Ecco il documento di analisi del voto che divide il M5S - LEGGI - Diritto di critica
In conclusione si può sintetizzare che il voto del 25 maggio non è stato tanto pro-Renzi o pro-Pd, nonostante le percentuali bulgare, quanto contro il MoVimento 5 Stelle e lo spettro della “paura” costruito finemente ed efficacemente per portare, quindi, tutti gli elettori in un alveo di “sicurezza”, rappresentata da Renzi. La chiamata alle armi contro la forza del male (riproduzione del modello anti berlusconiano) è riuscita tanto è vero che a “sinistra”, invece di esultare per un risultato mai ottenuto, hanno invece tirato un sospiro di sollievo (la Repubblica è salva) o inveito contro il grillino sconfitto.
3. Dentro
NON SIAMO DA GOVERNO
Ciò che i parlamentari hanno percepito è stato l’atteggiamento di sfiducia nei loro confronti. Seppur elogiati per il loro impegno, i parlamentari del M5S non sono ancora percepiti come affidabili. Si ritengono poco concreti (la battaglia sul 138 l’hanno capita ben poche persone). Mancano di umiltà e a volte sono percepiti come saccenti.
L’EFFETTO PERVERSO DEL #VINCIAMONOI
Paradossale è poi stata la scelta del #vinciamonoi. Ci si è creduto così tanto da aver spinto gli altri partiti a crederci e quindi a reagire con la chiamata alle armi. Generalmente le elezioni europee non hanno avuto un’importanza primaria. Sostenendo che si trattasse di un voto politico, sono stati tutti spinti a dare il massimo.
Inoltre, una vittoria percepita come sicura potrebbe aver demotivato qualcuno dei nostri che non è andato a votare: “A che serve fare 200km di treno per andare alle urne? Tanto vinciamonoi…”, potrebbero aver pensato, ad esempio, molti giovani fuori sede.
PREFERENZE E CANDIDATI
Altri elementi critici riguardano il non-lavoro sulle preferenze. I candidati di altri partiti hanno agito coi metodi della vecchia politica raccogliendo consensi personali anche col porta a porta. I nostri candidati erano sconosciuti e non averli esposti mediaticamente ha fatto sì di creare un’onta di incertezza (quando non di sospetto) su di loro.
4. Possibili soluzioni
USCIRE FUORI
Nel senso più ampio del concetto. Organizzare stati generali tematici, entrare nelle università, nei luoghi di lavoro e lasciar perdere le agorà. Andare a presentare denunce e proposte direttamente ai destinatari. Aprirsi, prendersi le piazze mediatiche degli altri.
RAFFORZARE PARADIGMA DENUNCIA-PROPOSTA
Per far percepire l’affidabilità e il costruttivismo del gruppo, non si possono più fare solo denunce senza essere affiancate da proposte e soluzioni. Se non si ha una soluzione a un problema non lo si può denunciare.
CREARE UN PROGETTO
Dovrebbero essere assunti concetti primari per il Paese (lavoro, politica energetica, …) e sviluppati in gruppi di lavoro inter-commissioni. Applicando una metodologia di lavoro, avvalendosi di esperti, alla fine del percorse di giunge a una soluzione per il problema scelto.
INVESTIRE SUL LAVORO PARLAMENTARE
Bisogna rafforzare quantitativamente e qualitativamente l’attività legislativa. Assumere consulenti preparati, i migliori esperti, rafforzare il reparto.
ASSEMBLEE TEMATICHE IN STREAMING
I parlamentari devono tornare a confrontarsi sui temi pratici e concreti. E farlo in streaming, in modo da interessare quelle fette di popolazione destinatarie del lavoro Parlamentare o dell’attività di Governo.
DEFINIRE MEGLIO IL TARGET DA PUNTARE
Se si decide di voler raggiungere il 51 per cento allora bisogna adeguare il messaggio. Se si decide di puntare ad alcune fasce di popolazione, bisogna far ricorso a strumenti appropriati (tv in prima istanza) e declinare il messaggio.
SELEZIONARE INPUT
Abbiamo spesso dato un numero eccessivo di input, soffrendo la mancanza di coordinamento fra i vari “produttori di notizie” ovvero la comunicazione della Camera, la comunicazione del Senato, il blog e Beppe Grillo. Paghiamo il fatto che troppo spesso i compartimenti restano isolati l’uno dall’altro. Al netto dei temi di stretta attualità abbiamo messo troppa carne al fuoco tutta insieme. Poteva essere utile mettere in calendario la potenza da fuoco tema su tema, unendo le forze.