La strada di Vendola: "Una federazione con il Pd"
Era forse nell’ordine delle cose. Ma la dichiarazione di Vendola ha fatto sobbalzare molti “di sinistra”. Sel entrerà presto in una federazione con il Partito democratico. Il governatore della Puglia vuole chiudere l’ultima rilevante esperienza post-comunista in Italia, dopo il tracollo di Rifondazione. Addio compagni: presto gli ultimi reduci di una storia gloriosa – ma oggi fuori dalla storia – finiranno nel calderone democratico. Una riunificazione dei post ed ex comunisti che non lascia più spazio a simboli. Saranno “democratici”, punto.
Le paure di Nichi. La scelta di Vendola nasce da un’importante constatazione: la politica degli ultimi anni è divenuta particolarmente liquida. I vecchi schemi “destra”, “sinistra” e “centro” sono spariti, come è sparito l’aggettivo “comunista” in Parlamento. E, se le definizioni sono saltate, anche molti leader –più o meno carismatici – oggi si ritrovano in pensione e non esclusivamente per raggiunti termini di età. Gianfranco Fini, ai tempi di An, raccoglieva intorno a sé consensi che oggi molti leader possono solo sognare. Dopo il “che fai? Mi cacci?” in molti hanno creduto che sarebbe divenuto il nuovo leader del centro-destra, de-berlusconizzato. Oggi il suo partito si è dissolto e lui è fuori dal Parlamento.
“Non voglio fare la fine di Di Pietro”. Stessa fine ingloriosa è stata fatta dal leader dei giustizialisti italici: Antonio Di Pietro. Il suo partito, l’Italia dei Valori, ha raggiunto l’8%, per scivolare tristemente nel dimenticatoio nel giro di quattro anni. Colpa degli scandali – che hanno interessato anche Di Pietro e la sua famiglia – ma anche e soprattutto della rapida ascesa del M5S di Beppe Grillo.
Dentro il Pd per pesare di più. Vendola sa bene che il suo carisma sta lentamente scemando (anche per lui qualche scandalo sta pesando nel calo dei consensi): stretto tra Renzi e Grillo, potrebbe sparire insieme a Sel già dalle prossime elezioni, visto il deludente risultato delle ultime consultazioni politiche. Per rimanere in corsa non resta che imbarcarsi sulla nave democratica, perennemente in tempesta ma sempre solida elettoralmente parlando, nonostante le cassandre “di sinistra” e gli attacchi di Grillo. Il governatore della Puglia, all’interno del Pd, potrebbe giocare un ruolo più influente rispetto a quello svolto da Sel nel centro-sinistra negli ultimi anni. Già c’è chi parla di un’alleanza (forse un nuovo correntone) con Fassina, per fare opposizione interna a Matteo Renzi.
Twitter: @PaoloRibichini