Porcellum incostituzionale, ora il M5S gioca con la democrazia
Non succederà nulla. Il Parlamento rimane sotto il profilo giuridico legittimo. Nonostante la bocciatura di due norme contenute nella legge elettorale da parte della Corte Costituzionale, nonostante le grida di Beppe Grillo, Camera e Senato, almeno sotto il profilo giuridico possono continuare a lavorare. Lo dice la stessa Consulta. Certo, rimane un problema di opportunità politica. Bisognerebbe a questo punto fare una nuova legge elettorale che garantisca governabilità e andare al voto al più presto per riequilibrare una stortura del sistema costituzionale. Le leggi approvate e i trattati internazionali ratificati rimangono in vigore come lo stesso Parlamento, in base al principio di continuità delle istituzioni, con buona pace del MoVimento 5 Stelle che punta solo al caos istituzionale. I parlamentari a 5 stelle, infatti, hanno accusato gli altri colleghi di essere illegittimi: “Noi abbiamo fatto le parlamentarie”, spiegano. Eppure anche i deputati e senatori del Pd e di Sel sono lì in virtù del voto alle primarie di 11 mesi fa. Ma questo non ha alcun significato. Oggi i 5 stelle hanno deciso di abbandonare l’aula in segno di protesta. Eppure nessuno di loro ha rassegnato le dimissioni (seppur qualcuno abbia annunciato di esser pronto al gesto estremo), perché è chiaro che il Parlamento rimane legittimato e nel pieno dei suoi poteri e che quindi gli eventuali dimissionari saranno sostituiti da chi in fondo sedere su quella poltrona non dispiace.
La sentenza della Corte. In primo luogo la Consulta ha bocciato giustamente le liste bloccate. Infatti, non era possibile finora esprimere con il Porcellum una preferenza sul nome del candidato inserito nella lista. In pratica sono state le segreterie di partito a decidere l’ordine di presentazione fino ad ora. Gli elettori finora hanno potuto votare solo la lista, senza però indicare chi in quella lista meritasse l’elezione. Inoltre, la Consulta ha bocciato i premi di maggioranza regionali e nazionale. Qui è meno chiaro (bisognerà attendere le motivazioni) il perché. Infatti, in molti paesi democratici occidentali sono previsti sistemi correttivi che garantiscono governabilità con il sistema proporzionale, pur garantendo di fatto la rappresentatività. Forse la Corte ha considerato eccessivamente basso il quorum che fa scattare il premio di maggioranza. Fino a ieri, per ipotesi, una coalizione con il 20% dei voti otteneva il 55% dei seggi alla Camera.
La cura è peggiore della malattia. Ora, mentre Grillo canta vittoria e farnetica sul ritorno al Mattarellum, che vista questa sentenza sarebbe anch’esso parzialmente incostituzionale a causa del listino bloccato, l’Italia si ritrova con una legge elettorale molto simile a quella uscita dai vari referendum dei primi anni novanta con cui gli italiani si sono espressi nel 1992 con risultati tutt’altro che incoraggianti. Infatti, se la Consulta avesse considerato incostituzionale il Porcellum, sarebbe tornato in vigore il Mattarellum come sostiene Grillo. Ma, poiché solo alcune norme sono state abolite, il Porcellum rimane vivo e vegeto, pur subendo alcuni cambiamenti: se da una parte finalmente i cittadini possono esprimere una preferenza sui candidati presenti in lista, dall’altra non è più garantita la governabilità che, già in una situazione tripolare, come nelle ultime elezioni, non era certa con il Porcellum.
Una soluzione possibile. Quindi, ora va cercata una nuova legge per uscire da una situazione che potrebbe condannare l’Italia ad essere governata da una grande coalizione permanente. E non sarà facile uscire da questa situazione perché tra le forze politiche non c’è accordo. Il doppio turno alla francese o il sistema proporzionale spagnolo potrebbero garantire governabilità e rappresentanza. Sul sistema francese M5S e Pd potrebbero trovare un accordo. Si tratta di una legge che piace molto al Pd e che Grillo, se realmente intenzionato a trovare una soluzione utile per tutti, potrebbe non disdegnare, avendo già indicato il Mattarellum una soluzione per uscire da questa situazione. Infatti, il Mattarellum assegna il 75% dei seggi con il sistema uninominale “first past the post”, chi arriva primo in ogni singolo collegio vince. Nel sistema francese, invece, i primi due che prendono più voti si sfidano in una nuova elezione, come avviene per i sindaci in Italia. Ma Grillo sa anche che i suoi candidati sono deboli e che può replicare il risultato elettorale di marzo solo con un sistema proporzionale in cui lui gioca un ruolo primario. E preferisce scherzare con il fuoco, mettendo a repentaglio la democrazia.
Twitter: @PaoloRibichini