L'impeachment senza fondamento, ecco perché M5S sta solo perdendo tempo
Napolitano può piacere o meno. Possono piacere o meno i suoi interventi e il modo con il quale ha gestito il vuoto di potere lasciato dai partiti. Ma questo poco c’entra con l’impeachment che il MoVimento 5 Stelle vuole sottoporre al Parlamento. La messa in stato d’accusa non ha nulla a che vedere con una mozione di sfiducia verso un qualsiasi governo. Infatti, il Presidente della Repubblica non è responsabile “degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni”, così come recita il primo comma dell’articolo 90 della nostra Costituzione. Per questo non risponde al Parlamento per qualsiasi scelta politica da lui presa. È responsabile solo in due casi di fronte alle Camere e difronte al Paese: per alto tradimento e attentato alla Costituzione. Ma in che modo Napolitano avrebbe messo in pericolo la Costituzione?
Secondo il MoVimento 5 Stelle, Napolitano è colpevole di:
- Aver fatto un’indebita pressione affinché venisse modificato l’articolo 138 della Costituzione
- Aver chiamato in separata sede un piccolo gruppo di persone a discutere della legge elettorale, esautorando il Parlamento
- Aver abusato della decretazione d’urgenza, trasformando l’Italia di fatto in una repubblica presidenziale, e non aver esercitato il potere di rinvio per il Lodo Alfano che il Legittimo Impedimento, due leggi ritenute incostituzionali dai grillini
- aver abusato del potere di concedere la grazia e di commutare le pene
- aver accettato la rielezione che non è prevista dalla Costituzione
- aver esercitato una dubbia influenza nelle indagini sulla Trattativa Stato-mafia.
Articolo 138, mancano le prove. Napolitano ha fatto indebiti pressioni per far modificare l’articolo 138? Come sono dimostrabili queste “indebiti pressioni”? Ha detto o compiuto azioni che hanno condizionato la stesura del testo del nuovo articolo? L’accusa è chiara, ma mancano le prove. Il testo in discussione in Parlamento riduce i tempi necessari per l’approvazione delle leggi Costituzionali, tagliando di due mesi il tempo necessario tra la prima e la seconda lettura. Per questo motivo i parlamentari 5 stelle avevano occupato mesi fa il tetto di Montecitorio, gridando allo scandalo. Ma quale?
Legge elettorale, accuse senza senso.
Napolitano ha convocato in separata sede rappresentanti dei partiti della maggioranza anche per discutere della riforma della legge elettorale. Questo, però, non ha in alcun modo esautorato le due Camere, visto che il testo uscito dall’accordo tra Berlusconi e Renzi è oggi in discussione in Parlamento senza che il governo vi abbia apposto la fiducia. Saranno i parlamentari, infatti, a stabilire, con un normalissimo voto, quale legge elettorale gli italiani avranno alle prossime elezioni.
Sui decreti legge e il Lodo Alfano, Napolitano è “irresponsabile”. Il Presidente della Repubblica non può abusare della decretazione d’urgenza in quanto i decreti legge non sono di sua competenza. Sono infatti prerogativa del governo, secondo l’articolo 77 della Costituzione. È vero che questo governo (come i precedenti negli ultimi 25 anni) ha abusato della decretazione d’urgenza. Cosa sia urgente o meno, tale da richiedere un decreto-legge rimane sotto una valutazione politica e non giuridica. Infatti, se è vero che la Corte Costituzionale è intervenuta solo una volta su un decreto che era palesemente non urgente, per tutti gli altri casi la valutazione resta nelle mani del Parlamento. Secondo l’articolo 77, il governo, appena approvato il decreto, deve presentarlo alle Camere, le quali hanno 60 giorni per convertirlo in legge. Se questo non accade, il decreto stesso perde la sua efficacia dal primo giorno in cui è entrato in vigore, rendendolo giuridicamente nullo. Napolitano sarebbe colpevole, al massimo, di aver firmato questi decreti, invece di respingerli come anche le leggi quali il Lodo Alfano e Legittimo Impedimento. Ma l’articolo 74 della Costituzione spiega bene che il potere di respingimento è una facoltà e non un obbligo: “Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione”. In ogni caso, l’articolo 89 solleva Napolitano da qualsiasi responsabilità: “Nessun atto del Presidente della Repubblica è valido se non è controfirmato dai ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità”. In parole povere la responsabilità è sempre del ministro proponente e/o del presidente del Consiglio.
Nessun limite al potere di grazia. Il potere di grazia è concesso dalla Costituzione al Presidente con l’articolo 87. Non esistono limiti a questo potere. L’articolo infatti non pone limiti ma annovera tra i poteri del Presidente quello di “concedere grazia e commutare le pene”. Anche in questo caso, Napolitano è sollevato da qualsiasi tipo di responsabilità politica o penale dall’articolo 89. La grazia viene controfirmata dal ministro di Giustizia.
Rielezione? Né vietata, né concessa. È vero che la Costituzione non prevede la rielezione di un presidente della Repubblica in carica. Eppure, nemmeno la vieta. Su questo punto la giurisprudenza non è unanime, ma l’orientamento prevalente ritiene possibile, seppur poco opportuno, una seconda elezione.
Sulla trattativa Stato-mafia, un conflitto di attribuzione. Napolitano ha influenzato il processo sulle trattative tra Stato e mafia? L’accusa è generica anche in questo caso. Quali sono le prove? Napolitano si è appellato alla Consulta per non comparire davanti ai giudici come persona informata sui fatti e per bloccare la diffusione e l’uso delle intercettazioni telefoniche tra lui e Nicola Mancino. Napolitano ha sollevato il conflitto di attribuzione e la Consulta ha dato lui ragione.
Quindi, che impeachment sia. Ma su quali basi, poi, un giorno, ce lo spiegheranno.
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molto chiaro
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Sulla trattativa stato mafia, la consulta, mano longa presidenziale, ha dato ragione al presidente, certo la giurisprudenza italica fatta da politici concusi e corroti cosa altro puo fare?
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Meno male che ci sei tu a difendere l’onore della Patria.
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