Sel in crisi di identità, Vendola non traina più
Vendola ha perso il suo carisma, mentre molti nel suo partito ora temono di essere travolti dallo tsunami renziano
Pareggio di bilancio. Sì, no…forse. Matura l’ennesimo psicodramma della sinistra-sinistra. Complici i dati poco confortanti emersi dai sondaggi sulla Lista Tsipras, complice l’azione schiacciasassi del premier, i duri e puri del “Renzi non è di sinistra” sono entrati in crisi. In molti avevano sperato la svolta “greca” potesse ridare spazio a quell’area politica cancellata da Walter Veltroni.
Una sinistra piccola piccola. Invece, niente. Non solo Rifondazione comunista è oramai sotto un misero 0,7%, ma anche gli altri partitini non se la stanno passando affatto bene. I Verdi non sono stati ammessi nemmeno alle Europee per firme irregolari, Tsipras viaggia sotto la soglia di sbarramento del 4% e Sel viene lentamente rosicchiata da Renzi da un lato e Grillo dall’altro. Di quel carisma di Nichi Vendola non rimane più nulla. Ora il suo partito è allo sbando, incapace di uscire da una crisi che è iniziata proprio con il deludente risultato alle elezioni politiche dello scorso anno.
Sel, crisi nera. Ieri si è quasi sfiorata la rottura. Proprio l’intervento di Nichi Vendola ha salvato l’integrità dei gruppi parlamentari. Da mesi, oramai, i gruppi di Sel sono divisi al loro interno. La spaccatura nasce dal pressing più o meno consapevole condotto dal premier sul partito di Nichi. Ma soprattutto alcuni di Sel hanno capito che se non mollano gli ormeggi rischiano presto di essere travolti dallo tsunami Renzi. Meglio allora ripensare la sinistra-sinistra su altre basi. Magari con un nuovo movimento guidato da Beppe Civati, il quale, però, nonostante le dichiarazioni al vetriolo contro l’ex sindaco di Firenze, non è chiaro se stia bluffando o se stia facendo sul serio.
In fuga da Nichi. Voci di corridoio confermano che dopo l’annunciata batosta alle prossime elezioni europee, quattro senatori e 15 deputati di Sel (accompagnati da alcuni transfughi del MoVimento 5 Stelle) potrebbero confluire nella maggioranza. Vendola, per il momento resiste, ma deve accettare il voto favorevole al Def da parte di cinque suoi senatori. Tutto dipenderà dal voto europeo. Ma in pochi si aspettano sorprese.
Pareggio di bilancio. Sì, no…forse. Matura l’ennesimo psicodramma della sinistra-sinistra. Complici i dati poco confortanti emersi dai sondaggi sulla Lista Tsipras, complice l’azione schiacciasassi del premier, i duri e puri del “Renzi non è di sinistra” sono entrati in crisi. In molti avevano sperato la svolta “greca” potesse ridare spazio a quell’area politica cancellata da Walter Veltroni.
Una sinistra piccola piccola. Invece, niente. Non solo Rifondazione comunista è oramai sotto un misero 0,7%, ma anche gli altri partitini non se la stanno passando affatto bene. I Verdi non sono stati ammessi nemmeno alle Europee per firme irregolari, Tsipras viaggia sotto la soglia di sbarramento del 4% e Sel viene lentamente rosicchiata da Renzi da un lato e Grillo dall’altro. Di quel carisma di Nichi Vendola non rimane più nulla. Ora il suo partito è allo sbando, incapace di uscire da una crisi che è iniziata proprio con il deludente risultato alle elezioni politiche dello scorso anno.
Sel, crisi nera. Ieri si è quasi sfiorata la rottura. Proprio l’intervento di Nichi Vendola ha salvato l’integrità dei gruppi parlamentari. Da mesi, oramai, i gruppi di Sel sono divisi al loro interno. La spaccatura nasce dal pressing più o meno consapevole condotto dal premier sul partito di Nichi. Ma soprattutto alcuni di Sel hanno capito che se non mollano gli ormeggi rischiano presto di essere travolti dallo tsunami Renzi. Meglio allora ripensare la sinistra-sinistra su altre basi. Magari con un nuovo movimento guidato da Beppe Civati, il quale, però, nonostante le dichiarazioni al vetriolo contro l’ex sindaco di Firenze, non è chiaro se stia bluffando o se stia facendo sul serio.
In fuga da Nichi. Voci di corridoio confermano che dopo l’annunciata batosta alle prossime elezioni europee, quattro senatori e 15 deputati di Sel (accompagnati da alcuni transfughi del MoVimento 5 Stelle) potrebbero confluire nella maggioranza. Vendola, per il momento resiste, ma deve accettare il voto favorevole al Def da parte di cinque suoi senatori. Tutto dipenderà dal voto europeo. Ma in pochi si aspettano sorprese.