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Diritto di critica | November 21, 2024

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Milano città aperta. Al biologico

Il capoluogo lombardo mappato in "Tutta bio la città", tra consumo critico ed economia di relazione

Milano, da metropoli del cemento a modello di stili di vita sani. Nel capoluogo lombardo rivolto all’ormai imminente Expo, parlare di chilometro zero, GAS, negozi di sfuso e biologico non è solo un’utopia pubblicitaria ma una realtà già consolidata, capace di offrire soluzioni alternative ed accessibili a chi crede nel “vivere green” in ogni sua forma: alimentazione, mobilità, ma anche moda e turismo. A sottolineare il trend sempre più positivo degli stili di vita critici nel milanese è “Tutta bio la città”, il nuovo vademecum di Altreconomia Edizioni a cura di Massimo Acanfora e Ilaria Sesana, che unisce l’approccio informativo a quello giornalistico in una guida-racconto delle realtà sostenibili a Milano.

“Tutta bio la città”: la guida. «La guida si inserisce in una vecchia tradizione di Altreconomia, quella della pubblicazione di mappe tematiche delle città – spiega Ilaria Sesana, una dei curatori del volume – e vuole sfatare il mito che vivere secondo un approccio sostenibile sia impegnativo o troppo costoso: al contrario, vivere a Milano con uno stile di vita sano e consapevole è non solo possibile, ma anche più facile di quanto si possa pensare». “Tutta bio la città” raccoglie infatti in quindici mappe tematiche le realtà attive a Milano nel settore del biologico, della filiera corta, dell’equo e solidale, del chilometro zero e della vendita di prodotti sfusi e offre al lettore centinaia di indirizzi e indicazioni per fare la spesa, risparmiare e adottare comportamenti quotidiani rispettosi dell’ambiente e del lavoro.  Non solo cibo dunque, ma anche mobilità, moda sostenibile, nuove tipologie di lavoro (come i coworking), share economy e occasioni di incontro e scambio tra i cittadini, quali i mercati organizzati dal Gruppi d’acquisto solidali, dalle cascine cittadine o dalle associazioni come Slow Food. La guida contiene inoltre al suo interno tagliandi per 250 euro per sconti e offerte nel settore.

Milano e l’economia di relazione. «Milano offre moltissimo per quanto riguarda i consumi consapevoli – continua Sesana -: per mappare tutta questa vitalità ci sono voluti tempo e pazienza e soprattutto un grande lavoro di passaparola, ma la consapevolezza finale è quella di una città viva, attenta e partecipata». Ed è proprio la partecipazione l’aspetto più innovativo della guida: «questo tipo di consumi – prosegue la curatrice – non è vincolato soltanto alla spesa, ma crea un nuovo modello di economia, basato sullo scambio e sulle relazioni». Un esempio? Le ciclofficine – realtà semi-volontaristiche nelle quali chi ha già qualche competenze riguardo l’aggiustamento delle biciclette insegna agli altri utenti – oppure il Bicibus, piccola critical mass dei pedali che organizza gruppi di ciclisti per spostarsi in bicicletta in modo sicuro da un posto all’altro della città, dando origine ad una rete molto forte di scambio.

«Un altro esempio è quello relativo alla moda – spiega ancora Sesana -. Milano è la capitale del fashion e questo ha prodotto negli anni anche l’altro lato della medaglia, quello relativo ad un avvicinamento più critico e consapevole alla moda», come lo scambio di abiti o l’acquisto di accessori e vestiti di origine certificata a livello di ambiente e lavoro. «I progetti di consumo consapevole partono piccoli e poi crescono – continua ancora Sesana -, come è successo con Intergas, la rete dei GAS milanesi, che hanno iniziato ad acquistare il pesce dai piccoli pescatori dell’arcipelago toscano, creando così una rete di tutela e sostegno reciproca tra realtà affini». E ancora, negozi di prodotti sfusi, orti urbani condivisi, accoglienza responsabile, fontanelle comunali, locali con prodotti a chilometro zero,  cultura alternativa e underground e realtà che trasformino il cittadino da consumatore a protagonista all’interno di una grande rete partecipativa.

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