Berlusconi e la strategia mediatica sulle Europee
Berlusconi non si può candidare alle elezioni europee. Non è un mistero e anche il diretto interessato lo sa benissimo, i regolamenti in questo sono chiari. Quella dell’ex Cavaliere, in realtà, è una mossa puramente mediatica per continuare a giocare la partita in cui da sempre è centravanti: in prima battuta la querelle nei confronti della magistratura da cui – a cascata – derivano diversi riflessi sul suo elettorato di riferimento come l’apparire eterna vittima di un sistema giudiziario corrotto, l’essere l’uomo del cambiamento ma da sempre osteggiato da quanti invece preferiscono l’immobilità e le complicità sature di complotti.
Per non parlare dei riflessi sul contesto politico: Berlusconi è stato l’uomo che negli ultimi vent’anni ha condizionato la vita politica italiana, i media lo seguono e gli danno spazio, ogni sua parola viene soppesata, messa in relazione, analizzata e letta in prospettiva. In un contesto simile è inevitabile che le intenzioni e le dichiarazioni del leader di Forza Italia condizionino la scena e il contesto, contribuendo a non far sparire l’ex Cavaliere dall’agone politico.
Sotto la spada di Damocle di possibili inchieste e provvedimenti da parte della magistratura, infatti, un Silvio Berlusconi ormai “decaduto” deve adesso tener viva l’attenzione sulle proprie vicende per smentire quanti lo danno come un vecchio leone vinto. Berlusconi c’è e, anzi, se solo lo lasciassero fare andrebbe anche in Europa a rappresentare le istanze dei milioni di cittadini che l’hanno votato – questo è il messaggio che veicola la querelle attorno alla candidatura alle europee. I messaggi sottesi sono sempre gli stessi: mi hanno eletto i cittadini, sono stato silurato da un complotto della magistratura, se fino ad ora non sono riuscito a fare quanto promesso è stato per l’eccessiva farraginosità delle istituzioni. Senza la scorta mediatica – e quindi popolare sulle sue vicende – Berlusconi rischia di scomparire.
Con un Renzi più agguerrito che mai, onnipresente sui media, l’ex Cavaliere non può dunque abbassare la guardia né scivolare via dalle pagine dei giornali. Il sasso nello stagno sulle elezioni europee, dunque, deriva da questo. A seguire l’onda lunga di commenti e attacchi incrociati dei suoi che, a un cenno del loro capo, non esitano ad alzare gli scudi. In mancanza di un’alternativa credibile nel centrodestra – d’altronde – Berlusconi è tutto ciò che gli resta.