e probabile) ritorno alla politica. Il ruolo? Dipenderà, appunto, da Alfano. Ma per Cicchitto e Quagliariello, come anche per il ministro Beatrice Lorenzin (oramai più a suo agio con Renzi che con Berlusconi), quello che conta è marcare bene le distanze da Berlusconi. Così, mentre Scelta Civica si disgrega, elettoralmente assorbita dal Pd, Ncd resiste allo tsunami del voto europeo e punta a rafforzarsi anche se dal suo 4 e qualcosa percento sarà difficile contare realmente in futuro.
Il nuovo centro-destra? Ncd (o come si chiamerà il nuovo contenitore) si apre a chi fugge da Scelta Civica ma non si sente renziano, a chi non vuole avere nulla a che fare con gli xenofobi e con gli anti-euro. Un grande centro che guarda a destra, senza Berlusconi, Brunetta, Salvini, Meloni e Santanché. La riproposizione dello stesso progetto di Fini, “Futuro e Libertà”. Un partito durato un battito di ciglia di cui si ricorda solo la nascita (“Che fai? Mi cacci?”) ma non la fine.
Un briciolo di speranza. Insomma, sta per partire l’ennesimo tentativo. Oggi, diversamente da tre anni fa, c’è più spazio nell’area di centro-destra dopo un voto che ha sancito la fine del berlusconismo in Italia. Ma quell’area si è ristretta. A causa di Renzi e di Beppe Grillo. Così, quel 4 e qualcosa percento rappresenta per Ncd un barlume di speranza. In fondo si tratta di un quarto dei voti presi da Forza Italia.
Lo spazio c’è. Dicono. Eppure questo fantomatico grande centro, promesso da Pierferdinando Casini ha sempre fallito. Ora ci riprovano. Anche se l’ex presidente della Camera sta in disparte. Stavolta tocca a Fabrizio Cicchitto e Gaetano Quagliariello muovere i fili dell’ennesimo tentativo di ricreare un centro che non c’è.
Un nuovo centro, ma poco cattolico. Non si tratta di un centro cattolico: quello è oramai morto e sepolto dopo la batosta dello scorso anno dell’Udc. I cattolici, oggi, guardano a Renzi. Secondo l’ex berlusconiano dall’animo socialista, deve essere il Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano il catalizzatore e fulcro di questa nuova aggregazione. Con o senza Alfano, si intende. Infatti, a Cicchitto non sono piaciute le parole del suo leader che, dopo il voto – con la débâcle di Forza Italia e la fine dei sogni di gloria di Ncd -, ha aperto ai berlusconiani, per ricucire uno strappo doloroso e che non sarà semplice da far rimarginare.
Con o senza Alfano. Ma questo nuovo contenitore dei moderati ha bisogno di un leader, qualora Alfano non dovesse proseguire sulla strada dell’ “indipendenza” da Berlusconi. Così, sembra che Cicchitto abbia recentemente interloquito con Gianfranco Fini per sondare il terreno di fronte alla possibilità di un suo possibile (e probabile) ritorno alla politica. Il ruolo? Dipenderà, appunto, da Alfano. Ma per Cicchitto e Quagliariello, come anche per il ministro Beatrice Lorenzin (oramai più a suo agio con Renzi che con Berlusconi), quello che conta è marcare bene le distanze da Berlusconi. Così, mentre Scelta Civica si disgrega, elettoralmente assorbita dal Pd, Ncd resiste allo tsunami del voto europeo e punta a rafforzarsi anche se dal suo 4 e qualcosa percento sarà difficile contare realmente in futuro.
Il nuovo centro-destra? Ncd (o come si chiamerà il nuovo contenitore) si apre a chi fugge da Scelta Civica ma non si sente renziano, a chi non vuole avere nulla a che fare con gli xenofobi e con gli anti-euro. Un grande centro che guarda a destra, senza Berlusconi, Brunetta, Salvini, Meloni e Santanché. La riproposizione dello stesso progetto di Fini, “Futuro e Libertà”. Un partito durato un battito di ciglia di cui si ricorda solo la nascita (“Che fai? Mi cacci?”) ma non la fine.
Un briciolo di speranza. Insomma, sta per partire l’ennesimo tentativo. Oggi, diversamente da tre anni fa, c’è più spazio nell’area di centro-destra dopo un voto che ha sancito la fine del berlusconismo in Italia. Ma quell’area si è ristretta. A causa di Renzi e di Beppe Grillo. Così, quel 4 e qualcosa percento rappresenta per Ncd un barlume di speranza. In fondo si tratta di un quarto dei voti presi da Forza Italia.