La pantomima di Alfano vs Renzi: l'accordo è dietro l'angolo
L’ANALISI – Gli alfaniani fanno la voce grossa, ribattono punto su punto a Silvio Berlusconi e dalle loro convention rispediscono al mittente le accuse dal retrogusto leninista di essere utili idioti. Una cosa però è certa: nonostante le minacce di far saltare il tavolo, per il Nuovo Centro Destra le mancate elezioni e il “passaggio di proprietà” del nuovo governo da Letta a Renzi è stata una manna dal cielo. Se si fosse andati al voto, infatti, le prospettive della nuova formazione guidata dall’ex delfin dell’ex Cavaliere sarebbero state quantomai incerte: schiacciati da un esuberante Silvio Berlusconi mai scomparso dalla scena politica, da un Beppe Grillo che ha sempre più argomenti per contrastare la politica Fai-da-te delle larghe intese e da un Matteo Renzi che ha appena preso lo scettro del Pd e del Paese. E’ evidente come agli alfaniani resti ben poco.
Alfano, quindi, al di là delle minacce non abbandonerà il governo – semplicemente non può farlo – dove, anzi, tratta per tre riconferme ai vertici di altrettanti ministeri. Come già in passato, il leader NCD rischia però di essere preda delle manovre di Palazzo ordite alle sue spalle da Silvio Berlusconi che con l’appoggio “responsabile” di Forza Italia spunterà le armi proprio a quello che fino a qualche tempo fa veniva considerato come “l’ago della bilancia”. E Renzi lo sa benissimo.
In questo contesto, fanno sorridere le ipotesi di imboscata lanciate ieri da Giovanardi in un’intervista ad Affari Italiani: “Non vorrei che Renzi voglia intenzionalmente forzare la mano e la situazione, fare tutto da solo e arrivare in Parlamento, metterci davanti al fatto compiuto apposta per farsi bocciare e poi dire subito elezioni perché io ci ho provato ma non me lo hanno lasciato fare. Il sospetto che questo sia il suo vero obiettivo ce l’ho. Se fosse così sarebbe un irresponsabile. Dalle cose che vedo penso che il governo Renzi abbia il 50% di possibilità di nascere”. La realtà è ben diversa e in un qualche modo Renzi avrà la fiducia.
Andare alle urne, infatti, non converrebbe quasi a nessuno – a Renzi e Alfano serve tempo per riguadagnare consenso, così come alla “coalizione” del Cavaliere per ricompattarsi – e soprattutto le temerebbero tutti. L’incognita Cinque Stelle, infatti, è dietro l’angolo. Certo, sulla carta l’armata Brancaleone del centrodestra (che già nel 2008 così registrò il tutto esaurito: 46%) sarebbe avanti – anche se di poco – ma la batosta rimediata ieri nelle regionali in Sardegna ha messo in allarme più di qualcuno. La situazione è tale che le urne almeno per ora non piacciono a nessuno.
Tutti uniti accanto a Renzi, dunque, almeno fino a quando questo o quel partito – forte di una campagna elettorale fatta sulle spalle dell’attuale neopremier – non sceglierà di togliergli la fiducia e lasciare il Paese preda dell’ennesima campagna elettorale. Per parte sua, alcuni giorni fa in un’intervista Silvio Berlusconi ha anche dato una prima data di scadenza: un anno e poi si torna alle urne. Altro che 2018.
Twitter@emilioftorsello